Unicredit, voci di uscita di Delfin rovinano la festa dei conti
pubblicato:I risultati 2024 battono le attese. Alzate anche le stime sul dividendo, ma l’uscita degli eredi Del Vecchio dal capitale porta vendite sul titolo dopo i primi, nuovi record a Piazza Affari
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Seduta difficile per Unicredit dopo i conti del 2024 e soprattutto i rumors su un’uscita di Delfin dal capitale del gruppo. L’azione in tarda mattina è il peggior titolo del Ftse MIB con un calo del 2,86% a 45,875 euro dopo un affondo a 45,445. Va detto che con l’allungo in avvio a 46,71 euro il titolo ha aggiornato i massimi di periodo e rivisto prezzi che non toccava dal luglio del 2011. Inoltre con 6,19 milioni di pezzi passati di mano contro una media giornaliera dell’ultimo mese di oltre 37,8 milioni di azioni, i volumi veri devono ancora passare di mano. Il mercato sta elaborando insomma e intanto prende qualche presa di beneficio dopo un primo allungo in territori arditi come quelli sopra il 46,7 euro.
Unicredit, gli eredi Del Vecchio rovinano la festa
Il caso Delfin rovina comunque la possibile festa per conti e stime in rialzo. La holding degli eredi Del Vecchio guidata da Francesco Milleri è come noto uno dei protagonisti del risiko che parte da MPS, passa da Mediobanca e arriva a Generali.
La sua uscita dal capitale di Unicredit, ossia la possibile vendita del 2,7% circa del capitale di Unicredit potrebbe scuotere i prezzi della banca di Piazza Gae Aulenti, almeno temporaneamente.
Potrebbe essere nelle cose e Orcel ha parlato di un eccellente azionista per molto tempo nella buona e nella cattiva sorte. Poi ha aggiunto che il suo lavoro è far sì che sia la decisione sbagliata se davvero stanno considerando di vendere. Chiosando che “finora non l’hanno fatto”.
I giochi potrebbero insomma ancora essere aperti, anche se le vendite sul titolo sembrano dare credito a una prossima uscita, visto che i conti hanno battuto le attese ed è stata migliorata la guidance sui dividendi.
Unicredit, i numeri del 2024 sopra le attese
Il 2024 è stato un anno da record al termine di tre anni di successo, come recita l’incipit del comunicato di Piazza Gae Aulenti. I dati pubblicati sono come da attese brillanti, ma il prossimo futuro tracciato sui binari di due dossier roventi come la conquista di Commerzbank e quella di Banco BPM, rimane ancora da costruire.
Unicredit ha chiuso il 2024 con ricavi da 24,84 miliardi di euro in crescita del 4,3% e sopra la mediana del consensus raccolto dal gruppo a 24,728 mld.
Le commissioni 2024 sono cresciute del 7,6% a 8,139 miliardi, appena sotto in realtà il consensus (8,141 mld).
Il margine d’interesse è aumentato del 2,5% a 14,358 miliardi e ha battuto le attese degli analisti (14,162 mld).
L’utile operativo netto della banca in un anno è aumentato del 7,2% a 14.798 mld (consensus 14,678 mld).
L’utile netto contabile è cresciuto del 2,2% a 9,719 miliardi e ha battuto nettamente il consensus (9,256 mld). Se si escludono le DTA la bottom line del conto economico segna un rialzo dell’8% a 9,3 miliardi, nonostante oneri straordinari per 1,3 miliardi. Il ROTE è al 21%, l’utile per azione cresce del 22% a 5,74 euro.
Unicredit, la guidance 2025
Così il gruppo guidato da Andrea Orcel ha fornito la guidance per quest’anno e prevede utili e ROTE stabili sui livelli del 2025.
Al 2027 il gruppo si attende ora utili in crescita verso i 10 miliardi e un Rote superiore al 17%
Viene però alzata la stima sulle distribuzioni di valore, noto carburante delle quotazioni di Unicredit da parecchi mesi a questa parte: nel 2025 le distribuzioni saranno maggiori di quelle del 2024 e il dividendo sarà al 50% dell’utile netto (in precedenza si era fermi al 40% degli utili).
In particolare per l’anno in corso il gruppo Unicredit si aspetta ricavi oltre i 23 miliardi, un calo moderato del margine d’interesse, commissioni in rialzo mid-single digit (+4-6%), costo del rischio a 15 pb (inclusi overlays), costi totali in lieve calo a 9,6 miliardi e un rapporto costo/ricavi del 40%.
L’utile netto – come anticipato -dovrebbe restare sui livelli del 2024 quindi sui 9,7 miliardi a fronte di RWA (impieghi ponderati per il rischio) di circa 300 miliardi. Il Rote dovrebbe battere il 17% e sono attesi in forte crescita sia l’utile per azione, che il dividendo per azione, che dovrebbe giovarsi di distribuzioni maggiori rispetto al 2024.
Se l’utile netto sarà pari a quello appena pubblicato, andando un po’ a spanne si può calcolare quindi un dividendo da circa 3,13 euro per azione.
Facendo un po’ i conti della serva e leggendo le note, si apprende che il dividendo complessivo del 2024 è deciso in 2,41 euro il che vuol dire che la banca punta ad aumentare in maniera consistente la cedola in contanti. Peraltro visto il saldo di novembre di 0,93 euro per azione, restano per i soci prossimi dividendi a valere sul 2024 per 1,47 euro.
La distribuzione totale di valore ai soci di Unicredit per il 2024 è stata fissata a 9 miliardi di euro, dei quali 3,7 mld in dividendi in contanti e 5,3 miliardi in buyback. Sono già stati effettuati riacquisti di titoli propri per 1,7 miliardi di euro, quindi rimangono 3,6 miliardi di euro di buyback a disposizione di Unicredit: significa una distribuzione aggiuntiva di valore ai soci pari a 2,32 euro per azione. Il management di Unicredit ha annunciato che questa nuova fase di buyback comincerà con il via libera delle autorità e dopo la conclusione dell’offerta sul Banco BPM, quindi ci vorrà ancora qualche mese.
Unicredit, a proposito di Banco BPM e Commerzbank
A proposito di Piazza Meda… In queste ore, con il Banco BPM in calo dell’1,08% a 8,776 euro e Unicredit a 45,59 euro per azione (-3,46%), l’offerta di Piazza Gae Aulenti di 0,145 titoli propri per ogni azione del Banco lo valuta oltre il 9% in meno dei suoi valori di Borsa, in altre parole Unicredit offre 12,08 miliardi per il Banco BPM che a Piazza Affari capitalizza 13,29 miliardi. Difficile che senza un ritocco l’offerta abbia successo e probabilmente il mercato oggi sconta anche questo. E su questo fronte Orcel ha detto di non avere mai escluso un rilancio, anche se si vuole prima verificare se le sfidanti condizioni attuali con i loro effetti sul Banco BPM, renderanno plausibile un ritocco dell'offerta in linea con i paletti di Piazza Gae Aulenti sulla redditività degli investimenti.
Né l’altro dossier, quello di Commerzbank, sembra messo meglio. L’attesa delle elezioni tedesche che potrebbero essere un terremoto per l’Europa come la conosciamo (ma anche no), è la tappa da attendere prima di riaprire i giochi che finora sono stati molto poco amichevoli. Unicredit è al 28% circa potenziale della banca tedesca che copre buona parte dell’export teutonico in crisi, ma il governo uscente si messo di traverso all’operazione di Orcel bocciandone metodo e merito.
A questo punto il manager dovrà fare altre mosse, come quella dell’investimento nel 4,1% di Generali (a proposito, il gruppo ha dichiarato di essere oltre la soglia del 5%, ma nessuna scalate al Leone, ha detto Orcel).
In fondo sono due partite nelle quali si sta giocando la carriera e i soci non accetteranno un fallimento su entrambi i fronti. Qualcuno già si sfila, ma non è detto che i risultati ancora brillanti del gruppo alla fine non illuminino la via.