MAIRE affonda, mercato deluso dagli obiettivi 2025
pubblicato:Risultati 2024 in forte crescita ma l'acquisizione di nuovi ordini rallenta e la guidance è sotto il consensus

Brusco ritorno alla realtà per MAIRE, reduce dai massimi dal 2008 a 10,11 euro toccati il 19 febbraio e da un rally da oltre +50% partito a fine febbraio. Il titolo ieri ha chiuso a 8,60 lasciando sul terreno oltre il 13% ma arrivando a toccare un minimo intraday a 7,8750 a quasi -21%. Le vendite sono scattate dopo la pubblicazione dei risultati e dell'aggiornamento del piano strategico al 2034.
Risultati a gonfie vele nel 2024, deludenti le prospettive 2025
I ricavi nello scorso esercizio si sono attestati a 5,9 miliardi di euro (+38,5% a/a), EBITDA a 386,4 milioni (+40,8%), utile netto a 212,4 milioni (+64%). Proposto un dividendo di 0,356 euro per azione (0,197 l'anno scorso). Le vendite sono scattate a causa della guidance 2025 deludente: il management prevede ricavi a 6,4-6,6 miliardi (+8/12%, consensus 6,86), EBITDA a 420-455 milioni (+9/18%), nel punto medio siamo sotto del 7% rispetto alle attese del mercato.
Altri elementi di debolezza sono rappresentati dall'attività commerciale di acquisizione ordini pari a 4,7 miliardi di euro contro i 10,7 miliardi del 2023. Di conseguenza il portafoglio ordini a fine 2024 era pari a 13,8 miliardi di euro contro i 15,0 di un anno addietro.
Acquisizione ordini a rilento
L'a.d. Alessandro Bernini nel presentare l'aggiornamento del piano non ha nascosto la sorpresa per l'andamento del titolo. Il manager si è detto "convinto che i risultati e la guidance sarebbero stati accolti positivamente [...] Ma a quanto pare no, forse non siamo stati chiari". Bernini ha ricordato che si aspettava almeno 6 miliardi di nuovi ordini nel quarto trimestre (ma ne è arrivato solo 1, dato che al 30 settembre il cumulato era di 3,7 miliardi, ndr): alcuni progetti sono "slittati di 5-6 mesi rispetto alle mie previsioni", 3,5 miliardi di ordini sono infatti stati annunciati ieri.
Ciò detto lo scenario è tutt'altro che incoraggiante. Bernini punta a ad almeno 8 miliardi di ordini nel 2025: 3,5 sono già acquisiti e dovevano arrivare nel 2024, pertanto parliamo di 4,5 miliardi "freschi", ben meno della metà di quelli acquisiti nel 2023.