Stellantis giù: domani il tavolo con governo e sindacati ma è Trump a spaventare il mercato
pubblicato:Prosegue la difficile trattativa con il governo Meloni, gli operatori temono soprattutto i dazi promessi dal presidente eletto
Massiccia flessione per Stellantis che perde oltre il 4% ed è la peggiore tra le blue chip. Sul titolo si riversano molte notizie ma il risultato complessivo è chiaro: vendere. Partiamo dal fronte interno dove il gruppo italofrancese si appresta a vivere una giornata campale. Domani è infatti in programma l'incontro con governo e sindacati per discutere dei piani per gli stabilimenti italiani.
Il governo chiede garanzie sull'Italia
Nel fine settimana il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito che il governo si aspetta da Stellantis un piano "assertivo" per l'Italia all'interno della strategia futura del gruppo a tutela delle fabbriche poste sul territorio nazionale. La premier Meloni è stata più chiara asserendo che l'esecutivo è disposto a collaborare a patto che Stellantis tuteli i posti di lavoro in Italia.
Secondo indiscrezioni il governo potrebbe varare ulteriori incentivi per il settore auto in cambio di un impegno a mantenere la produzione nel nostro Paese. La scorsa settimana Urso aveva chiesto a Stellantis che nell'incontro "presenti un piano che ponga nuovamente al centro l'Italia, investendo risorse significative con l'obiettivo di raggiungere entro il 2030, una capacità produttiva di almeno un milione di veicoli nel nostro paese".
Il dopo Tavares
Ma Stellantis deve anche affrontare temi strategici globali come quello della transizione dall'ex a.d. Carlos Tavares al suo successore, il cui processo di selezione è in corso e si concluderà entro la prima metà del 2025. Al momento il gruppo è gestito da un comitato esecutivo presieduto da John Elkann. Secondo Reuters, sotto la guida del presidente, Stellantis sta ripensando la propria strategia e smantellando il lavoro di Tavares, resettando i rapporti con distributori, concessionari, fornitori, partner industriali, governi e lavoratori.
All'inizio della scorsa settimana ha presentato domanda per rientrare nell'ACEA (European Automobile Manufacturers' Association, l'associazione europea che riunisce i produttori di auto) dopo esserne uscita l'anno scorso sotto la guida di Tavares. L'ipotesi è che si tratti di una mossa che anticipa un ammorbidimento della UE in merito agli obiettivi di decarbonizzazione del settore.
Trump duro sui dazi, settore europeo in sofferenza
Infine un elemento che sta producendo effetti negativi su tutto il settore auto europeo: l'indice EURO STOXX Automobiles & Parts segna -3%. Ieri il Wall Street Journal ha scritto che i manager dei grandi gruppi USA stanno tentando di convincere Trump ad ammorbidire la politica dei dazi per proteggere e rilanciare l'economia americana, con scarso successo. Si tratta di misure particolarmente impattati sul comparto e su Stellantis in particolare.
Secondo i calcoli di Morningstar il gruppo realizza il 26% dei propri volumi di vendita negli USA, ma vi produce solo il 18% delle auto: il differenziale è il più alto tra i produttori del mercato di massa. Stellantis ha stabilimenti in Messico e Canada, entrambi nel mirino di Trump per il dossier dei flussi migratori.