Mediobanca, conti forti e titolo in crescita

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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L’amministratore delegato Nagel ribadisce il no ad MPS e alza le stime al 2026

Mediobanca, conti forti e titolo in crescita

Mediobanca in rialzo a Piazza Affari durante i primi scambi. Il titolo guadagna lo 0,97% e si porta a 16,71 euro in controtendenza a un settore del credito che avvia una giornata difficile con un Ftse Italia Banche in calo dello 0,96% durante i primi scambi.

Mediobanca, ancora un no ad MPS (la cui offerta resta a sconto)

A puntellare i corsi di Piazzetta Cuccia contribuiscono senz’altro i risultati del primo semestre pubblicati ieri a mercato chiuso. La banca guidata da Alberto Nagel ha alzato gli obiettivi al 2026 (non quelli di quest’anno) e ha, come previsto, fatto dei risultati in crescita il primo argomento contro la recente inattesa offerta di Banca MPS giudicata questa volta “innaturale”. A chi gli chiedeva se temeva eventuali rilanci, il manager ha risposto: “Non temiamo nulla”.

Ai corsi questi primi scambi di oggi, con MPS a 6,424 euro (+1,74%), l’offerta di 2,3 azioni della banca senese per ogni titolo di Mediobanca portato all’ops implica uno sconto dell'11,57% e valuta 12,3 miliardi la banca di Piazzetta Cuccia contro i 13,92 miliardi della capitalizzazione in corso. Come a dire siamo lontani, lontanissimi. Anche se i soci forti Delfin e Caltagirone spingono per il deal, anche se altri azionisti di peso di Piazzetta Cuccia sono indecisi.

In questo contesto elettrico – che come noto ha per posta finale il Leone di Trieste – i risultati di Mediobanca sono angolari. Perché negli ultimi anni sono stati il vero baluardo all’indipendenza di Piazzetta Cuccia e a quella di Assicurazioni Generali. I risultati, come dev’essere.

Mediobanca, balzo delle commissioni, l'utile semestrale sfiora i 660 milioni

E Mediobanca cresce ancora. Nel primo semestre (i sei mesi allo scorso 31 dicembre) i ricavi di Mediobanca (il suo margine d’intermediazione che unisce margine d’interesse e commissioni) sono cresciuti del 6,8% a 1,847 miliardi di euro. Questo nonostante il calo del margine d’interesse dell’1,8% a 978,9 milioni, che è stato bilanciato dal balzo incredibile delle commissioni e degli altri proventi netti del 29,5% a 546,7 milioni.

I costi di struttura sono cresciuti del 6,1% a 780,1 milioni, ma il risultato lordo (che comprende anche le rettifiche di valore e le svalutazioni di partecipazioni) è balzato a doppia cifra a 931,3 milioni (+10,6%). Così Mediobanca segna una bella crescita dell’utile a 659,7 milioni di euro, +7,9%

Mediobanca, da Premier a Compass: ecco come vanno le divisioni

Ora per capire Mediobanca bisogna un po’ smontarla, anche se è più semplice di altre realtà.

C’è il Wealth Management che fattura 480,1 milioni e fa utili per 110,6. Significa Banca Premier, il riposizionamento dei CheBanca! che in un anno ha raddoppiato i nuovi ingressi di banker e consulenti, le masse trasferite, i clienti di fascia alta acquisiti.

C’è il CIB (Corporate and Investment Banking) che fattura 451,4 milioni e fa utili per 141,5 milioni.

C’è anche il Credito al Consumo (CF), che ha la punta di diamante in Compass e fattura 628,9 milioni e fa utili per 203,4 milioni di euro, quasi un terzo del totale.

C’è infine l’Insurance, la quota d’oro del 13,1% di Generali che nel semestre segna ricavi da 243 milioni di euro e un utile netto in crescita dell’8% a 241 milioni di euro, più di un terzo del totale.

Mediobanca, la revisione al rialzo dei target

Mediobanca segnala un’accelerazione nel trimestre tra ottobre e dicembre 2024 e ha deciso di rivedere – come anticipato – i target al 2026 a ricavi da 4 miliardi (contro i 3,5 mld della stima precedente) e utile netto a oltre 1,4 miliardi di euro.

Nel triennio 2024-2026 – nonostante la banca con l’opa di MPS sia sotto passivity rule e quindi formalmente vincolata su distribuzioni di capitale e operazioni straordinarie - Piazzetta Cuccia ha deciso di aumentare il target di distribuzione ai soci da 3,7 miliardi di euro a oltre 4 miliardi.
Per questo esercizio previsti TFA (attività finanziarie della clientela) da 9-10 mld; un margine d’interesse “resiliente”, una crescita delle commissioni “low double-digit” (circa 10-13%); una crescita dell’utile per azione del 6-8% l’anno.

Risultati e prospettivi solidi insomma. E il mercato oggi, in una giornata difficile, sembra apprezzare.