BCE, aumenta la probabilità di un altro taglio dei tassi a ottobre
pubblicato:A settembre l'inflazione precipita all'1,8% E' un'ulteriore conferma della disinflazione più rapida delle attese. Ora gli esperti si aspettano un taglio a ottobre e una sequenza di sforbiciate fino al prossimo giugno. Altrimenti la BCE rischia di restare indietro e con la Germania in recessione e la Francia in stagnazione sarebbe un guaio
Aumentano ogni giorno che passa le probabilità che al prossimo meeting del 17 ottobre la BCE tagli di altri 25 punti base, un quarto di punto percentuale, i tassi d’interesse.
L’economia rallenta vistosamente in geografie chiave come quella tedesca e la dinamica dei prezzi mostra un’accelerazione al ribasso che oggi ha ricevuto una conferma forse decisiva dell’ultima rilevazione di Eurostat.
Inflazione, a settembre scende all'1,8% sotto il target della Bce
Stamane l’istituto di statistica dell’Eurozona ha infatti rilevato un’inflazione armonizzata (HICP) generale a settembre in calo all’1,8%, ben al di sotto del 2,2% e del target del 2% sui prezzi nell’Eurozona.
Le previsioni di settembre dello staff macroeconomico della Bce vedevano questo dato ancora al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, ma la rilevazione di oggi brucia le tappe e invia un segnale di allerta anche all’Eurotower, anche se gli analisti avevano già ipotizzato che i prezzi si ponessero in quest’area.
Decisivo il calo dei prezzi energetici del 6% a settembre (dopo un -3%) che sottopone ancora a incertezze il quadro generale.
L’inflazione core si pone infatti su un livello decisamente più alto, al 2,7%, sotto il 2,8% della lettura precedente e in linea con il consensus.
E non è un dettaglio perché la funzione di reazione della BCE, ossia il meccanismo decisionale sul quale muove le leve del costo del denaro si basa sulle prospettive dell’inflazione generale, sulla dinamica dell’inflazione sottostante (core) e sulla forza di trasmissione della politica monetaria.
Quindi la dimensione strutturale dei prezzi illuminata dall’inflazione sottostante è uno dei pilastri dell’approccio dell’Eurotower. Ieri la presidente della Bce Christine Lagarde ha confermato un approccio “data dependent”, dipendente dai dati, sicuramente nell’analisi finiranno prepotentemente anche i dati giunti oggi da Eurostat.
Il quadro dei prezzi nelle maggiori economie conferma: l’inflazione di settembre è all’1,8% in Germania, all’1,5% in Francia, all’1,7% in Spagna e allo 0,8% in Italia. In Irlanda è crollata dall’1,1% di agosto allo 0,2%
Inflazione in rapido calo, gli analisti si aspettano ora una sequenza di tagli
Diego Iscaro, a capo dell’area per l’economia europea di S&P Global Market Intelligence, ha confermato a caldo al Financial Times che “la significativa contrazione dell’inflazione di settembre rafforza le attese di un altro taglio dei tassi al meeting di ottobre”.
Già venerdì scorso gli analisti di Barclays avevano rivisto al ribasso le stime sulla crescita dell’Eurozona e puntato l’indice su un processo di disinflazione più rapido del previsto dopo i dati sui prezzi in Francia e Spagna inferiori alle attese. Barclays si aspetta quindi un taglio di 25 punti base anche a ottobre. Non è neanche da escludere una sequenza di tagli da 25 punti base nei prossimi meeting da ottobre a giugno (17 ottobre, 12 dicembre, 30 gennaio 2025, 6 marzo 2025, 17 aprile 2025 e 5 giugno 2025).
Anche Nomura, in una nota di ieri, ha previsto un ciclo di taglio dei tassi più veloce e profondo con un taglio di 25 punti base a partire da ottobre e quindi in continuo per ogni meeting fino al giugno 2025. Un taglio finale dovrebbe portare i tassi sui depositi all’1,75% nel settembre 2025.
Una serie di manovre molto forti al termine di un percorso che vedeva l’inflazione al 10,6% ancora nell’ottobre 2022, poi tagliata al 5,2% nel settembre 2023 e ridotto ora nel settembre 2024 all’1,8%
Ma le circostanze potrebbero imporre decisione: gli stessi analisti di Nomura evidenziano il rischio crescente di scivolare sotto il target di medio termine sui tassi della BCE. Questo significherebbe un contesto più duro nel necessario per un’economia europea che vede la Germania in recessione, la stagnazione in Francia e la grande assenza di consumi europei in questa fase che dovrebbe essere di ripresa, nonostante il lavoro mostri ancora segni di solidità.
Anche Goldman Sachs in una nota di ieri ha elaborato gli stessi ragionamenti: dopo i dati ben inferiori al consensus di Francia e Spagna gli analisti si aspettano già ad ottobre un taglio di 25 punti base. Stimano anzi che da allora cominci una sequenza di tagli da un quarto di punto a ogni meeting fino all’obiettivo del 2%, che in tal caso sarebbe raggiunto a giugno, in linea con le proiezioni di Nomura.
Inflazione, quella dei servizi resiste, ma il resto dell'economia rallenta
A mettersi di traverso su questo percorso si pone però ancora un numero testardo: l’inflazione dei servizi che ancora a settembre è al 4,0%, in calo dal 4,1% di agosto, ma ancora troppo elevata a testimoniare la pervicacia di fenomeni inflattivi in certe aree dell’economia, sebbene i servizi stiano inviando cauti segnali di rallentamento.
Anche il dato odierno del PMI manifatturiero di settembre, un dato che misura la percezione degli acquirenti delle imprese, ha mostrato un calo a 45 punti dai 45,8 di agosto, il minimo di 9 mesi che conferma la crisi lunga della manifattura europea e non promette niente di buono. Sono in calo rapido produzione, nuovi ordini, impiego e procurement.
Nuove conferme sulla debolezza dell’economia che entreranno anch’esse nel monitor dell’Eurotower per il meeting del prossimo ottobre.