Dazi, un altro giorno di incertezza sui mercati

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Mercati ancora carichi di incertezze. Wall Street ripiega di nuovo, gli economisti aumentano le probabilità di recessione Usa. Ma mancano i dettagli

Dazi, un altro giorno di incertezza sui mercati

Durante i primi scambi di oggi a Wall Street permane l’incertezza in attesa dei dazi che il presidente Donald Trump ha promesso al mercato senza però chiarirne portata e geografie. Il recupero dei mercati azionari europei di oggi, dopo il tonfo di ieri, pare più un rimbalzo tecnico in un clima di permanente incertezza che un recupero di consolidamento. Lo confermano il persistere delle vendite a Wall Street dove gli indici rimangono in rosso: S&P 500 -0,37%, Nasdaq -0,23% e Dow Jones Composite Average -0,76%

Il Wall Street Journal, una testata non favorevole a Trump, titola un articolo sul tema: “Trump afferma di avere fissato il piano per il ‘Liberation Day’, ma non lo rivela”. Il presidente Usa avrebbe infatti stabilito il nuovo livello dei dazi, ma in pratica non ha chiarito esattamente a quanto ammonteranno, quanti Paesi saranno colpito, quali beni e settori finiranno nel mirino.

Domenica Trump aveva detto che avrebbe cominciato con dazi verso tutti, a ridosso del ‘Liberation Day’, non si hanno molti dettagli in più. Secondo alcuni si potrebbero realizzare da subito dazi universali del 20% su tutte le merci da tutti i Paesi, ma sono sostanzialmente congetture.

Anche la ‘vicina’ Fox ha citato un posto Mark Zandi di Moody’s che ha affermato di avere alzato le probabilità di recessione degli Stati Uniti al 40% dal 15% di inizio anno.

Ma, va detto, i numeri dell’economia USA per ora sono solidi su vari fronti, compreso quello del lavoro, e quindi nelle cifre ancora eventuali impatti non si vedono. Anche se la Fed ha ridotto le stime sull’economia per quest’anno.

Dazi Usa in arrivo, le tariffe probabili e i tentativi di posizionamento dell'Europa

Sarebbero “certe” le nuove tariffe del 25% su auto e componenti rilevanti come motori, componenti di motori e sistemi elettrici.

Incerte sono le reazioni dei Paesi colpiti. Oggi Ursula von der Leyen ha ribadito che l’Unione Europea ha “un sacco di carte” che potrebbero essere usate per negoziare, dissuadere e se necessario respingere (“push back”) i ‘dazi reciproci’ minacciati da Trump. Intanto i dazi del 25% su acciaio e alluminio sono già scattati da marzo.

Ma alcuni osservatori approvano l’approccio negoziale UE nella consapevolezza che anche dei contro-dazi europei avrebbero impatti negativi aggiuntivi sull’economia. Una qualche risposta però potrebbe diventare politicamente necessaria.

C’è incertezza anche sugli impatti sull’economia Usa dei dazi e sull’apporto fiscale che potrebbero portare al bilancio federale bisognoso di introiti (e affetto dai tagli del Doge di Elon Musk). Eventuali approcci negoziali porterebbero a una certa imprevedibilità anche dei proventi derivanti dai dazi.

Il Washington Post sottolinea che poi l’amministrazione Trump appare divisa anche sull’universalità dei dazi. C’è chi ‘teme’ che dazi su alcuni Paesi, li portino ad aggirare spostando le esportazioni verso gli Stati Uniti verso le giurisdizioni non colpite dalle tariffe. Alcuni quindi suggeriscono un carattere universale dei dazi per evitare le triangolazioni. Ma poi c’è anche chi mette in guardia da eccessi su questo fronte.

Di certo insomma c’è ancora ben poco.

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