Il risveglio del petrolio, l'ultima di Trump
pubblicato:Greggio sui massimi da febbraio dopo le minacce del presidente USA a Russia e Iran

Dopo settimane passate tra pesanti ribassi (prima) e un timido recupero (dopo) il petrolio si risveglia e accelera al rialzo portandosi sui massimi dalla seconda metà di febbraio, allontanandosi in modo vigoroso dai minimi toccati il 5 marzo (da fine 2021 per il Brent e dallo scorso settembre per il WTI). Il future per consegna maggio sul Brent si è avvicinato a quota 75 $/barile (minimo a 68,33), quello sul WTI ai 72 $/barile (minimo a 64,86). Ricordiamo che a inizio 2025 il Brent ha toccato gli 82,60 e il WTI gli 80,70.
Trump furioso con Putin
L'accelerazione di ieri è stata causata (come sbagliarsi) dall'ennesima intemerata di Donald Trump. Il presidente USA ha tuonato contro il suo omologo Vladimir Putin, autodefinendosi furioso contro il numero uno del Cremlino per aver messo in dubbio la credibilità del presidente ucraino Zelenskiy, suggerendo di mettere l'Ucraina sotto una forma di amministrazione transitoria per permettere al Paese di andare a nuove elezioni e di siglare accordi per chiudere il conflitto.
La minaccia di sanzioni secondarie sul petrolio russo
Trump ha affermato che non ci fosse modo di raggiungere con la Russia un accordo per fermare lo spargimento di sangue in Ucraina e ritenesse di questo responsabile Mosca, decreterebbe l'introduzione di tariffe secondarie sul petrolio esportato dalla Russia: chi comprerà petrolio sovietico non potrà avere rapporti commerciali con gli USA dato che i dazi saranno del 25-50 per cento.
Le tariffe secondarie (come quelle attivate la scorsa settimana per il Venezuela) colpiscono indirettamente il Paese oggetto in quanto vanno a incidere sulle merci importate dai Paesi che acquistano da quello sanzionato. Se effettivamente applicate, queste misure avrebbero come effetto quello di tagliare fuori parte dell'offerta mondiale e far alzare conseguentemente il prezzo del greggio.
Ricordiamo che la Russia è il terzo produttore di petrolio al mondo (dopo gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita) e il secondo esportatore (dopo l'Arabia Saudita). Cina e India sono i maggiori acquirenti di petrolio russo.
Trump minaccia anche l'Iran
Ma Trump non si è fermato qui, minacciando l'Iran non solo di attivare tariffe secondarie ma addirittura di passare alle vie di fatto bombardando il Paese "come non hanno mai visto prima". Teheran si è rifiutata di negoziare direttamente con gli USA sullo sviluppo di ordigni nucleari, come richiesto dallo stesso Trump in una lettera indirizzata ai leader iraniani a inizio marzo. Il presidente USA ha detto che aspetterà un paio di settimane e poi, in caso di mancanza di progressi, attiverà le sanzioni.
L'Iran è al nono posto tra i produttori, mentre è molto più indietro nella classifica delle esportazioni a causa delle sanzioni già in vigore a suo carico. Le sue riserve effettive di greggio sono le terze più grandi al mondo dopo quelle di Venezuela e Arabia Saudita.