Brunello Cucinelli fa ancora storia a sé
pubblicato:Il terzo trimestre conferma performance a doppia cifra, anche in Asia. Il gruppo si aspetta un 10% di crescita del fatturato nel 2024, nel 2025 e nel 2026. La società di Solomeo dimostra la capacità di crescere anche mentre gli altri ripiegano
Un mercato più razionale e più selettivo. Il rialzo del 4,18% di Brunello Cucinelli in queste ore riporta il titolo a 97,15 euro e invia un importante segnale di conforto ai mercati e al settore del lusso dopo una sequenza di sedute piuttosto difficili.
Ad alimentare l’allungo di Cucinelli sono i dati del terzo trimestre che confermano una crescita importante del giro d’affari: +9,2% a 300 milioni di euro. Espansione resa ancor più significativa dal confronto con il periodo brillante del terzo quarto del 2023.
La società di Solomeo archivia così i nove mesi del 2024 con un balzo dei ricavi del 12,4% a cambi costanti (+12,7% a cambi correnti) a quota 920,2 milioni di euro.
“Grazie ai risultati raggiunti e alla luce dell’andamento delle vendite di inizio ottobre, possiamo confermare con grande concretezza le attese di una crescita del +10% per il 2024, con profitti sani ed equilibrati”.
Brunello Cucinelli, vendite in forte crescita nonostante le vendite in calo di altri gruppi del lusso
Crescita a doppia cifra dunque per Brunello Cucinelli nel 2024, nonostante la debolezza della domanda cinese registrata da altri concorrenti e le incertezze accusate a più riprese dal settore globale del lusso.
Solo pochi giorni fa il gigante francese del lusso LVMH (che però ha un portafoglio di brand molto più differenziato, tra beverage, pelletteria, profumi e cosmetica) dichiarava un calo dei ricavi del 4,4% nel terzo trimestre del 2024 e del 2% nei nove mesi.
Nelle stesse ore l’italiana Salvatore Ferragamo dichiarava nel terzo trimestre 2024 ricavi in calo del 7,2% a cambi costanti e del 9,6% a cambi correnti. I 9 mesi della società fiorentina da tempo in crisi mostrano una flessione del giro d’affari a cambi correnti dell’11,9%.
Il lusso non è insomma tutto uguale e Brunello Cucinelli lo conferma oggi. Ma per comprendere un po’ meglio la luxury house del capitalismo umanistico e dell’umana sostenibilità, proviamo a guardare più in dettaglio i risultati.
Brunello Cucinelli, crescita armonica in tutte le geografie
Brunello Cucinelli cresce in tutte le geografie. In Asia nei primi nove mesi del 2024 ha registrato una crescita del fatturato del 12,2% a quasi 245,2 milioni di euro, significa più di un quarto del giro d’affari (il 26,6%) in un’area che invece per molti è una nota dolente.
Nell’area Asia Pacifico Ferragamo, ad esempio, ha registrato un calo delle vendite dei 9 mesi del 18,1% a cambi correnti (ma va ricordato che il gruppo del business di Ferragamo sono le calzature e la pelletteria e che la società separa l’Asia Pacifico dal Giappone dove nei 9 mesi è comunque calata del 5,4% a cambi correnti).
Anche LVMH (con i distinguo di cui sopra) nei 9 mesi ha registrato in Asia un calo del 12% del ricavi organici (senza il Giappone che invece ha registrato un balzo del 36%). Per la casa degli Arnault la quota dell’Asia (senza il Giappone) sul fatturato totale è scesa dal 32% al 29%, ma rimane appunto rilevantissima sebbene seguita non troppo da lontano dal 25% di fatturato negli Stati Uniti e da un altro 25% in Europa (Francia compresa).
Tornando a Brunello Cucinelli, la Cina ha mostrato una crescita anche nel terzo trimestre. Il gruppo spiega il successo nella Repubblica Popolare con il posizionamento del brand, con la distribuzione esclusiva, con l’apprezzamento nel Paese dell’elevatissima manualità incorporata nella manifattura dei prodotti. Sembra che il mercato cinese sappia insomma apprezzare il gusto delle collezioni del gruppo che ha ottenuto in generale un buon feedback nei negozi dalla stagione Autunno-Inverno.
Per Brunello Cucinelli l’Europa pesa comunque di più, il 37% delle vendite che significa 340,3 milioni di euro con una crescita dell’8% Ma sono le Americhe ad aver fatto meglio e segnano un balzo delle vendite nei 9 mesi del 17,6% a 334,7 milioni di euro.
Il quadro dei canali di vendita permette di capire un altro po’.
Il modello di Brunello Cucinelli è infatti basato su una rete di negozi monomarca che copre circa due terzi del fatturato e solo la quota rimanente è destinata al canale di vendita wholesale. Con l’ultima apertura di maggio a Miami le boutique sono 128 e hanno fatturato nei nove mesi 578,67 milioni di euro con un balzo sullo stesso periodo del 2023 de 13,3%
Anche l’ingrosso è andato bene con una crescita dell’11% a 341,56 milioni. La ripartizione tra i due canali è nel periodo del 63% per il retail e del 37% per il wholesale.
Brunello, la guidance a doppia cifra
Brunello Cucinelli, come anticipato, ha confermato l’obiettivo di una crescita del fatturato del 10% nel 2024 con un “sano ed equilibrato profitto”. La crescita è attesa intorno al 10% anche nel 2025 e nel 2026 e il gruppo punta a raddoppiare il fatturato tra il 2023 e il 2030.
A fare due calcoli estremamente approssimativi si può quindi immaginare che Brunello Cucinelli chiuda il 2024 con ricavi dell’ordine degli 1,25 miliardi di euro.
Se l’utile fosse quel 10% dei ricavi circa che si è registrato nel 2023, allora si potrebbe immaginare un risultato di gruppo dell’ordine dei 125 milioni di euro. Con una capitalizzazione in queste ore di 6,6 miliardi di euro circa, il gruppo tratta 52 volte gli utili attesi a fine anno.
Data la guidance sul 2025 e il 2027 i prezzi di oggi sono inoltre 47,6 volte gli utili del 2025 e 43,3 volte gli utili del 2026 (immaginando sempre un net profit margin intorno al 10%).
Se guardiamo l’indice Stoxx Europe Luxury 10, che raggruppa i primi 10 gruppi del lusso europeo (Brunello è nella lista, ma copre solo l’1,09% della capitalizzazione del paniere contro il 20,87% di Hermes e il 19,31% di LVMH), possiamo notare un P/E trailing (sui dati usciti) di 29,8x e un forward di 30,5x su livelli entrambi inferiori a quello di Brunello.
Il confronto giudicherebbe cara la società di Solomeo, ma si rischierebbe di soccombere a una statistica miope, perché Brunello Cucinelli sta dimostrando di avere una storia tutta propria da raccontare.