Chi sale e chi scende: Azimut e Iveco sotto ai riflettori
pubblicato:Sell on news: Azimut scivola dopo dati e previsioni in crescita, non piace il dividendo misto carta e contanti, ma forse sono solo prese di beneficio. Buy on rumors: le voci di un interesse per la IDV di Iveco portano il titolo su nuovi record
Azimut, brutta caduta dopo i risultati
Di prese di profitto e sell on news in questi giorni se ne sono visti parecchi a Piazza Affari. Azimut probabilmente entra nel novero.
Il colosso indipendente del risparmio gestito è infatti alla seconda seduta terribile dopo la pubblicazione dei risultati, in queste ore il titolo cede il 7,82% e si riporta a 23,69 euro. Già ieri la seduta aveva registrato un saldo pesante: -0,59% E i volumi non mancano, solo stamane oltre 272 mila pezzi contro una media giornaliera dell’ultimo mese a 178 mila azioni. Uniti ai 324 mila pezzi di ieri, fanno circa mezzo milione di titoli scambiati tra vendite impetuose.
In poche ore l’azione ha bruciato le medie mobili a 20 e 50 sedute e il minimo di stamane a 23,59 euro si posto proprio sulla media mobile a 100 sedute, un supporto dinamico di lungo periodo.
Azimut, cosa ha buttato giù i corsi?
A fare due conti facili se prendiamo i 105,7 milioni di euro dell’utile ordinario del gruppo nel quarto trimestre del 2023 e li dividiamo per gli oltre 143 milioni di azioni di Azimut, otteniamo un utile per azione ordinario (in inglese sarebbe l’eps adjusted) di 73,78 centesimi. Il consensus degli analisti raccolto da Factset si poneva invece a 63 centesimi, quindi i dati hanno battuto le attese. Il titolo dovrebbe salire…
Anche il dividendo è cresciuto a 1,40 euro, con un dividend yield del 5,1% sui prezzi del 6 marzo assolutamente interessante. Eppur cade e, secondo molti osservatori, la ragione è proprio la cedola. Saranno infatti 1,4 euro di dividendo, ma soltanto 1 euro sarà in contanti, gli altri 40 centesimi saranno versati in azioni della società e questo al mercato raramente piace.
E sicuramente contribuisce anche il fatto che l’azione dalla fine di ottobre a oggi aveva fatto un rally del 44%, quale occasione migliore dei buoni dati per portarsi a casa un po’ di profitto? D’altronde forse, in queste condizioni si crea anche un’opportunità di ingresso, ricordando però che in Borsa è sempre meglio evitare di prendere con le mani un coltello che cade.
Azimut, conti e multipli
Nel 2023 Azimut ha superato gli obiettivi di utile, portando sulla bottom line del conto economico 454 milioni di euro di risultato adjusted e con in più l’obiettivo (confermato) di raggiungere 500 milioni di euro di utile netto nel 2024, con una raccolta oltre i 7 miliardi di euro dopo i 6,9 miliardi del 2023 (3,2 mld da risparmio gestito). Oggi Azimut è un protagonista di rango nel settore strategico italiano del risparmio gestito con ben 93,7 miliardi di euro in gestione e una partnership commerciale con Unicredit che ha un valore prospettico importante.
Con tassi previsti in calo e quindi un probabile ribasso dei tassi d’interesse la calamita dei BTP potrebbe perdere smalto e le gestioni attive potrebbero riguadagnare terreno, regalando profitti agli operatori.
A fine 2023 Azimut ha una posizione finanziaria netta positiva per 392 milioni di euro, praticamente 100 milioni di euro in più di un anno prima, la cassa è cresciuta a oltre 464 milioni, la liquidità sfiora gli 889 milioni di euro, insomma ci sono altre munizioni per andare di nuovo a caccia, come già si è fatto negli ultimi anni.
In termini di multipli Azimut ha un P/E Forward da 9,24, non male per il settore. Il titolo tratta a 2,67 volte le vendite, 2,29 volte il patrimonio (P/B trimestrale) e 7,48 volte il cash flow TTM: è probabilmente da mettere sotto osservazione, magari quando si sarà assopito il furore delle vendite di queste ore.
Iveco, le voci che fanno correre i camion
In direzione ostinata e contraria si muove invece il titolo di Iveco. Guadagna un altro 5,19% a 12,57 euro e porta a uno straordinario +84% la performance dallo scorso novembre a oggi, anche se i volumi non sono poi brillanti. I 12,67 euro toccati dai top di queste ore sono un nuovo record storico per il titolo a Piazza Affari. Cosa fa correre i camion?
Semplice, l’articolo di oggi del Sole 24 Ore che, tra le righe di sunto delle nuove strategie industriali di Leonardo nel contesto della corsa europea agli armamenti e alle fusioni nella Difesa Ue inserisce anche un interesse della società guidata dall’ex ministro Roberto Cingolani per la bolzanina Iveco Defence Vehicles (IDV), così, come dovuto il titolo del potenziale venditore stamane sale. Ora siamo ancora in fase di rumors, anche se la collaborazione di IDV con la Oto Melara che Leonardo non vuole più vendere è stuzzicante. Bisognerà comunque bussare alla Exor degli Elkann, che controlla Iveco con il 27,1% del capitale e il 42,5% dei diritti di voto (un altro miracolo olandese).
Di fatto però stamane sui rumors il titolo corre a Milano, fino a livelli da record.
In fondo le parabole odierne di Azimut e Iveco non sono altro che la riconferma stamane del vecchio detto di Borsa: “Buy on rumors and sell on news”.