Pensioni giugno 2023, l’INPS annuncia nuovi tagli: quali pensionati verranno colpiti
pubblicato:Le pensioni di giugno 2023 subiranno dei tagli: ad annunciarlo è l'INPS, che ha messo in guardia i titolari di trattamento. Ecco chi sono gli sfortunati pensionati che percepiranno meno.
Alcuni pensionati potrebbero ritrovarsi con un cedolino pensione giugno 2023 meno ricco di quanto ci si attendesse. Infatti, con il Messaggio n. 1661/2023, l’INPS ha annunciato che, in alcuni casi, l’Istituto provvederà ad effettuare dei tagli.
Fortunatamente, i tagli alle pensioni di giugno 2023 non riguarderanno tutti i pensionati, ma solo determinati titolari di trattamento. Ecco di chi si tratta.
Prima di scoprire maggiori dettagli, segnaliamo che per un riepilogo delle novità relative al trattamento pensionistico di giugno è possibile prendere visione del seguente approfondimento, realizzato da Mondo Pensioni:
Pensioni giugno 2023: la questione dei pagamenti indebiti
Secondo quanto esposto dall’INPS nel Messaggio n. 1661/2023, alcuni titolari di pensioni basse potrebbero aver indebitamente percepito delle maggiorazioni che non spettavano loro.
In particolare, la questione riguarda gli importi sono stati erogati relativamente alla quattordicesima mensilità degli anni 2019 e 2020, riguardando nello specifico pensionati con reddito basso e con età anagrafica superiore ai 64 anni.
Un discorso analogo può essere fatto per coloro che hanno percepito i 154,94 euro previsti dalla Legge 388 del 2000 per le medesime annualità (2019 e 2020).
Se, relativamente a quegli anni, la dichiarazione dei redditi non è stata presentata, l'INPS pretenderà indietro i soldi.
Pensioni giugno 2023, l’INPS annuncia nuovi tagli: quali pensionati verranno colpiti
Saranno dunque i pensionati a basso reddito a dover restituire gli importi indebitamente percepiti. Nello specifico, i tagli alle pensioni giugno 2023 verranno effettuati in quanto l’INPS, nel tentativo di recuperare il denaro erroneamente erogato, effettuerà delle trattenute all’importo della pensione.
Ovviamente, qualora si rientri in uno dei casi analizzati al paragrafo precedente, si riceverà una preventiva comunicazione da parte dell’Istituto.
L’INPS cioè avviserà i pensionati interessati, che dovranno scontare questa sorta di debito in 24 rate nel caso in cui l’indebito sia relativo alla quattordicesima. Se, invece, il denaro da restituire riguarda i 154,94 euro previsti dalla Legge 388/2000, si avranno a disposizione 12 rate.
Si tratta di una situazione decisamente spiacevole, soprattutto perché riguarda i pensionati che, di base, percepiscono una pensione bassa. E adesso rischiano di vedersi accreditare un trattamento addirittura ridotto.
Come evitare i tagli alle pensioni di giugno 2023?
È possibile evitare i tagli alle pensioni di giugno 2023? In realtà, c’è un solo caso in cui è possibile ottenere il trattamento pieno.
Qualora gli obblighi fiscali siano stati correttamente rispettati, molto probabilmente non sarà necessario restituire alcunché. I tagli alle pensioni di giugno riguardano infatti soltanto coloro che non hanno effettuato correttamente e nei tempi gli adempimenti fiscali.
Nel caso in cui, per le annualità 2019 e 2020, non siano stati presentati regolarmente Modello 730 o, in alternativa, Modello RED, il pensionato potrebbe comunque rientrare a pieno diritto tra i percettori di quattordicesima e/o integrazione da 154,94 euro.
Nel caso in cui si sia certi che i requisiti normativi siano stati rispettati, i pensionati potranno evitare una ingiusta decurtazione del proprio trattamento pensionistico presentando domanda all’INPS.
La procedura, denominata Ricostruzione per motivi reddituali, può essere inoltrata online mediante il portale dell’Istituto, o rivolgendosi al proprio CAF per ottenere assistenza.