Euro verso la parità contro dollaro, le cause della flessione della moneta unica
pubblicato:Prospettive macroeconomiche e politiche economiche di Trump rischiano di allargare il divario tra i rendimenti delle due valute
L'accelerazione ribassista accusata dall'euro dopo la vittoria di Trump alle elezioni USA ha spinto la moneta unica sui minimi da inizio novembre 2023, quindi da oltre un anno. Il movimento ha causato la violazione del supporto fornito da quota 1,06, creando i presupposti per ulteriori discese verso la parità nei confronti del dollaro. La debolezza dell'euro è causata da diversi fattori: partiamo da quello più "fresco", ovvero il ritorno del repubblicano alla Casa Bianca.
Con Trump la Fed potrebbe rallentare la riduzione dei tassi
Trump porta con sé politiche economiche protezionistiche che, se messe in atto, determinerebbero un calo delle importazioni e quindi una minor domanda di euro per l'acquisto delle merci in arrivo dall'eurozona. Inoltre i dazi avrebbero come conseguenza anche un incremento dei prezzi al consumo negli USA, elemento che darebbe alla Federal Reserve altri buoni motivi per rallentare la manovra di riduzione dei tassi (rendendo il dollaro più remunerativo).
La banca centrale americana si trova a gestire una situazione invidiabile con l'inflazione che sta rientrando verso l'obiettivo di lungo periodo del 2%, crescita economica solida e occupazione ancora elevata nonostante il ciclo restrittivo da cui sta uscendo.
Scenario diverso per la BCE
Dall'altro lato dell'Atlantico la situazione è molto meno rassicurante. Vero è che l'inflazione è scesa sotto il 2% (1,7% a settembre, 2,7% il dato core) ma la crescita è stagnante: +0,4% t/t nel terzo trimestre la prima stima (domani la seconda), con il dato del secondo rivisto al ribasso da +0,3% a +0,2%.
L'Eurotower potrebbe quindi essere costretta a tagliare i tassi con maggior decisione (rendendo meno remunerativo l'euro) rispetto alla Fed, anche alla luce del minor contributo alle esportazioni verso gli USA per i dazi, una tegola ulteriore sulla già fragile economia dell'eurozona.