Italia, brutto segnale dalla produzione industriale

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Dato negativo a luglio, pesano moda e auto, mentre fanno bene chimica e alimentari. Ma Codacons risolleva il problema dei prezzi

Italia, brutto segnale dalla produzione industriale

Dopo due letture positive consecutive l’importante dato della produzione industriale italiana torna in rosso, con un pesante -0,9% sul mese di giugno, peggio del calo dello 0,2% atteso dagli analisti, molto peggio del +0,5% precedente.

La produzione industriale sembrava in ripresa dopo due mesi consecutivi di crescita consecutiva sul mese precedente, ma a luglio c’è stato un raffreddamento generale.

Purtroppo il quadro tendenziale della produzione industriale della seconda manifattura d’Europa è ancora più negativo: a luglio -3,3% sul luglio 2023. Ed è sul lungo percorso che si assumono i dati più significativi per un quadro sempre più importante nel contesto dei lavori in corso sulla prossima finanziaria.

Italia, produzione in calo su tessile e auto

Luglio è stato terribile per due settori soprattutto, quello del tessile, abbigliamento, pelli e accessori che ha segnato una produzione in calo del 18,3% sul dato di un anno fa (!) e quello della fabbricazione di mezzi di trasporto (-11,4%). Come a dire due settori come moda e auto, che tagliano la produzione a doppia cifra.

Con la crisi d'identità dell'auto europea e italiana in corso da mesi e il raffreddamento della domanda cinese di lusso, non stupisce.

Ma vanno male anche industria del legno (-5,1%), attività estrattiva (-5,9%), attività manifatturiere (-3,9%).

A bilanciare il quadro, che rimane orientato al ribasso, contribuiscono in parte invece la produzione di prodotti chimici che a luglio segna un rialzo del 3,9% della produzione industriale sul dato di un anno prima, ma vale appena il 4,46% della produzione industriale italiana.

Più importante quel +1,9% della fornitura di energia elettrica o gas che copre il 10,19% della produzione totale.

A luglio va bene anche la produzione di alimentari, bevande e tabacco che cresce del 2,5% a/a in termini di produzione industriale, ed è un altro 9,76% del totale. Ma il saldo tendenziale resta al -3,3%, in peggioramento dal -2,6% tendenziale di giugno e soprattutto di nuovo in calo mese su mese.

Italia, produzione industriale in affanno, Codacons denuncia i prezzi elevati

Complessivamente l’Istat commenta:

“Dopo due mesi di crescita congiunturale l’indice destagionalizzato della produzione industriale registra, a luglio, una diminuzione; questa è diffusa ai principali comparti, con l’esclusione dell’energia. Risulta negativo anche l’andamento congiunturale complessivo nella media degli ultimi tre mesi. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, l’indice generale è in flessione. Il calo su base annua di luglio riguarda tutti i principali raggruppamenti di industrie, salvo l’energia”.

Assai più allarmati i toni del Codacons:

“La produzione industriale registra il diciottesimo calo consecutivo su base tendenziale, con una riduzione a luglio del -3,3% su anno – spiega il presidente di Codacons Carlo Rienzi – Una contrazione che investe tutti i settori, ma che si fa più marcata se si analizza l’andamento dei beni di consumo, che a luglio crollano del -5,2% su base annua e del -4,3% nei primi sette mesi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un vero e proprio tonfo per quelli durevoli, in calo verticale del -6,5% nel 2024”.

“Il vero problema è che i prezzi al dettaglio non hanno invertito la rotta e non sono diminuiti, dopo due anni di inflazione alle stelle e nonostante ci siano allo stato attuale ampi margini per far scendere i listini – prosegue Rienzi – Questo incide sulla spesa, sui consumi, e sull’industria, e per questo ribadiamo la necessità di intervenire in maniera più efficace sui prezzi, perché solo calmierando i listini sarà possibile tutelare la capacità di acquisto delle famiglie, sostenere i consumi e aiutare industria, commercio ed economia”.

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