Telecom Italia, rumors sul rafforzamento di Poste nel capitale, l'azione ne approfitta
pubblicato:Ferrari resiliente, nonostante incertezze economiche: previsioni 2025 e reazione positiva degli analisti

Tim, acquisti dopo i rumors su crescita di Poste nel capitale
Ottava positiva quella appena archiviata da Telecom Italia. Il titolo è salito sulle indiscrezioni secondo cui Poste Italiane starebbe valutando se incrementare la propria partecipazione nel gruppo telefonico dall'attuale 9,8% fino al 20%, acquistando azioni dal principale azionista Vivendi che detiene ancora il 18,37% delle azioni ordinarie dopo la recente cessione del 5,4% mentre la quota del capitale sociale è pari al 13,19%.
La scorsa settimana, rispondendo a una domanda sulla possibilità che Poste Italiane possa acquistare la quota detenuta da Vivendi, il sottosegretario all'Economia Federico Freni ha risposto che Poste ha quello che serve per diventare partner industriale e finanziario del gruppo telefonico prendendo il posto di Vivendi come azionista di riferimento.
Da segnalare intanto che la stessa Telecom Italia avrebbe dato mandato a Credit Agricole, Intesa Sanpaolo e UniCredit di ristrutturare una linea di credito da 4 miliardi di euro in scadenza l'anno prossimo, allungando il termine al 2030 e riducendone l'importo a 3 miliardi.
Telecom Italia, titolo in recupero in vista di resistenze importanti
Graficamente il titolo ha reagito bene al ribasso visto tra metà febbraio e inizio marzo, facendo registrare giovedì la chiusura più alta da inizio anno a quota 0,3145.
Le prossime resistenze critiche sono posizionate tra 0,3270 e 0,3350 e rappresenteranno un banco di prova importante per saggiare la reale volontà di crescita del titolo nel medio lungo periodo.
Oltre 0,32 conferme, nel breve, per il test di dette resistenze, il cui superamento aprirebbe al ritorno in area 0,38. Lo scenario rialzista perderebbe invece forza sotto 0,2840, preludio ad un nuovo test a 0,2550, riferimento la cui violazione rischierebbe di compromettere tutto il recupero visto da novembre.
Ferrari, la società può assorbire i dazi di Trump
Ferrari continua a dimostrare la sua solidità anche in un contesto di incertezza economica e tensioni commerciali. Il titolo ha guadagnato il 2,58%, chiudendo a 401,6 euro, grazie ai giudizi positivi di Barclays e altri analisti, che hanno sottolineato la capacità del gruppo di assorbire l’impatto dei dazi USA senza comprometterne la redditività.
La casa di Maranello ha infatti confermato la guidance per il 2025, rassicurando gli investitori sulla sua strategia per gestire le tariffe imposte dagli Stati Uniti sulle importazioni di auto europee.
Secondo le informazioni preliminari, i prezzi rimarranno invariati per i modelli 296 GTB, Roma e SF90 e per tutti i veicoli importati prima del 2 aprile.
Per gli altri modelli, invece, saranno applicati aumenti fino al 10%, una mossa che permetterà di compensare l'effetto delle nuove imposte senza impattare eccessivamente la domanda. Grazie a questa strategia,
Ferrari prevede di mantenere intatti gli obiettivi finanziari per il 2025: ricavi superiori ai 7 miliardi di euro (+5% su base annua), un EBITDA di 2,68 miliardi (+5%), un EBIT di 2,03 miliardi (+7%) e un utile netto adjusted di 1,55 miliardi (+2%). Il free cash flow dovrebbe attestarsi a 1,2 miliardi di euro.
L’unico impatto negativo previsto riguarda una possibile diluizione di 50 punti base nei margini EBIT ed EBITDA, ma tale effetto sarà compensato dal maggiore fatturato generato dagli aumenti di prezzo.
Gli analisti di Equita Sim hanno confermato una raccomandazione hold sul titolo, con un target price di 370 euro, sottolineando che il consensus di mercato è già allineato alle guidance e non dovrebbe subire variazioni significative. Intanto, Ferrari ha incassato due importanti upgrade.
Banca Akros ha rivisto il rating del titolo da neutral ad accumulate, abbassando leggermente il target price da 450 a 440 euro per riflettere gli effetti dei dazi USA, ma evidenziando un upside interessante rispetto alle attuali valutazioni.
Barclays ha promosso Ferrari da equal weight a overweight, alzando il target a 485 euro, ritenendo che il titolo offra un buon punto d’ingresso ai livelli attuali. La banca britannica ha inoltre evidenziato che la capacità di Ferrari di mantenere la guidance 2025 rafforza il suo status di porto sicuro nel settore auto europeo, caratterizzato da forte incertezza.
In sintesi, Ferrari continua a confermarsi una realtà solida e resiliente, capace di gestire con successo le pressioni esterne e di mantenere la fiducia degli investitori. La reazione positiva del mercato e gli upgrade degli analisti suggeriscono che il titolo potrebbe avere ulteriore margine di crescita nel medio termine.
Ferrari, assalti al livello critico dei 404,6 euro
Venerdì il titolo ha tentato di riportarsi al di sopra del livello critico di 404,60, minimo del 4 ottobre scorso, una resistenza che per il momento ha tenuto. Solo oltre quei livelli il rimbalzo intrapreso dal minimo del 27 marzo potrebbe estendere con obiettivi a 420 euro e, in caso di rottura, fino a 433 euro circa. Sotto il massimo del 27 marzo a 393,70 probabile invece il ritorno in area 369/374. Supporto successivo a 345 euro circa.