Rally di Moncler dopo gli investimenti di LVMH
pubblicato:Il gigante francese del lusso entra nella holding Double R e affianca Remo Ruffini nei consigli di amministrazione. Il titolo di Moncler vola, sicuramente influisce anche l'uscita dei Rivetti con le azioni sui minimi, Bernard Arnault ne approfitta
La notizia è da oltre un miliardo di euro, di quelle che mandano in fibrillazione i mercati e coinvolge uno dei settori più seguiti degli ultimi due anni, quello del lusso. L’accordo è tra due pesi massimi, da un lato Moncler, la società dei piumini di Ruffini che è tra i protagonisti del settore del lusso a Piazza Affari; dall’altro lato la LVMH di Bernard Arnault, il peso massimo del lusso globale.
LVMH prevede di comprare fino al 22% di Double R, partendo da un pacchetto del 10% appena acquistato. A sua volta Double R aumenterà entro un anno e mezzo fino al 18,5% le proprie quote di Moncler.
Double R è già oggi il primo azionista di Moncler con una quota del 15,8% della casa dei piumini.
Seguita da un bel po’ di istituzionali di rango, come Morgan Stanley (8,6%), BlackRock (5%) e Venezio Investments (4,5%).
In poche ore Moncler fa un balzo fino a 59,8 euro e anche con il ridimensionamento di metà seduta, l'azione segna ora un rialzo dell'8,22% a 56,34 euro, che significa un guadagno di capitalizzazione in borsa appunto 1,17 miliardi.
Moncler, l'azione era scesa del 33%, nonostante un semestre in crescita
D’altronde dai massimi del 14 marzo scorso a 70,34 euro ai minimi del 20 settembre a 46,65 euro l’azione aveva perso un corposo 33,6%
Un ridimensionamento importante, ma tipico del settore del lusso che era volato su multipli elevati e sentiva sempre di più anche il perdurare della crisi cinese sul fronte dei consumi.
Neanche la buona semestrale aveva ridato lustro al titolo, nonostante il balzo dell’utile da 145 a 180 milioni di euro, nel semestre meno redditizio del gruppo.
Moncler, una settimana fa lo scossone maggiore
Ma che il mercato fosse attento lo ha dimostrato la seduta del 20 settembre, venerdì scorso, una settimana fa, nel centro della Settimana della Moda a Milano, nel giorno in cui Moncler lanciava la collezione messa in piedi con Pharrell Williams in occasione della Milano Fashion Week con un party al Portrait di Corso Venezia.
Un venerdì nero per il lusso dopo la decisione di Jefferies di tagliare le stime sul settore, per Moncler restava un “hold”, ossia tenere in portafoglio ma il prezzo obiettivo veniva tagliato di 10 euro da 58 a 48 euro.
Vendite violente colpivano le azioni fino ai citati minimi a 46,65 che riportavano i livelli all’ottobre del 2022, con una reazione in corso di seduta e volumi roventi, oltre 4,87 milioni di azioni scambiate, il quadruplo del normale, circa l’1,77% del capitale che passava di mano in una sola giornata.
Pochi giorni dopo anche Santander tagliava il prezzo obiettivo da 73 a 54 euro, sotto il consensus su Moncler che in quei giorni si poneva a 62,88 euro ed era comunque orientato con 12 buy, 15 hold e 0 sell, a tenere o anche comprare il titolo.
Col senno di poi.
Moncler, LVMH entra nella cabina di regia dopo l'addio dei Rivetti
Oggi il rally dell’azione porta a 25,3x il rapporto dei prezzi sull’utile 2024, ma se si confermasse il +24% degli utili registrato nel primo semestre si arriverebbe a fine anno a 760 milioni circa, con un P/E Forward a 20,34x nonostante il balzo di queste ore. Un multiplo decisamente interessante, ma chiaramente l’investimento di LVMH non nasce solo dalla percezione di un’opportunità di ingresso dopo un calo del 33%
È un’operazione strategica, sicuramente il dominus Remo Ruffini si rafforzerà in Moncler, d’altronde LVMH si presenta da subito come il partner di peso del gruppo. Eleggerà infatti due membri del consiglio di amministrazione di Double R e un membro del consiglio di amministrazione della stessa Moncler.
Pesa sicuramente nel riassetto anche l’uscita dal capitale completata di recente di Carlo Rivetti, il fondatore del marchio Stone Island acquisito da Moncler. Il manager ha incassato circa 114,5 milioni di euro cedendo lo 0,8% di Moncler tramite la holding di famiglia “Grinta”, l’operazione si è servita di JP Morgan con cui era stato siglato un collar triennale appena lo scorso marzo.
Sciolto il patto parasociale dello scorso febbraio 2024 tra Grinta e Ruffini Partecipazioni Holding il 10 settembre, come annunciato già a fine agosto, la cessione aveva comunque pesato sul titolo di Moncler. Nell’ambito del rallentamento del settore l’operazione comunque stupiva, Equita la giudicava sorprendente con il titolo vicino ai minimi, tanto da lasciare pensare a risentimenti personali più che ad attese operative del gruppo.
Il dossier potrebbe insomma avere spinto Remo Ruffini a cercare nuovi e più affidabili partner.
Ovviamente il presidente e ad di LVMH Bernard Arnault ha dichiarato di volere supportare l’indipendenza di Moncler e il presidente e ad Remo Ruffini ha ribadito l’ammirazione per il suo nuovo socio, aggiungendo “fornisce la stabilità necessaria per realizzare la mia visione per il futuro”.
Ma la presenza di LVMH, che già controlla tantissimi grandi nomi italiani ed è molto attiva anche su Tods, come noto, sarà sicuramente da gestire.