Prysmian, vendite nel Capital Markets Day
pubblicato:Ma gli obiettivi del piano al 2028 sono solidi e l'acquisizione strategica di Channel rafforza l'impronta statunitense del gruppo dopo la conquista di Encore Wire

Forti vendite su Prysmian nel giorno dell’atteso capital market day di New York. Mentre il management illustra le novità strategiche del colosso dei cavi, il titolo segna un ribasso del 4,97% a 53,94 euro, dopo un minimo a 53,4 euro. Tecnicamente fino alla tenuta dei supporti strategici di quota 52,42 euro, che hanno respinto gli assalti ribassisti a marzo e lo scorso agosto, non ci sono grandi pericoli, ma il segnale non è comunque positivo, anche se i volumi appaiono ancora limitati.
Prysmian è il leader mondiale dei sistemi via cavo per l’energia e le telecomunicazioni, quindi anche un player di riferimento nel settore della transizione energetica, oltreché una società da oltre 17 miliardi di euro di ricavi nel 2024 (+10,9%).
Prysmian: la campagna acquisti Usa, dopo Encore Wire, c’è l’acquisto di Channel
Il colosso guidato dal CEO Massimo Battaini è anche impegnato in una campagna acquisti negli Stati Uniti ed è dunque alle prese con la tempesta dei dazi Usa che guarda al contempo dall’intero e dall’esterno dei confini Usa. Sempre più dall’interno però, visto che dopo la maxi-acquisizione di Encore Wire per 3,9 miliardi di euro, ieri sera il gruppo ha annunciato la conquista per altri 950 milioni di dollari di Channel Corporation Group (al netto di un potenziale ulteriore earn-out fino a 200 milioni).
La neo-acquisita texana non è una PMI: con poco meno di mille dipendenti e tre stabilimenti tra Texas, Nevada e California aggiunge però un tassello importante al portafoglio delle Digital Solutions. Cosa fa in pratica? Cassette di connessione (vault), fibra ottica, custodie termoplastiche e metalliche. Porta con sé un portafoglio clienti importante che comprende le maggiori tlc e utility degli Stati Uniti. È stata pagata meno di 8 volte l’ebitda, quindi la gestione caratteristica del gruppo dovrebbe essere sui 120 milioni di dollari. A fronte dell’ebitda complessivo di Prysmian pari a 1,75 miliardi nel 2024, non è un apporto da poco.
Nonostante questo shopping miliardario il gruppo Prysmian tiene alta la barra della sostenibilità finanziaria. A fine 2024 il patrimonio era di 5,3 miliardi e il debito di 4,3 miliardi di euro, la leva (PFN/EBITDA adj) era di appena 2,23x. Anche aggiungendo 950 milioni al debito (circa 880 milioni di euro) e 120 milioni (circa 111 milioni di euro) all’ebitda si ottiene una leva di circa 2,76x ancora confortevole.
Oltretutto l'acquisizione di Channel porta a una rivalutazione del piano di dual listing, ossia dello sbarco di Prysmian anche a Wall Street. La possibilità della quotazione a New York sarà insomma riconsiderata dopo il closing dell'acquisizione di Channel previsto nel secondo trimestre.
Ma veniamo alle indicazioni del nuovo piano.
Prysmian, il nuovo piano strategico
Il nuovo piano 2025-2028 di Prysmian nasce in un periodo carico di sfide e di incertezze dovute alla politica internazionale (con i suoi effetti su prezzi, mercati e catene di approvvigionamento) e alle pressioni della nuova amministrazione Trump.
Porre degli obiettivi non è facile. Ma una cosa è certa: gli Stati Uniti conteranno sempre di più nel business di Prysmian e non a casa oggi il primo Capital Markets Day dal 2023 si tiene a New York.
L’esposizione al mercato statunitense è passata per Prysmian dal 10% del 2007 al 50% lo scorso anno.
Il posizionamento del gruppo nei maggiori trend strutturali del mercato globale si articolerà ancora (e per certi versi raffinerà) sulle molteplici dimensioni della trasmissione di energia (con il boost della domanda dovuto ai cavi per collegare centrali eoliche, fotovoltaico e non solo) e della crescita enorme della domanda di energia che con la domanda dei server per cloud e AI esploderà (entro il 2030 la domanda totale di energia è prevista in crescita del 20% e soltanto la domanda dei data center dovrebbe raggiungere il 14% di tutta la domanda di energia degli Stati Uniti!).
In contemporanea si registreranno forti investimenti nelle reti, non solo quelle elettriche, ma anche quelle di telecomunicazione che veicoleranno nuove soluzioni digitali dirette a vari livelli della società. Una rivoluzione già in atto insomma per la quale Prysmian ha le carte e che intende sfruttare al meglio.
Il business dell’elettrificazione (la business unit Electrification copre a fine 2024 il 48% circa dell’ebitda adjusted totale) dovrebbe trarre vantaggio con dalla citata crescita della domanda (anche di quella dei data center) e si avvantaggerà del contributo di Encore Wire negli States (entro il 2026 sinergie di ebitda run rate da € 140 mln confermate).
La trasmissione (BU Transmission, 18,72% ebitda adj 2024) vede invece trend di crescita soprattutto europei con il collegamento dell’eolico offshore e le interconnessioni terrestri ad alta tensione, per questo business è prevista una crescita del 25-28% l’anno in termini di ebitda adjusted nell’arco del piano e già oggi il backlog divisionale è di ben 16 miliardi di euro, cui aggiungere 3 mld di ordini acquisiti, l’86% è in area EMEA.
Per quanto riguarda il Power Grid, Prysmian ha comunicato che il cda ha deciso un investimento da 245 milioni di dollari in Nord America per la produzione di cavi a media tensione, obiettivo il rafforzamento del business.
Nella divisione Digital Solutions, che già copre oggi l’8,3% dell’ebitda adj, si inserisce la nuova controllata Channel. Il passo è strategico perché estende il business del gruppo Prysmian da quello della produzione di cavi a quello della fornitura di soluzioni integrate, soprattutto nel mercato chiave degli Stati Uniti dove il più ampio ventaglio prodotti potrà soddisfare la domanda dei data center, dell’FTTX (fibra ottica) e del 5G. Con attività ovviamente anche in Europa. La fornitura di soluzioni
Tutto compreso Prysmian si aspetta una crescita sostenuta nel prossimo quinquennio, un percorso di accelerazione.
Prysmian, target finanziari in crescita
Nel 2028 il gruppo prevede un ebitda adjusted tra 2,95 e 3,15 miliardi di euro, quasi il 60% in più di oggi (nel midpoint). Questo dovrebbe sostenere una forte generazione di cassa con un free cash flow tra 1,5 e 1,7 mld nel 2028 (anch’esso quasi al 60% in più, per un totale in arco piano di circa 5 mld) e a cascata una crescita media annua dell’utile per azione tra il 15 e il 19% nel periodo 2024-2025. In altre parole l’utile per azione di Prysmian passerà – secondo i piani – da 2,81 euro a fine 2024 a 4,60-5,20 euro nel 2028 (praticamente il doppio).
Come impiegherà il gruppo i 5 miliardi di free cash flow attesi nei quattro anni del piano?
Il dividendo. Tra il 2024 e il 2028 Prysmian prevede di distribuire 1,1 miliardi di euro di dividendi, con una crescita media annua del 12%.
Al contempo il gruppo punterà al deleveraging, ossia alla riduzione del debito con una leva finanziaria tra 1,0x e 1,5x nel 2028. Circa 1,3 miliardi di euro andranno quindi al taglio del debito.
Altri 2,6 miliardi di euro andranno invece all’M&A, la campagna acquisti non è insomma finita.
L’allocazione del capitale e le direttive strategiche sono state insomma decise.
Lo scenario previsionale resta particolarmente sfidante. Le soluzioni low cost cinesi hanno scalfito la fiducia nell’hi tech USA e nel modello di sviluppo esponenziale dei data center, ma fino a un certo punto.
La guerra commerciale USA minaccia molto più concretamente la catene di approvvigionamento globali, le politiche di investimento, il tasso di cambio. Al contempo l’accento globale sulla sostenibilità è meno vigoroso e anzi Trump inneggia al drill baby drill.
Ma le colonne del piano sono state poste e Prysmian con la sua impronta sempre più statunitense bilancia ampiamente gran parte dei pericoli del nuovo scenario.
È sempre più impegnato anche nel megatrend dei server e si candida a fornitore importante di questo settore tanto rilevante nelle strategie dell’intelligenza artificiale Usa.
Gli analisti ci credono. Banca Akros ha confermato un accumulate con prezzo obiettivo a 70 euro.
Jefferies ribadisce un buy con prezzo obiettivo a 75 euro addirittura. Il mercato però in queste ore però vende ancora il titolo. Resta strategico quindi il citato supporto a 52,42 euro (che ospita anche il 50% di ritracciamento di tutta l'ascesa dei corsi dai minimi dell'ottobre 2023 a 33,26 ai massimi a 72,76 euro del 24 gennaio 2025).
Se un eventuale rimbalzo riuscisse invece a riportare i corsi sopra quota 59,1 euro o meglio ancora sopra gli ostacoli di area 60,15, nuove prospettive di riapprezzamento si consoliderebbero.