Mercato dell'auto in Europa: a ottobre vendite +1,1%, tra luci e ombre
pubblicato:Soprese positive per Germania e Volkswagen, ma la casa tedesca è immersa in dure trattative industriali.
Stellantis segna un calo a doppia cifra delle vendite. Ibride full o mild continuano a correre mentre permane la crisi delle plug-in. Spunti dall'elettrica, arretrano di nuovo diesel e benzina
Se quella di ottobre è una reazione, si tratta di una reazione molto fragile.
A ottobre il mercato automobilistico europeo ha mostrato un incremento dell’1,1% delle immatricolazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e raggiunto le 866.397 unità.
Eppure qualche spunto emerge, come la reazione delle vendite in Germania (+6%) e la crescita delle immatricolazioni di Volkswagen del 16,7% Le dinamiche dei mercati nazionali e le performance dei grandi gruppi automobilistici confermano però un quadro articolato e carico di contraddizioni.
Auto, i maggiori mercati nazionali a ottobre, bene Germania e Spagna, male Italia e Spagna
I risultati delle immatricolazioni variano significativamente tra i Paesi:
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Germania: Si registra una crescita robusta del 6% a 231.992 unità, in una fase particolarmente delicata per il maggiore mercato europeo delle quattro ruote.
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Francia: Frena il secondo mercato Ue, un pesante -11,1%, che riflette una domanda interna in calo.
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Italia: Male anche il terzo mercato europeo con un calo del 9,1%.
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Spagna: Un altro buon segnale dal mercato iberico con aumento del 7,2% delle immatricolazioni
Fra i maggiori mercati solo Spagna e Italia mantengono nei 10 mesi un saldo positivo, con una crescita delle immatricolazioni del 4,9% e dello 0,9% rispettivamente. Resta chiaro che, tra stringenti norme europee sulle emissioni, declinante domanda di auto elettriche, concorrenza tecnologica dell’offerta cinese, l’industria delle quattro ruote del Continente continua a soffrire.
Auto UE, elettrica, ibrida o benzina?
Le preferenze dei consumatori europei continuano a evolversi e anche i dati di ottobre mostrano tendenze contradditorie, con trend in evoluzione e un mercato che resta difficile da interpretare mentre i colossi automotive annunciano dure ristrutturazioni industriali:
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Auto elettriche (BEV), un buon mese in un brutto periodo: A ottobre la domanda cresce del 2,4% a quasi 125 mila unità. Il saldo da inizio anno mostra però nei 10 mesi una flessione del 4,9% che poi è alla base della marcia indietro di molti produttori su questo segmento.
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Ibride Plug-In ancora in crisi: Continua la crisi delle quattro ruote con la spina, che confermano a ottobre un calo del 7,2% a meno di 67 mila unità, con un trend in linea con quello dei 10 mesi (-7,9% a 617 mila auto circa).
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Ibride (full e mild hybrid), le vere vincitrici dell’anno: Per le ibride full (che si ricaricano le frenate) o mild (che usano l’elettricità per l’accensione o altre funzioni accessorie ma non per la trazione) si conferma un bel 2024. A ottobre la domanda di queste vetture cresce del 17,5% a oltre 288 mila unità (di gran lunga la performance migliore tra le varie motorizzazioni) e nei 10 mesi il comparto mostra una crescita del 19,8% a quasi 2,7 milioni di auto.
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Benzina, numeri ancora in calo: Continua il declino delle motorizzazioni a benzina, che a ottobre segna un calo del 6,8% a 266 mila unità circa, dietro le ibride, e nei 10 mesi flettono del 4,7% ma restano la prima scelta con oltre 3 milioni di auto.
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Diesel, continua la crisi: Anche ottobre punisce il diesel in Europa con un calo delle immatricolazioni del 7,6% a 94 mila unità circa e un calo nei 10 mesi del 10,8% a poco più di un milione di auto.
Auto UE, case a velocità diversa, brillano Volkswagen e Toyota, male Stellantis
Complesso anche il quadro del settore automobilistico europeo che emerge dalle vendite delle case automobilistiche, influenzate sia dalle dinamiche dei mercati di riferimento, che dalle tendenze trasversali della domanda.
Il gruppo Volkswagen rafforzato la leadership continentale portando la quota di mercato al 28,7% grazie a un balzo delle immatricolazioni del 16,7% a 248.535 unità. Nei 10 mesi il saldo è positivo del 2,9% con crescite a doppia cifra per Skoda, Seat e Porsche mentre Audi cede il 9,2%.
L’attenzione però oggi va all’avvio del terzo round di trattative tra la società e i sindacati. A rischio un’ondata di scioperi dal prossimo primo dicembre se non sarà raggiunto un accordo. Lo minacciano i rappresentanti dei lavoratori guidati da IG Metall che propongono tagli al costo del lavoro per 1,5 miliardi di euro chiusura di impianti. Volkswagen proporrebbe invece una sforbiciata delle paghe del 10% per i lavoratori tedeschi e, secondo fonti sindacali, punterebbe a tagli dell’ordine dei 17 miliardi di euro, solo in piccola parte derivanti dal costo del lavoro.
All’orizzonte è infatti la chiusura di tre impianti in Germania che, secondo Bloomberg coinvolgerebbe 120 mila lavoratori su 300 mila posizioni in Germania in sei impianti. In particolare, riporta l’agenzia di stampa citando fonti vicine al dossier, il management della casa di Wolfsburg avrebbe proposto la vendita delle fabbriche di Osnabruck e Dresda e starebbero valutando l’impiego di Emden per una produzione conto terzi.
Nelle scorse settimane la controllata Audi ha ammesso di valutare la chiusura dell’impianto di Bruxelles e ieri Ford ha annunciato il taglio di ben 4.000 posti di lavoro in Europa entro la fine del 2027 con impatti soprattutto per la Germania e il Regno Unito.
È un brutto periodo anche per Stellantis che ha chiuso il mese di ottobre con un altro crollo delle vendite in Europa del 16,9% (150.346 unità) e flessioni delle immatricolazioni del 35,4% per Citroen e del 46,2% per Fiat (l’unico brand positivo è Peugeot con un +12,5%). Nei 10 mesi Stellantis ha registrato un calo delle immatricolazioni del 7,1% a 1,7 milioni di unità. Il gruppo è reduce da un crollo dei ricavi del 27% a 33 miliardi di euro nel terzo trimestre, ma ha dichiarato importanti passi avanti nella riduzione delle scorte di invenduto nel mercato chiave degli Stati Uniti. La società ha rinviato a metà 2025 il lancio dei pick-up Ram e dei suv Jeep elettrici in occasione della recente presentazione della piattaforma elettrica globale Stla Frame, una delle 4 piattaforme elettriche globali del piano Dare Forward 2030 utilizzata nel mercato americano e successiva a Stla Medium e Stla Large. Per l’elettrificazione Stellantis conta di investire 50 miliardi entro il 2030, ma le sue piattaforme stanno accrescendo la flessibilità in direzione di altre motorizzazioni.
Fragile il mese di Renault, che a ottobre ha mostrato un calo delle vendite dello 0,4% a 102 mila auto circa, ma mantiene un saldo positivo dell’1,2% nei 9 mesi (+1,2%).
È stato invece ottimo il mese di ottobre per Toyota, che resta dietro a Hyundai (-7,5% a 82.840 auto) in Europa, ma vende il 13,7% di auto in più e si porta a 85.587 veicoli. A differenza della maggior parte dei concorrenti il 2024 è stato per la casa giapponese che ha inventato l’ibrido un ottimo anno e il saldo dei 9 mesi mostra un balzo delle sue immatricolazioni europee del 12,5%.
Pochi la superano: Volvo (ormai della cinese Geely) con un +32,9%, Honda con un +29,7%, sempre nei 10 mesi, e Mitsubishi con un +52,5% Ma in questi ultimi due casi parliamo di poche migliaia di auto, un altro livello rispetto alle 305 mila di Volvo o le 362 mila di Ford (-17,5%).
Resta comunque la sensazione che sulle nuove motorizzazioni ibride ed elettriche l’Europa sia rimasta indietro rispetto all’Oriente e non abbia saputo fornire una risposta coerente con la domanda del mercato.