Borsa Italiana, tre titoli da scoprire
pubblicato:Banco BPM, Mediobanca e Recordati
Banco BPM, nuovi spunti ed elevato turnover
Banco BPM estende il rally delle ultime sedute e tocca i massimi da marzo 2016. Il titolo è sotto riflettori grazie a indiscrezioni su un'integrazione con Banca MPS: secondo La Stampa sono partite le manovre politiche per arrivare a una fusione ma nulla si muoverà prima delle elezioni europee in programma a giugno.
Venerdì Bank of America ha migliorato la raccomandazione su BPM da neutral a buy e incrementato il target da 5,50 a 7,00 euro, oltretutto inserendo il titolo nella sua lista Europe 1 (le migliori scelte tra le banche europee).
Sabato Il Sole 24 Ore ha sottolineato che nell'ultimo mese è passato di mano il 25% del capitale di BPM, circostanza che sarebbe sotto monitoraggio da parte della Consob.
L'analisi del grafico di Banco BPM mette in evidenza la rottura rialzista della resistenza rappresentata dal massimo dell'11 novembre scorso a 5,4440 euro, circostanza avvenuta venerdì (chiusura a 5,4640) che determina la riattivazione del movimento ascendente originato dal minimo storico del 2020 a 1,0120. Il titolo oscilla attualmente sui massimi dal 2016 e sembra ben posizionato per allungare verso 6,4620, ex supporto rappresentato dal minimo di inizio 2015, con primo obiettivo in area 6,05-6,10 dove transita attualmente il lato alto del canale ascendente ipotizzabile da settembre 2022. Segnali di debolezza nel brevissimo in caso di stabilizzazione sotto 5,22, prologo a un test dei supporti statici a 4,90 e a di quelli dinamici a 4,75-4,80 (base del canale), decisivi per scongiurare approfondimenti sull'importante riferimento di breve termine a 4,5920 (minimo del 16 gennaio).
Mediobanca, rumors su nuove possibili operazioni
Forte rialzo venerdì per Mediobanca. Il titolo è salito del 5,24% a 12,945 euro (range di seduta tra 12,56 e 12,97 euro). Il titolo è salito in seguito alle speculazioni di stampa riguardo a una potenziale fusione tra Unicredit e la compagnia assicurativa Generali tramite Mediobanca. Il mercato ritiene che tale operazione potrebbe avere solido razionale industriale. Una combinazione tra Mediobanca e Unicredit doterebbe quest'ultima di importanti supporti in settori in cui la banca è poco presente, come investment banking, wealth management e credito al consumo.
Dal punto di vista industriale, la fusione avrebbe senso e potrebbe generare sinergie di ricavo più che di costo. Inoltre, si sottolinea l'importanza di valutare l'impatto sulla quota in Generali e i possibili risvolti per Banca Generali in un contesto di questo tipo.
Gli esperti ritengono che Unicredit rimanga un candidato per il consolidamento del settore e che recentemente è stata indicata tra i potenziali interessati anche per B.P.Sondrio e Banco BPM.
Il titolo Mediobanca ha superato, con un notevole slancio, i massimi di inizio ottobre 2023 a 12,685 euro. Il prossimo target per il titolo si colloca a 13,70 euro. Su quei livelli è posizionato il possibile punto di arrivo dell'onda 5 della sequenza iniziata dal minimo di marzo 2022 (onda 1 fino al massimo di maggio 2022, onda 2 fino al minimo di settembre 2023, onda 3 fino al massimo di ottobre 2023, onda 4 fino al minimo di dicembre. Onda 3 è ampia come onda 1 moltiplicata per 1,618 volte, onda 5 dovrebbe essere pari a onda 1, quindi il target si posiziona in area 13,70 euro). Sotto area 12,50 rischio di ricopertura del gap del 23 febbraio con base a 12,43 euro. La violazione di questo livello sarebbe un segnale preoccupante anche in ottica di medio periodo. Supporto successivo a 11,885 euro.
Recordati volatile
Recordati volatile nelle ultime due sedute della scorsa settimana. Venerdì il titolo è salito dopo che Equita ha confermato la raccomandazione buy incrementando il prezzo obiettivo a 57,00 euro, mentre il giorno precedente i prezzi avevano oscillato nervosamente chiudendo sotto la parità nella giornata in cui sono stati comunicati i risultati preliminari 2023.
I ricavi sono stati pari a 2.082,3 milioni di euro, +12,4% a/a; EBITDA a 769,6 milioni, +14,4%; utile netto rettificato a 524,6 milioni, +10,8%; utile netto a 389,2 milioni, +24,6%; Free cash flow a 456,0 milioni, +17,0 milioni rispetto all'anno precedente; debito netto a 1.579,4 milioni da 1.419,9 milioni al 31 dicembre 2022. Per il 2024 il management prevede ricavi netti a 2.260-2.320 milioni, EBITDA a 830-860 milioni; utile netto rettificato a 550-570 milioni.
Secondo Equita, i risultati sono in linea con le attese, mentre la guidance 2024 è leggermente migliore.
Il titolo ha fatto registrare la chiusura più alta degli ultimi due anni, mettendo pressione alla resistenza in area 53,00. Oltre tale riferimento salirebbero concretamente le possibilità di un ritorno sui record del 2021 a 58,00 euro circa, percorso che troverebbe ulteriori conferme al superamento di quota 55,00. Il potenziale di crescita del titolo verrebbe minacciato solo dalla violazione del sostegno a 51,00 euro, preludio al ritorno in area 49,00/49,50, critica nel medio lungo periodo.