Lusso giù su debolezza Cina
pubblicato:Terzo trimestre difficile per LVMH e Ferragamo, domanda cinese in calo
LVMH, primo calo delle vendite dal COVID
Momento delicato per i titoli del settore lusso a causa della debolezza della domanda cinese. Ieri dopo la chiusura del mercato LVMH (primo gruppo del comparto al mondo, in calo del 5% a Parigi) ha comunicato dati del terzo trimestre peggiori delle attese.
I ricavi si sono attestati a 19,08 miliardi di euro, il 2% sotto il consensus e in calo del 3% su base organica: si tratta della prima flessione dal periodo COVID. Il principale responsabile del calo è la Cina. L'area Asia (escludendo il Giappone) ha infatti accusato un calo del 16% delle vendite, in peggioramento rispetto al -14% del secondo trimestre.
Stessi problemi per Ferragamo
Indicazioni simili sono arrivate da Salvatore Ferragamo, -4% circa stamattina. La casa fiorentina ha archiviato il terzo trimestre con ricavi pari a 221 milioni di euro, -9,6% a/a, ma in leggero miglioramento rispetto al primo semestre (-12,8%). Nondimeno il mercato è deluso poiché il consensus era fissato a 228 milioni.
Molto male l’area Asia Pacifico che ha registrato ricavi in calo del 20,9% a/a, con un trend in peggioramento (-15,1% nel primo semestre). Salvatore Ferragamo si attende ora un risultato operativo 2024 "nella parte più bassa delle attuali aspettative degli analisti".
L'importanza della Cina per i gruppi europei
Per chi non avesse compreso appieno il problema dovrebbe ora apparire chiaro il perché economisti, analisti e investitori istituzionali e non guardavano con grande attenzione alla conferenza stampa del Ministro delle Finanze cinese, Lan Foan, di sabato scorso in attesa di dettagli (che peraltro non sono arrivati) sulle misure che Pechino adotterà per rilanciare l'economia del gigante asiatico. Volenti o nolenti una parte del tessuto imprenditoriale europeo (e non solo) dipende dalla domanda cinese e deve quindi confrontarsi con le problematiche di Pechino.