Pensionati all’estero, dal 20 settembre scattano i controlli, ecco per chi

di Alessia Seminara pubblicato:
3 min

I pensionati residenti all'estero dovranno affrontare nuovi controlli: si rischia la mancata percezione della pensione a partire da marzo 2025. Ecco in cosa consistono le verifiche e cosa fare.

Pensionati all’estero, dal 20 settembre scattano i controlli, ecco per chi

Nuovi controlli in arrivo per i pensionati residenti all’estero: l’INPS ha avviato la seconda fase della campagna di accertamento dell’esistenza in vita per i pensionati che non risiedono in Italia, al fine di garantire il corretto pagamento delle pensioni.

Dopo una prima fase, che ha interessato pensionati residenti in America, Asia, Estremo Oriente e Paesi dell’Est Europa, a partire dal 20 settembre 2024 il processo coinvolgerà i residenti in Europa, Africa e Oceania (con esclusione di Paesi scandinavi e dell’Est Europa che sono già stati oggetto di controlli).

Scopriamo come funziona la procedura di verifica e cosa rischia chi non invierà la documentazione richiesta.

Pensionati all’estero, dal 20 settembre scattano i controlli, ecco per chi

Dal 20 settembre 2024, i pensionati INPS residenti all’estero in Europa, Africa e Oceania dovranno dimostrare la loro esistenza in vita per poter continuare a percepire le proprie pensioni.

La gestione della procedura è affidata dall’INPS a Citibank N.A., che provvederà a inviare le richieste di attestazione in vita. I pensionati esteri dovranno inoltrare la documentazione necessaria entro e non oltre la data del 18 gennaio 2025.

Se non la invieranno, i pagamenti delle pensioni saranno sospesi a partire dalla rata di marzo 2025.

Non tutti i pensionati che vivono all'estero, comunque, saranno soggetti a controlli, grazie agli accordi tra INPS e istituti previdenziali esteri. Gli accordi coinvolgono la Germania, la Svizzera, la Francia, l’Australia, il Belgio e i Paesi Bassi.

Inoltre, i pensionati che hanno recentemente riscosso tramite Western Union o che sono già stati sospesi negli anni precedenti non devono presentare ulteriore attestazione.

Per i pensionati con gravi problemi di salute o ospiti in istituti di riposo, invece, la verifica può essere effettuata da un medico curante o da un funzionario della struttura in cui risiedono.

Pensionati all’estero, come funzionano i controlli e quali sono le scadenze

Citibank è responsabile della gestione dell’intero processo, dall’invio delle richieste di attestazione fino alla ricezione della documentazione. I moduli saranno inviati in diverse lingue, in base al Paese di residenza del pensionato, e dovranno essere restituiti compilati, firmati e accompagnati da una copia autenticata di un documento d’identità.

La documentazione richiesta per l’attestazione dell’esistenza in vita include il modulo di attestazione standard e una copia autenticata di un documento d’identità.

Il modulo deve essere compilato e autenticato da un testimone accettabile, come un rappresentante di ambasciata, consolato o autorità locale. La documentazione per la verifica deve essere inviata entro il 18 gennaio 2025, per evitare la sospensione dei pagamenti a partire da marzo.

Cosa succede in caso di mancato invio dei documenti?

In caso di mancato invio, da parte dei pensionati residenti all’estero, della documentazione entro il termine stabilito, l’INPS trasferirà temporaneamente il pagamento delle pensioni presso gli sportelli Western Union.

I pensionati che non rispetteranno la scadenza del 18 gennaio 2025, infatti, dovranno ritirare i pagamenti personalmente presso Western Union.

In questo modo, presentandosi personalmente potranno accertare la loro esistenza in vita.

Argomenti

PensioniINPS