Trump, i dazi e la (possibile) recessione
pubblicato:Il presidente americano non nega l'ipotesi recessione causata dalle sue scelte economiche

Inizio di settimana con mercati azionari - soprattutto quelli USA - a picco dopo l'ennesima uscita di Trump. Stavolta però non si è trattato della consueta entrata a gamba tesa su alcuni dei bersagli preferiti del presidente americano. Partecipando al programma di Fox News "Sunday Morning Futures" gli è stato chiesto se prevede una recessione quest'anno.
Trump non detto di no ma ha invece parlato di periodo di transizione causato dalla svolta economica imposta dalla sua amministrazione: "quello che stiamo facendo è molto grande, stiamo riportando il benessere in America...serve un poco di tempo ma penso che dovrebbe essere buono per noi".
Trump, minaccia dazi come strumento negoziale: ma serve davvero?
Operatori e investitori si sono ovviamente concentrati sul fatto che Trump non ha escluso l'ipotesi di recessione e hanno fatto partire le vendite. La decisione del repubblicano di istituire dazi sulle importazioni da Canada, Messico e Cina ha creato grande incertezza sulle sorti dell'economia globale. A questo si sono aggiunti gli stop-and-go sull'efficacia delle tariffe, apportando ulteriore volatilità allo scenario.
Alcuni economisti ritengono che si tratti di una strategia per aprire tavoli di trattativa, i quali porteranno ad accordi che però non cambieranno di molto la situazione attuale, lasciando tutti con la domanda: ma perché Trump ha fatto tutto questo?
Le tariffe causano danni e non migliorano la bilancia commerciale
Una guerra commerciale condotta a suon di dazi e rappresaglie porta infatti a un peggioramento generalizzato delle performance di tutte le economie in gioco. Uno studio ampiamente citato condotto da economisti del Fondo Monetario Internazionale e del National Bureau of Economic Research sulle conseguenze dell'introduzione di dazi su 151 economie nel periodo 1963-2014 giunge alla conclusione che gli aumenti dei dazi si risolvono in persistenti e significative diminuzioni di produzione e produttività, nonché a disoccupazione e disuguaglianze più accentuate e cambiamenti non significativi dei saldi delle bilance commerciali.
Recessione: un rischio calcolato?
Dando per scontato che le conclusioni dello studio siano corrette, con l'introduzione dei dazi Trump otterrà l'effetto diametralmente opposto a quello cercato: la bilancia commerciale USA resterà in deficit, ovvero le importazioni dai partner commerciali continueranno a sopravanzare le esportazioni americane (uno degli elementi critici a suo avviso), e l'economia perderà forza con effetti negativi sull'occupazione.
Altri osservatori fanno però notare che potrebbe essere un rischio calcolato. Spesso accade che nel primo anno del mandato gli inquilini della Casa Bianca accettino una recessione (che data la tempistica potrebbe essere imputata al predecessore) in attesa, o nella speranza, che le misure shock dispieghino i loro effetti in tempo per le prossime elezioni.