Piazza Affari, continuano gli ABB, i collocamenti lampo di azioni
pubblicato:L'ultimo caso è Altea Green Power, ma c'è stata da poco Saipem e la grande attesa è per il prossimo collocamento delle azioni di MPS. Negli ultimi mesi gli accelerated bookbuilding si sono moltiplicati a Piazza Affari, ma non sempre le azioni hanno recuperato
Nuovo collocamento lampo di titoli a Piazza Affari. Questa volta viene messo in Borsa con una procedura di accelerated bookbuilding, ABB, il 4,33% di Altea Green Power, il venditore è la Dxor Investments di Giovanni Di Pascale, fondatore e amministratore delegato della società che ha venduto 750 mila azioni a istituzionali per 6,7 euro ad azione. Il manager mantiene una quota di controllo della società del 58,77%, il flottante resta superiore al 35%, la società rimane nel segmento STAR di Euronext Milan.
Il mercato assorbe bene l’operazione e il titolo, dopo un primo affondo a 6,81 euro, recupera quota 7,2 euro e, pur mantenendo una performance negativa del 2,31%, mostra di guardare già oltre.
ABB, collocamenti lampo tra le controllate pubbliche, da ENI, a Saipem e MPS
È soltanto l’ultimo degli ABB che scuotono i listini di Piazza Affari negli ultimi mesi. Fra l’11 e il 12 giugno, quindi in pratica l’altro ieri, Eni ha realizzato la vendita lampo di un corposo pacchetto del 10% del capitale di Saipem al prezzo di 1,970 euro per azione. Mantenuto anche in quel caso il saldo controllo del gruppo anche tramite un patto con CDP Equity, l’azione della società dei servizi all’industria petrolifera ha chiuso la seduta precedente l’operazione a 2,06 euro circa, ma il giorno dopo è affondata rapidamente a 2,01 euro prima di recuperare in chiusura i 2,10 euro.
Per Eni l’operazione ha permesso l’incasso di ben 393 milioni di euro e dietro la decisione è parso ancora una volta che ci fosse lo stato italiano interessato a fare cassa con la privatizzazione di diverse società e la vendita di quote a Piazza Affari.
Il pensiero va subito a MPS che ha riportato al Tesoro importanti risorse negli ultimi mesi.
A novembre infatti il Ministero dell’Economia ha venduto il 25% del capitale a 2,92 euro per ogni azione della banca senese con un incasso di 920 milioni di euro.
A marzo il MEF ha ceduto un altro pacchetto del 12,5% a € 4,15 per azione incassando altri 650 milioni di euro.
Adesso al ministero guidato da Giancarlo Giorgetti rimane una quota strategica del 26,73% sulla quale il lock-up, l’impegno temporaneo a non vendere altre azioni, scade il prossimo 1° luglio.
Ma l’ultimo miglio in questo caso si presenta molto più difficile perché questa volta sarà in gioco il futuro della banca senese e il dossier delle possibili aggregazioni con altre realtà. Non a caso il mercato ne parla in pratica ogni giorno e le modalità del collocamento sono ancora da definire.
Potrebbe non trattarsi di un accelerated bookbuilding questa volta, potrebbe saltare lo schema della vendita delle quote rimanenti in due tranche, si sonda il mercato e si cercano potenziali investitori, fondazioni comprese, per delineare un futuro sostenibile per una delle maggiori banche italiane.
In Borsa i titoli della banca senese finora non hanno subito scossoni, gli sconti degli ABB del governo sulle quotazioni correnti dal 4,9% al 2,49%, sono stati rapidamente riassorbiti, ma intanto il Tesoro continua a fare cassa alla ricerca di risorse.
Fra il 15 e il 16 maggio scorsi il governo ha collocato, sempre con un accelerated bookbuilding, il 2,8% di Eni a un prezzo di 14,855 euro per azione con uno sconto di appena l’1,7% sui valori di Borsa. L’incasso complessivo è stato circa 1,4 miliardi di euro, ma questa volta il titolo non ha recuperato i valori del giorno prima. Complici anche lo stacco del dividendo da 0,23 euro nel Dividend day del 20 maggio e i cali dei prezzi del petrolio, il titolo del cane a sei zampe non ha rivisto per ora la quota dei 14,85 euro e in queste ore vale circa 13,6 euro.
Verrebbe naturale pensare che l’incasso dalla vendita del 10% di Saipem derivi anche da questo, ma in realtà le cose sono molto più complicate di così e il gruppo guidato da Claudio Descalzi punta a investimenti da ben 27 miliardi di euro (CAPEX) tra il 2024 e il 2027, ha aumentato i dividendi e sta dando la scossa a tutte le sue partecipate cercando anche investimenti importanti (o la quotazione quando le condizioni di mercato lo consentiranno) per Enilive e Plenitude. Del pacchetto fanno parte anche le dismissioni o, per dirla con Eni, l’attività di gestione del portafoglio con un contributo in termini di cassa da circa 8 miliardi di euro.
ABB, cessioni lampo a Piazza Affari anche dai privati
Ma si sbaglierebbe a pensare che sia solo lo Stato a vendere sul mercato in questa fase. Il Ftse MIB in un anno ha guadagnato quasi il 20% e in due anni più del 50% Il Ftse Italia All Share ha guadagnano il 18,4% in un anno e il 46,8% in due anni. Che qualcuno voglia prendere profitto, magari in vista di nuovi progetti, non può stupire.
Il 12 giugno la holding della famiglia Pesenti, Cemital Privital Aureliana, ha collocato con un accelerated bookbuilding 550 mila azioni di Italmobiliare, circa l’1,3% del capitale, a un prezzo di 27,5 euro per azione, per un incasso di circa 15 milioni di euro. Dopo un rapido calo il giorno prima a quota 29,5 euro, lo sconto dell’ABB era quindi del 6% circa e il fatto che i Pesenti siano scesi al 47,6% del capitale ha un valore poco più che simbolico. Quanto al titolo, ha subito anche le scosse delle ultime sedute e vale circa 28,05 euro, ma va segnalato che è una di quelle azioni che devono ancora recuperare il dividendo, in particolare poi Italmobiliare lo scorso 6 maggio ha staccato una cedola ordinaria da 0,8 euro e una straordinaria da 2,2 euro, la seduta prima dello stacco, il 3 maggio scorso l’azione valeva 34,55 euro, ci vorrà verosimilmente del tempo per recuperare quei livelli.
Lo scorso 8 maggio sono state collocate sul mercato anche 2.326.920 azioni di Maire, circa lo 0,7% del capitale, a un prezzo di 7,28 euro per un controvalore di 16,9 milioni di euro. La chiusura precedente era a 7,66 euro, quindi lo sconto è stato del 5% circa, ma va detto che l’azione di Maire ha recuperato e superato quei livelli salvo poi ripiegare più di recente con gran parte del mercato. Il 22 aprile il titolo aveva staccato anche un dividendo da 0,197 euro rapidamente recuperato, ma va detto che l’ABB di maggio di Maire era stato richiesto in assemblea dai beneficiari del piano di incentivazione di lungo termine 2021-2023, quindi presenta peculiarità proprie.
Al suo accelerated bookbuilding il colosso delle navi cisterna d’Amico International Shipping ha persino dato il suggestivo nome di Project Ocean. In pratica lo scorso 15 maggio la D’AMICO INTERNATIONAL SA ha collocato con un ABB 6,2 milioni di azioni, il 5% del capitale, a un prezzo di 6,5 euro incassando 40,3 milioni. In questo caso lo sconto è stato molto più importante, circa il 15,5% e dai 7,7 euro del giorno prima del collocamento l’azione si è gradualmente allontanata, oggi vale 6,1 euro. Ma la governance è sostanzialmente invariata, visto che anche dopo l’ABB D’AMICO INTERNATIONAL controlla circa il 60,65% del gruppo.
Da citare è anche il collocamento lampo di 4.602.000 azioni di The Italian Sea Group da parte di GC Holding a 10,10 euro per azione, circa l’8,7% del capitale venduto per 46,48 milioni circa. L’operazione è avvenuta il 27 marzo con uno sconto del 9,17% circa sulla chiusura del giorno prima a 11,12 euro. Anche in questo caso l’azione non ha ancora recuperato i valori precedenti.
Ma nei mesi scorsi si sono registrate altri ABB importanti sul mercato e collocamenti lampo di quote di rilievo hanno riguardato il 5% quasi di Webuild, l’1,18% di Moncler, il 7,9% di Lottomatica. Di certo è una tendenza che le ultime operazioni confermano.