Stellantis, 2024 in calo, ricavi -17%, utile -70%
pubblicato:La casa franco-italiana bruciata 6 miliardi di free cash flow industriale, la cedola a 0,68 euro, Nel 2025 attesi 10 nuovi modelli nuovi quest'anno, ricavi in crescita, margini stabili e un ritorno dei flussi industriali positivi. Intanto si accendono le nuove piattaforme multi-energy e si cerca ancora il nuovo CEO
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Reazione dura dei mercati ai risultati di Stellantis del 2024, l’azione della società automobilistica di casa Elkann segna un ribasso del 4,8% a 12,84 euro dopo un affondo a 12,704. Il titolo accusa il colpo di risultati 2024 in forte calo, anche se attesi.
Stellantis, nel 2024 ricavi in calo del 17%, l’utile precipita a 5,52 miliardi
I dati del 2024 sono negativi come da attese.
I ricavi del gruppo Stellantis nel 2024 sono calati del 17% a 156,878 miliardi di euro, leggermente al di sopra del consensus di Bloomberg posto a 155,57 miliardi.
L’utile netto è crollato del 70% a 5,52 miliardi.
L’utile adjusted per azione ha perso il 61% passando da 6,42 a 2,48 euro appena, appena sotto i 2,49 euro previsti da Bloomberg.
Sul fronte della redditività è un indicatore chiavo l’utile operativo rettificato (ebit adjusted) che è diminuito del 64% a 8,648 mld. Significa un margine dell’utile operativo adjusted del 5,5% nella parte bassa della guidance fornita dalla società alla fine del terzo trimestre nel range tra il 5,5% e il 7%.
La voce essenziale del cash flow dalle attività operative mostra una flessione dell’82% a 4 miliardi (dai 22,48 mld del 2023) e assorbe gran parte delle cattive performance del gruppo nel 2024. L’industrial free cash flow mostra un rosso di 6 miliardi contro l’attivo di 12,85 miliardi nel 2023, il dato però entra nella forchetta previsionale posta dal consensus tra i -5 e i -10 miliardi di euro.
Le consegne di auto (al netto delle joint venture) sono state di 5,52 milioni di unità l’anno scorso contro i 6,39 milioni del 2023. Un impatto forte, uno dei fattori che hanno portato alla defenestrazione del CEO Carlos Tavares per il quale si cerca ancora un sostituto, si registra nel mercato chiave americano dove le consegne di quattro ruote passano da 1,9 milioni a 1,43 milioni. Nell’Europa allargata si passa da 2,81 milioni di auto a 2,57 milioni nel 2024. Performance simili si registrano anche per le consegne consolidate che escludono dal conteggio le consegne delle joint venture non consolidate.
Inventario. Dal dato monstre del dicembre 2023 di 1,459 milioni di invenduto in magazzino si è scesi a 1,408 milioni a giugno a 1,191 milioni di auto a fine dicembre 2024: una sforbiciata agli stock di 268 mila vetture molto attesa dagli analisti. Per la casa i livelli si sono ormai normalizzati grazie alla riduzione della produzione in Nord America, Europa e area MEA.
Il libro ordini comincia a inviare segnali positivi in Europa e Nord America. Va però ricordati che i dati Acea di ieri sulle immatricolazioni di auto in Europa a gennaio hanno visto Stellantis perdere un altro 17,9% di volumi contro il +5,6% di Volkswagen e il +5% di Renault.
Già a gennaio Stellantis aveva dichiarato di aver ridotto l’obiettivo di un taglio delle scorte Usa di oltre 100 mila unità nel 2024. I veicoli in stock sono per 2024 mila presso i dealer della casa e per 967 mila unità presso indipendenti.
L’anno scorso Stellantis ha investito, tra capex e spese in ricerca e sviluppo delle attività industriali 13,69 miliardi contro i 12,33 miliardi dell’anno 2023.
Stellantis, dividendo da 0,68%, il 5% dei prezzi del 19 febbraio
Il gruppo ha ricomprato titoli propri (buyback) per 3 miliardi di euro (2,43 mld nel 2023) e ha pagato dividendi per 4,65 miliardi (4,2 mld nel 2023). Oggi è stato annunciato un dividendo a valere sui risultati 2024 di 0,68 euro per azione (in calo del 50%) che comporta comunque un interessante dividend yield del 5% e sconta un pay-out ratio (quota degli utili) del 30% nella parte alta della forchetta tra il 25 e il 30 per cento fornita dalla casa, supportato anche dai 300 milioni di enterprise value di Comau, l’eccellenza dei robot incomprensibilmente ceduta dal gruppo a One Equity Partners a fine 2024. L’unica giustificazione a oggi sembra quella di rimpolpare la cedola con operazioni straordinarie e il riferimento odierno in questo senso è un indizio di conferma. Facendo due conticini comunque il monte dividendi si pone a circa 2 miliardi di euro. La cedola andrà in stacco il 22 aprile.
La posizione finanziaria netta del gruppo a fine 2024 è positiva per 2,4 miliardi di euro (si compone tra l’altro di debito per 37,22 miliardi e liquidità per 34,1 miliardi). Escludendo doverosamente i servizi finanziari (i finanziamenti per gli acquisti delle vetture) la posizione finanziaria netta industriale risulta positiva per 15,13 miliardi circa contro i 29,49 miliardi di fine 2023.
Stellantis, la guidance per il 2025
I dati sono sostanzialmente in linea con la guidance fornita al mercato con i dati dei primi nove mesi. Stellantis ha anche aggiornato la guidance per il 2025.
Per quest’anno la società si attende una crescita positiva dei ricavi, con un margine dell’utile operativo adjusted nel mid-single-digits (4-6%) e free cash flow industriale positivo. Quest’ultimo dato è importante visto il citato rosso di flussi industriali da 6 miliardi del 2024.
Stellantis, le nuove piattaforme e i nuovi modelli
Da un punto di vista industriale il 2024 è stato un anno chiave di passaggio con il lancio dei primi modelli costruiti con le nuove piattaforme:
· STLA Medium: Peugeot E-3008, Peugeot E-5008 e nuova Opel Grandland, con questa piattaforma però si possono produrre sia elettriche, ibride, che ibride plug-in, all’attenzione anche la nuova DS N°8
· STLA Large: la nuova Dodge Charger Daytona, la Jeep Wagoneer S, la Cherokee e la Recon. In futuro passeranno da questa piattaforma anche le nuove Alfa Romeo, Chrysler e Maserati. Questa piattaforma supporta motorizzazioni ibride e a combustione interna.
· STLA Frame per autocarri e SUV full-size, questa piattaforma debutterà quest’anno con il RAM 1500 Ramcharger, un modello chiave per il rilancio del gruppo visto la storia di top-seller di questo modello. La piattaforma sarà poi adottata anche per veicoli a brand Jeep.
· Smart Car: c’è stato il lancio in Europa di Citroën C3/ë-C3, la nuova C3 Aircross, la Opel Frontera, la Fiat Grande Panda, la Citroen Basalt lanciata in India e Sudamerica.
Il gruppo è insomma sempre più multi-energy e ha attivato anche la partnership con la cinese Leapmotor International e la produzione di batterie.
Quest’anno Stellantis programma il lancio di 10 nuovi prodotti e ha già stretto una partnership con Mistral AI, la celebre intelligenza artificiale europea, per lo sviluppo di un assistente avanzato dei veicoli. Presentato anche lo STLA AutoDrive 1.0, il sistema di guida autonomo sviluppato in casa.
Di certo sono tante le promesse fatte al mercato, ma quello in corso si presenta come un anno di transizione carico di sfide internazionali e interne non indifferenti, dai dazi di Trump sul Messico, alla domanda europea che ha costantemente punito Stellantis l’anno scorso più di tutte le altre case.
Un passaggio chiave sarà la nomina del nuovo CEO e l’approdo del dibattito europeo sulle sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi ambientali alle case. Probabilmente si cercherà di dirottare l’approccio punitivo verso gli incentivi alla manifattura europea che ha un grande bisogno di innovazione per competere e che potrà essere tenuta al riparo dai dazi contro la Cina solo fino a un certo punto. Saranno insomma per l’automotive di Stellantis e per l’Europa mesi molto caldi.
Stellantis, quadro grafico a rischio, spunti contrastanti
La reazione dei mercati ai risultati di Stellantis del 2024 è stata fortemente negativa: l’azione segna un -4,46% a 12,89 euro dopo un affondo a 12,704 che viola la media mobile esponenziale a 50 seduta, un riferimento dinamico.
Lo strappo sui prezzi di ieri, che apre un gap down di 1,7 punti, viola oltretutto il sostegno statico rilevante di quota 13,25, livello chiave di lungo periodo in quanto ospita il 61,8% di ritracciamento dell’intero movimento rialzista compreso tra i minimi del marzo 2020 a 4,44 euro e i top del marzo 2024 a 27,35 euro.
Lo scivolamento su questi livelli potrebbe insomma riportare nel tempo i prezzi alla base del movimento, verso i 4,44 euro con un potenziale downside di circa il 65%.
Scenari drammatici insomma, ma di lungo periodo, da confermare con il logoramento dei prossimi eventuali supporti e da sottoporre a importanti distinguo.
Il livello dei 13,25 euro era già stato sforato nelle scorse settimane, con affondi fino ai minimi del 2 dicembre a 11,26 euro. Da quel livello i corsi hanno avviato una ripresa, con una trendline rialzista di breve ancora in forza e in transito oggi per i 12,17 euro.
Al suo cedimento eventuale i baluardi di quota 11,90 euro dovrebbero ancora limitare le pressioni ribassiste.
Oltretutto a fine ottobre il titolo ha superato al rialzo la trendline ribassista che discendeva dai citati massimi di marzo 2024 e da allora, nonostante gli affondi di dicembre sui citati minimi di quota 11,26 euro, l'azione sembra avere consolidato una base per la ripartenza.
Oggi lo strappo al ribasso, come detto, apre nuove più cupe prospettive, ma nulla appare in definitiva perduta e la possibilità di un consolidamento e di un rimbalzo nelle prossime settimane appare ancora concreta. Di certo i pericoli comunque non mancano.