Economia globale solida nonostante tutto, parola di Goldman Sachs
pubblicato:Gli economisti della banca americana prevedono sorprese positive dagli USA
Le prospettive della crescita mondiale sono migliori del previsto secondo Goldman Sachs. Lo scenario presenta un cospicuo numero di incognite ma vengono controbilanciate da altrettanti fattori positivi. Tra le prime troviamo quelle di stampo geopolitico (Russia-Ucraina, Medio Oriente e l'irruzione di Trump) ed economico (debolezza dell'Europa e il difficile rilancio della Cina). Tra i secondi la sconfitta dell'inflazione a opera delle banche centrali e il ribilanciamento del mercato del lavoro globale.
PIL globale solido, USA meglio del consensus
Gli economisti della banca americana prevedono che il PIL mondiale nel 2025 farà segnare un progresso del 2,7%, in linea con quello stimato per il 2024 e sopra il consensus Bloomberg. A loro avviso la sorpresa principale saranno gli USA con una crescita del 2,5% contro il +1,9% del consensus, una performance ben superiore rispetto a quelle degli altri Paesi sviluppati per il terzo anno di seguito: l'eurozona si fermerà a +0,8%, il Giappone a +1,2%, il Canada a +1,9%.
I dazi di Trump non faranno danni
La scommessa principale di Goldman Sachs riguarda gli effetti delle politiche commerciali protezionistiche annunciate da Trump. In base a quanto si può evincere dalle indicazioni date in campagna elettorale l'impatto sarà limitato a un -0,2% sul PIL 2025. Questo effetto sarà però più che compensato dai trend innescati dagli altri capisaldi trumpiani: riduzione delle tasse e deregolamentazione.
Anche l'incremento dell'inflazione causato dai dazi sembra gestibile: questo a patto che non vengano introdotte tariffe superiori al previsto. Goldman Sachs calcola che dazi generalizzati sulle importazioni del 10% riporterebbero l'indice PCE (quello preferito dalla Federal Reserve come misura dell'inflazione) al 3% a fine 2025.
Il crollo della produttività nell'eurozona
Come già accennato gli economisti prevedono per l'eurozona una crescita stagnante a +0,8%, la stessa attesa per quest'anno e con una modestissima accelerazione all'1,0% nel 2026. In Goldman Sachs indicano anche quale potrebbe essere la causa della sottoperformance. La produttività del lavoro negli USA dal 2019 in poi è cresciuta dell'1,7% annuo, in accelerazione dal +1,3% dell'era pre-pandemica. Nell'eurozona è accaduto il contrario, si è passato da +0,7% a +0,2%.