BCE in azione, tassi giù per tutto il 2025

di Simone Ferradini pubblicato:
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L'inflazione è rientrata nei ranghi, ora serve sostegno alla crescita

BCE in azione, tassi giù per tutto il 2025

La Banca Centrale Europea oggi ridurrà i tassi ufficiali dello 0,25%, come il mese scorso e a giugno. Si tratterà di una decisione non banale dato che due tagli in due meeting consecutivi del Consiglio Direttivo mancavano da ben 13 anni.

Era il periodo successivo alla crisi dei subprime, quello in cui gli effetti del crollo del mercato dei titoli strutturati legati agli immobili stavano passando all'economia reale e la BCE, alla stregua della Fed, fu costretta a rilassare la politica monetaria al punto da adottare misure non convenzionali (Quantitative easing).

Inflazione domata, focus sulla crescita

La situazione ora non è critica come allora ma la massiccia azione restrittiva condotta tra il 2022 e il 2023 per contrastare gli impulsi inflazionistici scaturiti dal rally dell'energia causato dalla guerra Russia-Ucraina e conseguenti ritorsioni economiche, necessita ora di un rientro verso la neutralità per evitare di peggiorare la situazione stagnante della congiuntura dell'eurozona (PIL ad appena +0,6% a/a nel secondo trimestre).

Gli indici dei prezzi al consumo sono tornati su livelli fisiologici: a settembre l'inflazione è scesa all'1,8%, sotto l'obiettivo di lungo periodo BCE del 2%. Si tratta della rilevazione preliminare, oggi alle 11 il dato finale.

Percorso parallelo per BCE e Fed

Il mercato si attende che l'Eurotower non si fermi qui. La riunione del 12 dicembre dovrebbe concludersi con un altro taglio da 25 bp e altre mosse accomodanti sono previste nel corso dell'anno prossimo: per fine 2025-inizio 2026 il tasso sui depositi presso la BCE, attualmente al 3,50% dovrebbe scendere a 1,75-2,00 per cento.

La Federal Reserve è attesa perseguire un percorso simile dato che per fine 2025 il tasso sui Fed funds dovrebbe collocarsi a 325-350 bp contro i 475-500 attuali. I tassi USA si consolideranno quindi su livelli superiori: questo sia per l'inflazione oltreoceano che sembra più resistente sia per la maggior dinamica del PIL.

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