Poste Italiane, nuovo record con report JP Morgan e molto altro

di Simone Ferradini pubblicato:
3 min

Allineamento astrale positivo per il gruppo guidato da Del Fante con risultati sopra le attese e ruolo centrale in Telecom

Poste Italiane, nuovo record con report JP Morgan e molto altro

Altra seduta positiva per Poste Italiane. Il titolo ieri ha chiuso a 15,99 euro con un rialzo del 2,43%, ma soprattutto toccando a 16,17 il nuovo massimo storico. Il trend sottostante è decisamente positivo: da ottobre 2022 l'azione ha guadagnato circa il 110%, oltre il 40% dai livelli di inizio agosto. Ad alimentare il rally ci sono diversi fattori, primo tra tutti gli eccellenti risultati ottenuti. Il gruppo ha chiuso il 2024 con dati in crescita e superiori alle attese: ricavi a 12,6 miliardi di euro (+5%), EBIT rettificato a 2,96 miliardi (+13%), utile netto a 2,01 miliardi (+4%).

Anche la guidance 2025 ha sorpreso positivamente gli analisti: ricavi a 12,8 miliardi, EBIT rettificato a 3,1 miliardi, utile netto a 2,1 miliardi. Anche grazie a queste dinamiche oggi è arrivata la promozione di un broker di peso come JP Morgan: raccomandazione migliorata da neutral a overweight e prezzo obiettivo alzato da 15,50 a 18,50 euro.

Governo accantona collocamento

A fornire in questi ultimi mesi sostegno al titolo ha contribuito anche il rinvio del collocamento di una quota fino al 14% da parte del Tesoro che avrebbe dovuto avere luogo a novembre. Poi il governo ha trovato altre coperture per la legge di bilancio, tra cui gli 1,1 miliardi incassati con il collocamento di Banca MPS, e l'operazione è scivolata in secondo piano. Addirittura, secondo fonti sentite da Reuters, il governo ha definitivamente accantonato la vendita della quota alla luce del coinvolgimento di Poste nel riassetto di Telecom Italia.

Ruolo centrale nel riassetto di Telecom

E qui arriviamo all'ultimo tassello del puzzle che raffigura il rally di Poste Italiane. Il 15 febbraio il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha acquistato il 9,81% di Telecom da CDP in cambio del suo 3,78% di Nexi più un conguaglio da circa 170 milioni di euro. Poste è quindi diventata il secondo azionista del gruppo telefonico alle spalle di Vivendi (ha quasi il 24%) e potrebbe svolgere un ruolo centrale nell'evoluzione dell'assetto societario e industriale di Telecom. Il dossier è sul tavolo di governo, banche d'affari, fondi player del settore. Vivendi vorrebbe uscire e il private equity CVC si è fatto avanti ma vorrebbe spezzettare Telecom, scenario poco gradito a Roma, che invece vedrebbe meglio un'integrazione con gli asset italiani di Iliad.

In ogni caso A palazzo Chigi fa gioco essere dentro Telecom con anche prospettive industriali: Poste controlla infatti PosteMobile, primo MVNO italiano (esclusi dal computo i secondi brand come Kena) con il 4% delle SIM totali. Del Fante ha dichiarato al Sole 24 Ore che l'investimento in Telecom è di tipo industriale e non finanziario: il settore è molto competitivo ma ci sono sinergie da estrarre. Per il manager Poste è in Telecom per rimanere ed è in corso un'analisi strategica: secondo i rumor Poste avrebbe contattato Vivendi per instaurare una collaborazione ma i francesi hanno ribadito che la loro intenzione è uscire di scena.