Iveco, la possibilità dello spin-off di Iveco Defence manda il titolo in rally
pubblicato:Anche il brand Astra nel perimetro che potrebbe essere scorporato. La Difesa ha margini a doppia cifra e un libro ordini che copre diversi anni. Previsti anche efficientamenti da 300 milioni. La guidance 2025 prevede una crescita del free cash flow industriale del 5,7% I flussi di cassa sono tra i driver della gestione
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Un rally come se ne vedono pochi quello di Iveco oggi a Piazza Affari dopo la pubblicazione dei risultati del 2024. L’azione segna un +19,69% a 13,89 euro che ci costringe a riguardare la piattaforma, quasi un quinto del valore dell’azione di ieri è spuntato sul mercato in poche ore. Passati di mano oltre 17,1 milioni di azioni contro una media giornaliera dell’ultimo mese di 4,3 milioni di pezzi.
L’azione apre con uno strappo al rialzo, un gap up, persino furioso, scavalcando con decisione gli ostacoli di area 12 euro che avevano arginato i rialzi delle ultime sedute. I massimi a 14,005 euro riportano rapidamente i prezzi su livelli che non si vedevano dal 9 aprile scorso, quando il titolo segnò un massimo storico a 14,8 euro, poco meno di un euro sopra i livelli di oggi: ci sono ancora resistenze a 14,2 euro, ma quell’obiettivo sembra ormai a portata di mano.
Dai minimi dello scorso agosto il rally del titolo è stato imperioso con un +76% su quei bottom a quota 7,89. Ma quali indicazioni hanno infiammato i prezzi del titolo di Iveco?
Iveco, i risultati del 2024
Il gruppo guidato dal CEO Olof Persson ha chiuso il 2024 con ricavi consolidati in calo del 4,3% a 15,289 miliardi, comunque sopra i 15,117 miliardi del consensus raccolto dalla stessa società tra 9 analisti.
L’ebit adjusted consolidato è cresciuto dell’1,1% a 982 milioni contro un consensus di 964 milioni di euro, quindi anche questo dato batte le attese.
L’utile netto rettificato attribuibile alla capogruppo è cresciuto di 181 milioni a quota 569 milioni di euro nel 2024 ed esclude dai 394 milioni di utile netto reported alcune voci a partire dalla perdita di 145 milioni collegata alla cessione del business dei mezzi per i vigili del fuoco, dai 96 milioni di costi per la campagna sui motori e da 94 milioni di vantaggi fiscali ottenuti con il riconoscimento di crediti fiscali differiti (DTA) in Germania.
L’utile netto adjusted si attesta quindi a 569 milioni e batte il consensus posto a 488 milioni in maniera netta, ponendo le basi per quel rally del titolo cui si assiste in queste ore.
Il free cash flow dalle attività industriali è positivo per ben 402 milioni di euro, in calo dai 450 milioni di un anno fa, ma ben oltre i 358 milioni attesi dagli analisti. Il dato si pone nella parte alta della guidance fornita al mercato e si avvantaggia, tra l’altro, di 279 milioni di accantonamenti
A fine anno il gruppo ha un debito finanziario netto di 2,667 miliardi, e la componente industriale ammonta a 1,87 miliardi di euro (vs. 1,85 mld nel 2023). Il consensus era per un debito netto delle attività industriali a 2,109 miliardi, quindi anche questo dato risulta migliore delle previsioni degli analisti. A fine anno il gruppo ha cassa disponibile per oltre 5,74 miliardi, il patrimonio netto consolidato ammonta a 2,769 miliardi.
Nel 2025 e nel 2026 il gruppo intende confermare il piano di efficientamento in corso, rivedendo anche la politica degli investimenti, in totale si dovrebbero risparmiare circa 300 milioni di euro tra capex e opex rispetto al 2024.
Iveco ha posto grande attenzione sulla redditività e registra margini positivi in termini di EBIT adjusted su tutti i business.
Iveco, le performance delle business unit
Nel 2024 il settore dei truck di Iveco, che copre 9,96 miliardi di ricavi (-6,2%) con un ebit adjusted di 556 milioni (in calo dai 618 dell’anno 2023) ha registrato a fine anno un book-to-bill ratio di 0,7: significa che per 7 ordini ricevuti, il gruppo consegna 10 ordini, quindi la domanda è debole. Nel basilare settore dei truck Iveco (l’ebit adjusted della divisione copre il 56% del totale), il margine dell’ebit adjusted è calato dal 5,8% al 5,6% e le consegne l’anno scorso sono calate del 13% in Europa e crescite del 13% in Sudamerica, con un libro ordini che copre 8 settimane per i piccoli veicoli commerciali e 10-12 settimane per i medium & heavy.
Il business dei bus ha visto immatricolazioni in crescita del 10% e ricavi in aumento del 13,3% a 2,561 miliardi con un ebit adjusted balzato da 108 a 140 milioni e un ebit adj. margin cresciuto dal 4,8 al 5,5%. La divisione copre il 14,25% del totale.
Ma il piatto forte della giornata è l'apertura allo scorporo di Iveco Defence. Corteggiata da Leonardo poi confluita in un'alleanza con la società guidata da Roberto Cingolani e con Rheinmetall ha fatto un balzo del fatturato del 15,1% a 1,133 miliardi e l’ebit adjusted da 113 milioni copre ormai l’11,5% del totale. Ha un margine del 10%, il più ricco tra le divisioni. E questo è uno dei motivi che fanno valutare uno scorporo.
Nei prossimi mesi le valutazioni. Si punta con lo spin-off a semplificare la struttura del gruppo e a regalargli maggiore flessibilità. Uno scorporo comprenderebbe anche il brand ASTRA.
La divisione Powertrain ha invece segnato un brutto anno con ricavi in calo del 16,7% a 3,546 miliardi e un ebit adjusted in flessione da 252 a 221 milioni (margine 6,2%). I costi dei prodotti hanno in parte limitato l’impatto, i motori di Iveco vanno per il 47% a clienti terzi.
A parte i servizi finanziari hanno registrato un ebit adjusted da 131 milioni di euro (per la somma totale bisogna però considerare elisioni e unallocated per un totale di 179 mln).
Iveco, dividendo da € 0,33 e buyback da 130 milioni
Il gruppo ha proposto un dividendo da 0,33 euro per azione, che comporterebbe un esborso da circa 90 milioni e andrebbe in stacco il 22 aprile prossimo.
Alla prossima assemblea del 16 aprile il management proporrà anche un buyback fino a 10 milioni di titoli per un ammontare fino a 130 milioni di euro.
Iveco, la guidance 2025
Iveco ha anche aggiornato la guidance con un ebit adjusted consolidato atteso nel 2025 nella forchetta tra 980 milioni e 1,03 miliardi. Nel mid point a 1,005 miliardi si avrebbe una crescita del 2,34%
I ricavi netti 2025 delle attività industriali sono attesi invariati sui livelli del 2024 (circa 15,29 miliardi).
L’ebit adjusted 2025 del business industriale è previsto tra 850 e 900 milioni di euro (nel midpoint a 875 ci sarebbe un miglioramento del 2,82%).
Il free cash flow industriale è previsto tra 400 e 450 milioni, nel midpoint a 425 milioni ci sarebbe un corposo rialzo del 5,72%.
Il gruppo prevede una stabilizzazione del mercato europeo degli heavy truck nel 2025 con immatricolazioni attese tra le 280 e le 290 mila unità. Per il mercato dei medium-duty truck previsti volumi in leggero calo rispetto al 2024 e per i light-duty truck atteso un 2025 piatto sui livelli dell’anno passato.