Opa a Piazza Affari, boom di operazioni tese al delisting

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Da Servizi Italia a Unieuro, da Alkemy a Salcef, passando per Intermonte, Defence Tech e Relatech. Se si moltiplicano le offerte, deve esserci molto valore ancora nascosto a Milano. Ma l'obiettivo del delisting non è automatico

Opa a Piazza Affari, boom di operazioni tese al delisting

A giudicare dal numero di offerte che giungono a Piazza Affari da mesi, ci devono essere diverse occasioni a Milano.

Opa, offerte su Servizi Italia e Unieuro

L’ultima arrivata è senza dubbio quella di Cometa su Servizi Italia. L’offerta pubblica di acquisto (OPA) per la società che fornisce servizi di sterilizzazione e lavanderia al settore sanitario mette sul piatto 2,37 euro per azione con un premio del 14,7% sulla chiusura di venerdì scorso.
Scatta ovviamente il rally a Piazza Affari e Servizi Italia registra in queste ore un rialzo del 13,46% a 2,36 euro portandosi subito a ridosso dell’opa.

Significa che la società di Castellina Soragna, in provincia di Parma, vale adesso in Borsa più di 75 milioni di euro. E si avvia a lasciare il listino.

L’offerente è Cometa, veicolo costituito ad hoc dalla Aurum di Coopservice, che controlla già il 62,42% di Servizi Italia. Va poi escluso l’8,44% del capitale proprio controllato dalla quotata. Le azioni oggetto di offerta sono quindi circa 9,27 milioni, il 29,14% del capitale, e quindi l’esborso massimo previsto è di circa 21,96 milioni. L’obiettivo è il delisting.

È solo l’ultima offerta però di cui giunge notizia sul mercato e su questo fronte anzi Piazza Affari si sta mostrando molto vivace da mesi a questa parte.

Una delle più importanti operazioni in corso a Milano è l’opa francese di Fnac su Unieuro. L’opa è partita il 2 settembre e durerà fino al 25 ottobre prossimo e si presenta in effetti come un’OPAS, un’offerta pubblica di acquisto e scambio, in quanto per ogni azione di Unieuro riconosce 9 euro in contanti e 0,1 azioni del gruppo offerente Fnac-Darty.

È una grossa operazione, potrebbe costare fino a circa 178 milioni di euro e 1,97 milioni di nuovi azioni Fnac-Darty. Proprio ieri l’offerente ha però comunicato al mercato un abbassamento della condizione soglia minima per il successo dell’opas dal 90% al 66,67% del capitale. Si accontenterebbero insomma di due terzi della società al 25 ottobre prossimo. Basterebbe per portare l'alternativa della fusione in assemblea.

Sempre ieri d’altronde le comunicazioni di Borsa sull’andamento dell’Opas su Unieuro rivelavano che soltanto l’1,76% circa delle azioni oggetto di offerta era stato apportato alla proposta francese.

Opa su Alkemy, non sempre si arriva al delisting

Un’altra operazione di cui si è molto discusso è stata l’opa di Retex su Alkemy. In questo caso l’obiettivo del delisting è implicitamente saltato a settembre. Infatti l’offerente, importante martech (marketing+tecnologia) del fondo FSI, riducendo la soglia prevista al 50% del capitale più un voto rinunciava in pratica al ritiro dalla quotazione di Alkemy.

Servirebbe il 90% dei voti in Assemblea per delistare Alkemy con sicurezza o almeno il 66,67% dei voti per provare entro 18 mesi a far passare in assemblea straordinaria una fusione che scavalcherebbe i dissidenti.

Si sono messi di traverso l’investitore della prima ora Tamburi e un patto di sindacato anti-opa con dentro, fra gli altri, il presidente e cofondatore Alessandro Mattiacci (in rotta quindi con il co-fondatore Duccio Vitali che da subito si era alleato con Retex).

Attualmente sono stati riaperti fino al prossimo 10 ottobre i termini dell’offerta, ma alla data di ieri l’opa aveva raccolto solo il 47,56% delle azioni oggetto di offerta, quindi c’è persino il rischio che non venga raggiunta la condizione soglia ribassata per il successo dell’opa sulla società della digital transformation.

Opa, Salcef si allea con Morgan Stanley e Banca Generali punta su Intermonte SIM

C’è poi anche l’opa su Salcef, un protagonista dell’industria ferroviaria italiana (e non solo) e della sua infrastruttura. Salcef è un colosso da 800 milioni di euro di fatturato e 2000 dipendenti, ma potrebbe lasciare presto Piazza Affari. Venerdì scorso il consiglio di amministrazione ha ritenuto congruo il corrispettivo di 26 euro. In questo caso i soci storici della famiglia Salciccia hanno trovato un partner finanziario di altissimo standing in Morgan Stanley Infrastructure Partners (MSIP) con cui progettare una nuova fase di crescita specialmente negli Stati Uniti. Peccato che i piani non passino più da Piazza Affari che probabilmente quindi dovrà dire addio a un’altra STAR di Borsa Italiana. L’opa da oltre mezzo miliardo è cominciata ieri e si concluderà l’8 novembre, ma l’esito è quasi scontato perché, se anche non si raggiungesse la soglia del delisting al 90%, Salbid ha già la quota del capitale (e di voti) necessaria a promuovere la fusione dell’emittente nell’offerente.

Un’altra opa ai nastri di partenza è quella annunciata da Banca Generali su Intermonte Partners SIM. In questo caso il settore è quello sempre più dinamico del risparmio e l’offerta da 3,04 euro ha un valore soprattutto strategico e industriale per la società guidata da Gian Maria Mossa. La SIM porta in dote un nome di peso, asset e persone dalle competenze importanti nel settore della consulenza professionale alle PMI e servizi di trading e derivati di un certo prestigio. L’operazione potrebbe valore fino a circa 98,2 milioni di euro e il corrispettivo offerto implica un premio del 21,9% sulla data del 13 settembre. La palla è ora alla Consob per la determinazione del periodo di adesione.

Opa, il caso Defence Tech e l'offerta su Relatech

Il mese di settembre ha anche visto il delisting della storica Saras dopo l’opa di Vitol. Ma un caso particolare di questi giorni è sicuramente quello dell’opa di Tinexta su Defence Tech. L’offerente aveva messo sul piatto 3,15 euro, il 25,1% in meno della media ponderata dei 12 mesi precedenti l’offerta (€ 4,2), ma un gruppo di investitori (Kairos Partners, Mediolanum Gestione Fondi sgr, Generali Asset Management e Change in Progress) si era messo di traverso e aveva richiesto a Borsa Italiana il Panel previsto dalla Scheda Sei del Regolamento Emittenti di Euronext Growth Milano. Con il risultato che il panel ha rideterminato il prezzo in 3,8 euro e Tinexta ieri ha deciso di riadeguare l’offerta a questo livello.

Recentissima è anche l’offerta di Gemini BidCo su Relatech, altra società del digitale di Piazza Affari. In questo caso l’offerta viene dai fondi Bregal Unternehmerkapital specializzati negli investimenti in medie imprese in Germania, Austria, Svizzera e Italia. L’investitore fondato nel 2015 da Florian Schick e Jan-Daniel Neumann calcola circa 7 miliardi di euro di asset in gestione e punta al delisting di Relatech, un’altra esperta della digitalizzazione delle imprese quotata su Euronext Growth Milan. Il corrispettivo di € 2,53 implica un premio del 20,6% sui prezzi del 18 giugno scorso (data di riferimento) ed è stato giudicato congruo dal consiglio di amministrazione. L’esborso massimo potrebbe superare i 50 milioni di euro. Anche in questo caso l’opa è cominciata ieri (7 ottobre) e durerà fino al prossimo 25 ottobre (salvo proroga).

Ed è prossimo infine il delisting di IVS dopo l’opa del gruppo Lavazza sulla società delle macchinette per il caffè e gli snack. Con il 99,58% del capitale della società l’addio a Piazza Affari è solo una questione di tempo.