Campari accelera con nomina Hunt, i dubbi degli analisti sullo scenario
pubblicato:Il gruppo riparte con un AD di prestigio ma Deutsche Bank è pessimista sul settore
Seduta in forte progresso per Campari (+4,5% a 6,10 euro) che tocca i massimi da quasi un mese e si allontana dal minimo da marzo 2020 toccato il 22 novembre a 5,5460, al culmine (almeno per il momento) di una flessione partita nell'estate dell'anno scorso in scia ai deludenti risultati del primo semestre. I mesi successivi sono stati caratterizzati dal susseguirsi di segnali di debolezza per l'intero comparto e per Campari in particolare con le dimissioni a settembre dell'a.d. Matteo Fantacchiotti dopo soli 5 mesi alla guida del gruppo controllato dalla famiglia Garavoglia.
Hunt, un veterano del settore
Oggi il titolo rimbalza grazie all'annuncio della nomina del nuovo a.d. nella persona di Simon Hunt. Il mercato ha accolto molto favorevolmente la decisione del cda di chiamare alla guida del gruppo un manager considerato un veterano del settore. Hunt è impegnato da oltre 30 anni nel business dei premium spirit, avendo iniziato in Diageo, per poi passare a Allied Domecq, quindi in Pernod Ricard per poi passare 14 anni in William Grant&Sons (proprietaria del portafoglio di Scotch whisky single malt più venduto al mondo) fino alla carica di CEO dal 2016 al 2020.
Successivamente Hunt si è dato alla consulenza strategica per aziende di spirit premium e nel 2022 è stato nominato CEO di Catalyst Spirits, un incubatore di marchi spirit. Si tratta quindi di un professionista con una solida esperienza nell’accelerazione dei percorsi di crescita aziendale e nella costruzione di marchi globali. Può vantare un’ampia competenza nei mercati internazionali, in particolare nel mercato strategico degli Stati Uniti, così come nei mercati emergenti.
Compito difficile per il nuovo AD
Il mercato ha concesso un'evidente apertura di credito a Hunt, il quale si troverà a gestire una situazione non facile. I dati al 30 settembre hanno evidenziato un netto peggioramento della performance nell'ultimo periodo: il management prevede "un persistere del ciclo macroeconomico sfavorevole" e una crescita dei ricavi organica low single digit (tra 1 e 4 per cento) e performance organica dell’EBIT-rettificato sia in termini di profittabilità che in termini di variazione "negativamente impattata da uno sfavorevole mix di vendita e dal mancato assorbimento dei costi fissi a causa di minori volumi di produzione, nonostante i benefici sulle materie prime, così come dal completamento degli investimenti nel business in corso". Dal 2025 in poi la previsione è per un "graduale ritorno nel medio termine a una crescita organica mid-to-high single digit (tra 5 e 9 per cento, ndr)".
Il pessimismo di Deutsche Bank
Lo scenario complesso è certificato dal report odierno di Deutsche Bank, passato in sordina grazie all'euforia per la nomina di Hunt. Gli analisti della banca tedesca hanno peggiorato la raccomandazione sul titolo da buy a hold e tagliato il prezzo obiettivo da 8,50 a 5,70 euro. A loro avviso il consensus 2025 sul settore europeo è troppo ottimistico e gli investimenti dovranno essere selettivi. Peggiorata la raccomandazione anche su Remy Cointreau e Heineken, migliorata invece su Pernod Ricard.