Sciopero porti USA, nuova incognita per la Fed

di Simone Ferradini pubblicato:
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Scali costa est e Golfo bloccati, rischio stop approvvigionamenti e aumento prezzi

Sciopero porti USA, nuova incognita per la Fed

Scenario ideale per la congiuntura americana

L'economia USA è solida: lo dimostra la corposa revisione al rialzo del GDI (Gross Domestic Income, una misura della performance dell'economia alternativa al PIL) del secondo trimestre della scorsa settimana, un risultato così da far dire a Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, che uno dei rischi che la banca centrale americana tiene sotto osservazione è stato rimosso.

Buone notizie anche sul fronte degli indici dei prezzi al consumo con l'inflazione in avvicinamento all'obiettivo del 2%. Sembra quindi che lo scenario sia favorevole a un rientro ordinato verso condizioni monetarie neutrali dopo la massiccia manovra restrittiva avviata nel 2022 per contrastare il balzo dei prezzi.

Scaricatori di porto in sciopero per la prima volta dal 1977

E invece le cose potrebbero complicarsi a causa dello sciopero dei lavoratori portuali. Due giorni fa la International Longshoremen's Association (ILA), il sindacato che riunisce gli scaricatori di porto della costa est degli USA, del Canada, del Golfo del Messico, di Porto Rico e dei Grandi Laghi del Nord America ha indetto il primo sciopero dal 1977 a seguito della rottura delle trattative con la United States Maritime Alliance (l'associazione dei gestori dei porti e dei vettori della costa est e del Golfo del Messico) sul nuovo contratto di lavoro. L'ILA chiede un massiccio incremento dei salari e garanzie per lo stop all'invasione dell'automazione nei porti e ha rifiutato un'offerta di incremento del 50% delle retribuzioni.

Lo sciopero coinvolge ben 45 mila lavoratori e sta bloccando il traffico marittimo dei porti della costa est e del Golfo degli USA. Reuters segnala ben 45 navi portacontainer ferme al largo in attesa di potersi liberare del carico. L'alternativa è passare per il Canale di Panama me questo comporta una ulteriore dilazione dei tempi di consegna e un incremento dei costi.

Tagli tassi Fed a rischio?

Il timore degli analisti è che se il blocco non dovesse essere rimosso in tempi brevi si riproporrebbe, anche se su scala ridotta, quello che accadde con la pandemia: scaffali vuoti, incremento dei prezzi e molti mesi per riportare a pieno regime la catena di rifornimenti. All'epoca la Fed commise l'errore di valutare come transitori gli effetti della brusca fermata del sistema: c'è la possibilità che non voglia ripetere la figuraccia e che quindi inserisca il rischio sui prezzi derivante dallo sciopero tra quelli da valutare in sede di decisione sui tassi.

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