Tassi Fed, come l'avvento di Trump ha cambiato lo scenario
pubblicato:Con il repubblicano alla Casa Bianca la banca centrale potrebbe essere più prudente nella manovra accomodante
L'arrivo di Trump alla Casa Bianca e le sue conseguenze sulla geopolitica e l'economia sono, e non potrebbe essere altrimenti, il tema centrale di discussione di queste settimane. Il repubblicano, non appena presi i pieni poteri (il giuramento normalmente si tiene il 20 gennaio), dovrebbe iniziare a mettere in atto il suo programma elettorale. Non tutto e subito ovviamente, e non è nemmeno detto che tutti i provvedimenti promessi vengano realizzati nei termini annunciati.
Ad esempio appare improbabile che vedremo milioni di deportazioni di immigrati irregolari, piuttosto alcune decine di migliaia. Tra le prime iniziative attese dagli analisti ci sono quelle relative alla deregolamentazione, mentre per le estensioni dei tagli delle tasse e i dazi dovremo attendere il secondo trimestre del 2025.
Il ruolo della Fed nella politica economica
Il presidente e il suo staff non sono però gli unici soggetti responsabili della politica economica. Lo statuto della Federal Reserve prevede infatti che la banca centrale si occupi di inflazione e (a differenza della BCE) occupazione. Uno dei rebus da sciogliere è quindi quello relativo all'interazione tra i due centri decisionali. E soprattutto se e come il percorso di riduzione dei tassi ufficiali verrà influenzato dal cambio di colore a Washington.
Con Trump previsti uno o due tagli in meno
Analizzando i movimenti delle previsioni sul livello dei Fed funds tratte dai derivati sui tassi e sintetizzate nel FedWatch Tool del CME Group (comprende i principali mercati dei derivati al mondo, CME, CBOT, NYMEX, COMEX) si evince chiaramente che la discesa dei tassi subirà un rallentamento. Nella prossima riunione del FOMC (il comitato operativo della Fed), l'ultima del 2024 in programma il 17-18 dicembre, ci sarà un taglio da 25 bp a 425-450 (attualmente 425-475): niente di nuovo rispetto allo scenario di un mese fa. Le novità arrivano guardando all'anno prossimo.
Nella riunione di fine gennaio le chance di tassi invariati sono al 60% contro il 35% di un mese fa, quelle di -25 bp sono sotto il 25% contro il 57% di metà ottobre. Il primo taglio dovrebbe essere a marzo (45%) ma un mese fa c'erano oltre il 50% di probabilità di essere già al secondo, ovvero al livello 375-400. Al momento i tassi a fine 2025 sono previsti proprio a 375-400, mentre fino a un mese fa si prevedevano a 325-350 o 350-375: in altre parole con Trump la Fed dovrebbe effettuare un o due tagli in meno.