Webuild, fiammata delle risparmio

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Balzo su nuovi record per questa categoria di titoli, anche le ordinarie testano importanti resistenze, ma i dati 2024 si avranno a marzo e intanto con l'assemblea delle risparmio i rapporti restano tesi

Webuild, fiammata delle risparmio

Fiammata delle azioni di risparmio di Webuild a Piazza Affari in avvio di ottava. Le azioni a codice ISIN IT0003865588 segnano in mattinata un balzo e scivolano in asta di volatilità questa categoria di azioni. Riprese le negoziazioni il titolo segna nel primo pomeriggio un rialzo del 7,58% a 14,2 euro dopo aver toccato un massimo a 14,5.

Si tratta di una fetta relativamente ridotta del capitale del general contractor visto che a fronte di 1.017.645.959 azioni ordinarie si contano “soltanto” 1.615.491 azioni di risparmio.

Due categorie totalmente diverse in Borsa in quanto le ordinarie della società da 3 miliardi di capitalizzazione valgono 3,008 euro in queste ore (+0,33%), contro appunto i 14,2 euro delle risparmio.

Webuild, la governance divisa tra Salini e CDP

Come d’uopo le risparmio di Webuild sono prive di voto, ma in caso di distribuzione di riserve hanno gli stessi diritti delle azioni ordinarie, mentre in caso di riduzione del capitale sociale non vengono danneggiate, se non per la parte di perdite non coperte dalle altre azioni (ossia hanno una seniority maggiore). In termini di diritti amministrativi c’è poi da ricordare che vige il voto maggiorato sui titoli di Webuild e infatti il primo azionista del gruppo (e amministratore delegato), Pietro Salini, ha il 35,88% del capitale, ma il 46,37% dei diritti di voto.

Il secondo socio di questo costruttore internazionale di infrastrutture è – come noto – CDP, che ha il 16,47% del capitale e il 21,28% dei diritti di voto.

Oltretutto i due soggetti sono stretti da un patto parasociale (sul 67% circa quindi dei diritti di voto della società) che dona la presidenza a CDP con un ragionevole gradimento di Salini. I due azionisti presentano una lista congiunta con 15 amministratori in carica per 3 anni: dopo il primo candidato (in quota appunto CDP), i successivi 8 sono indicati da Salini S.p.A. e i successivi (fino al tredicesimo) da CDP, poi si ripassa a Salini che indica gli ultimi due. Quindi su 15 componenti del board 10 vanno a Salini e 5 a CDP.

Da accordi Salini si impegna a non scendere sotto il 30% del capitale ordinario di Webuild e a non diluire sotto il 15% CDP, che a sua volta si impegna a non scivolare sotto questa soglia. L’attuale consiglio resterà in carica fino all’esercizio 2026.

Webuild, i vantaggi delle risparmio

Il “vantaggio” relativo delle risparmio sugli utili è evidenziato nello statuto (l’ultima versione è stata depositata lo scorso 3 febbraio) che indica che ogni anno gli utili netti del bilancio vanno in ordine:

a)      Per un primo 5% a riserva legale fino al limite di legge

b)      alle azioni di risparmio fino a concorrenza del 5% di euro 5,2 per azione (pari a euro 0,26 per azione). Qualora in un esercizio sia stato assegnato alle azioni di risparmio un dividendo inferiore al 5% di euro 5,2 per azione (pari a euro 0,26 per azione), la differenza è computata in aumento del dividendo privilegiato nei due esercizi successivi;

c)       il residuo sarà destinato a tutti gli azionisti in modo che alle azioni di risparmio spetti un dividendo complessivo maggiorato rispetto a quello delle azioni ordinarie, in misura pari al 2% di euro 5,2 per azione (pari a euro 0,104 per azione), salvo che l’Assemblea deliberi speciali prelevamenti a favore di riserve straordinarie o per altre destinazioni.

Ora gli ultimi dividendi distribuiti sono stati quelli dello scorso maggio sul bilancio 2023.
Il 20 di quel mese il gruppo ha staccato un dividendo di 0,071 euro per ogni azione ordinaria, aumentando la cedola ordinaria del 25% sul dato precedente.
La cedola delle risparmio è volata al 0,824 euro (rispetto ai 5,7 centesimi precedenti sarebbe un +1345%) anche grazie agli arretrati. In pratica ai prezzi del venerdì prima dello stacco il dividend yield delle risparmio era stato del 6,64% e quello delle ordinarie del 2,96% Goloso in entrambi i casi, se si considera che il titolo si era apprezzato nelle settimane precedenti.

Da allora sia le azioni di risparmio che le ordinarie di Webuild si sono apprezzate ulteriormente e in maniera importante.

Le ordinarie sono affondate un bel po’ prima di recuperare non solo i prezzi ex dividendo, ma poi sono cresciute con costanza e appena lo scorso 21 gennaio hanno toccato un massimo a 3,066 euro e proprio oggi il titolo ha lanciato un primo nuovo assalto a questa resistenza statica.

Il grafico delle risparmio ha invece già gettato il cuore oltre l’ostacolo, anche se da qualche tempo il grafico RSI a 14 sedute in ipercomprato rischia di portare nel breve qualche riposizionamento. Per il grafico delle risparmio l’ostacolo forte era proprio dato da quei 12,8 euro dei massimi intraday di venerdì 17 maggio 2024, la seduta prima dello stacco della cedola. Il titolo delle risparmio di Webuild ha superato appena lo scorso 6 febbraio quei livelli con volumi importanti.

Quel giorno sono passati di mano oltre 12.100 mila azioni circa contro una media giornaliera del mese precedente di 5.500 azioni circa.
Da due sedute i volumi erano sopra la media e lo sono stati anche venerdì scorso.

Oggi c’è stato un altro importante allungo sui 14,5 euro addirittura. Sono territori inesplorati e segnali di forza.

Webuild, rapporti burrascosi con la rappresentante delle risparmio

Oltretutto il rapporto tra Webuild e la classe degli azionisti di risparmio nell’ultimo anno sono stati molto burrascosi.

La rappresentante comune degli azionisti di risparmio Stella D’Atri lo scorso 30 agosto, in vista dell’assemblea speciale di categoria indetta per il successivo 30 settembre, ha dichiarato che la società aveva indetto due azioni legali nei suoi confronti.

Con la prima chiedeva l’inibizione del sito web dedicato agli azionisti di risparmio dalla rappresentante creato (https://www.azionistidirisparmio.it/) contestando “violazioni alle norme sulle comunicazioni al mercato di Emittente quotata per aver pubblicato valutazioni e commenti di taglio critico su alcune scelte gestonali di Webuild”; “violazione di corrispondenza privata riservata, per aver riportato sul sito le risposte della Società alle richieste trasmesse relative a temi di interesse della categoria (es. riscontro alla richiesta di accollo del fondo comune)”, “violazioni del nome e del segno distintvo di Webuild, per aver utilizzato nel nome del sito e nei contenuti le parole “webuild risparmio””, divulgazione di affermazioni non vere, per aver espresso la valutazione che le informazioni fornite in occasione dell'annuncio dei risultati di bilancio 2022 non fossero sufficienti per capire le ragioni del mancato pagamento del dividendo”.
Su questa causa, si raggiunse una soluzione transattiva che, a tutela e nell'interesse dalla categoria, consente il mantenimento di un sito internet dedicato agli azionisti di risparmio, e che, ancorché non possa riportare logo o segno distintivo della società, menzioni
in maniera descrittiva il nome webuild.
Una statuizione giudiziaria – riportava ancora D’Atri- nel formulare l’invito a conciliare, ha riconosciuto il ruolo del rappresentante comune ed il diritto di cronaca e critica – ed implicitamente escludendo la fondatezza delle richieste inibitorie della società in merito ai contenuti del sito.

Nell'ambito della transazione, la Società si è dovuta fare carico di parte delle spese legali che la categoria è stata costretta a sostenere riducendo così l'importo gravante sul Fondo Comune.

Con la seconda azione legale contro la rappresentante degli azionisti di risparmio risaliva al giugno 2023 a società ha contestato la convocazione dell'assemblea degli azionisti di risparmio del 25 luglio 2023 con particolare riferimento ai punti “Valutazione del bilancio di esercizio 2022 della società e delle altre informazioni al mercato” e “Impugnazione delle delibere dell'assemblea ordinaria del 27 aprile 2023” considerati dalla stessa inammissibili. Il procedimento era al 30 agosto ancora in riserva.

Appena lo scorso 15 gennaio 2025 la rappresentante ha comunicato che Webuild l’ha citata, in qualità di rappresentante comune degli azionisti di risparmio Webuild Spa, per ottenere l’annullamento ai sensi dell’art. 2377, cod. civ., della deliberazione adottata dall’ultima Assemblea degli azionisti di risparmio di Webuild s.p.a., con riferimento al punto n. 3 dell’ordine del giorno, ovvero l’approvazione del Rendiconto ex art 146 comma 1 lettera c, il resoconto del Fondo Comune che per legge serve a tutelare gli azionisti di risparmio.

Per D’Atri si è trattato di un altro atto di ingerenza della Società nelle attività di esclusiva competenza dei soci di risparmio, intervenuto dopo pochi mesi dall’azione giudiziaria avviata sempre dalla Società per ottenere l’annullamento delle delibere prese dalla categoria di risparmio a luglio 2024 di rideterminazione dell’importo del Fondo Comune e del compenso del rappresentante.

Delibere assunte con il voto favorevole della totalità o quasi totalità dei soci presenti. Si tratta di un fondo creato proprio per far fronte alle spese necessarie alla tutela degli interessi comuni degli azionisti di risparmio e l’assemblea speciale di luglio aveva deliberato di rideterminare il Fondo in 350 mila euro l’anno e la delibera aveva ottenuto 747.353 voti favorevoli dai detentori di altrettante azioni di risparmio, pari a oltre il 46% delle azioni di categorie esistenti.

Le questioni sono riemerse in occasione dell’assemblea speciale degli azionisti di risparmio di Webuild dello scorso 30 settembre 2024.
Sullo sfondo anche il tema caldo della richiesta da parte di alcuni azionisti di risparmio di una conversione delle azioni in ordinarie che eliminerebbe del tutto la categoria, verosimilmente con un premio.
Il tema era divisivo, a quanto emerso dal verbale dell’assemblea, così come era divisivo il tema del resoconto del citato Fondo Comune e dell’ascrivibilità delle spese legali per le cause avviate dalla società nei confronti della rappresentante allo stesso fondo.

Il resoconto viene comunque approvato oltre 709 mila voti favorevoli e poche decine di azioni contrarie o non votanti.

Votazioni tutte schermate dell’azionista di maggioranza delle risparmio che è la fiduciaria Arepo Fiduciaria che si avvale di un rappresentante, Lorenzo Dotti, che sarebbe anche uno dei rappresentanti legali di cui la Dott.ssa D’Atri abitualmente si avvale. Lo stesso Dotti però ha precisato che tra i fiducianti di Arepo non vi sono parenti della dottoressa D'Atri. Particolarmente divisivo il resoconto del Fondo comune che approvato lo scorso autunno è stato contestato dalla stessa Webuild S.p.A.

L’equilibrio delle azioni di risparmio di Webuild ha insomma un microcosmo di questioni specifiche tra cause legali, spese del fondo comune, persino l’emolumento della rappresentante degli azionisti di categoria salito lo scorso luglio da 60 mila a 90 mila euro o le spese del sito di categoria e altro ancora.

Webuild, qualche calcolo in vista dei dati 2024 in calendario per marzo

Questioni forse piccole rispetto alle dimensioni generali di Webuild, ma che coinvolgono comunque una categoria di azioni, quelle di risparmio della società, che oggi ancora si fa notare a Piazza Affari e che – come evidenziato – godono di vantaggi importanti in attesa dei prossimi risultati del 2024 che si avranno soltanto con il cda del prossimo 13 marzo. Questi titoli hanno registrato nelle ultime sedute, e oggi in particolare, movimenti importanti che sarà comunque utile monitorare.

Nel frattempo il gruppo Webuild prosegue su partite più importanti, come quella statunitense, dove la società ha una fetta importante del core business.

Al 26 luglio 2024 il gruppo aveva un libro ordini complessivo di 65 miliardi di euro, proiettato oltre l’orizzonte del piano corrente e a metà anno i 7,5 miliardi di nuovi ordini avevano superato il 65% degli obiettivi della società, tanto che la presentazione dei risultati del primo semestre veniva intitolata “Oltre le attese”.  
A novembre il gruppo parlava di ordini acquisiti da inizio 2024 pari a 8,3 miliardi di euro, in ulteriore crescita. Più del 90% veniva dall’estero, da Australia, Stati Uniti, Medioriente e resto d’Europa, contro i 500 milioni di nuovi ordini in Italia.
Con ricavi cresciuti nei sei mesi a oltre 5,37 miliardi e un utile semestrale balzato da 12,9 a 54,4 milioni di euro, la società si prepara a chiudere l’anno 2024 (nel senso che i dati si sapranno a marzo) molto bene, nonostante le beghe con e tra gli azionisti di risparmio.

Lo scorso novembre la società ha confermato gli obiettivi del 2024 in un book-to-bill (rapporto tra ordini ricevuti e consegnati) maggiore di 1,0X, in ricavi superiori agli 11 miliardi di euro (più di tre volte l'attuale capitalizzazione) e in un EBITDA maggiore di 900 milioni di euro

Risultati, come visto, approvati dal titolo in attesa dei risultati concreti della seconda metà del 2024, anno in cui il gruppo ha emesso obbligazioni per un miliardo di euro con scadenze al 2029 e al 2030.

Intanto in Italia la società è stata spesso discussa in relazione al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, oggetto anche di una puntata di Report del 19 gennaio 2025 che parlava anche del Ponte Braila in Romania e del Terzo Valico di Giovi.

Questioni in parte aperte su cui la stessa società è intervenuta con precisazioni su costi, pareri tecnici e altro.

Restando sui target se venisse confermato un ebitda oltre i 900 milioni. Considerando che l’utile del primo semestre è stato di 81,9 milioni su 407 milioni di euro di ebitda, circa il 20,1%, si potrebbe immaginare un utile 2024 di circa 181 milioni di euro. Per un P/E attuale di circa 17x.

Il titolo intanto in Borsa si porta già in vantaggio e supera importanti resistenze, da qualche giorno con le risparmio, oggi con l’assalto ai citati ostacoli di area 3,06 da parte delle ordinarie.

Sicuramente una partita da seguire.