Lusso in ascesa: le ultime novità dalla Cina
pubblicato:Il politburo del partito comunista indica la strada per stimolare l'economia
Inizio di settimana decisamente positivo per i titoli del settore lusso. Il via agli acquisti è stato dato dal partito comunista cinese, qualcosa di impensabile fino a pochissimi decenni fa. Oggi l'agenzia di stampa governativa Xinhua ha riportato un resoconto della riunione del cosiddetto politburo (l'ufficio politico del partito) in vista della conferenza annuale sull'economia in programma l'11 e 12 dicembre.
Si tratta di una riunione in cui vengono analizzati i risultati delle misure economiche nell'anno che si avvicina alla conclusione e preparate le politiche per quello entrante. Il tema principale è la fissazione dell'obiettivo di crescita del PIL dell'anno successivo.
Lo stimolo ai consumi nelle indicazioni del politburo
Come d'abitudine la conferenza viene preceduta dalla riunione dei vertici del partito comunista e che fissa il tono e l'indirizzo delle decisioni che verranno prese pochi giorni dopo. Dal comunicato del politburo emergono due spunti decisamente interessanti. Il primo riguarda le cosiddette politiche fiscali con una intensificazione degli aggiustamenti non convenzionali anti-ciclici, ovvero misure volte a espandere la domanda interna e accelerare i consumi.
Il secondo e probabilmente più significativo interessa invece la politica monetaria: si prefigura infatti un atteggiamento "adeguatamente accomodante". Si tratta del primo cambiamento dal 2010, quando passò da adeguatamente accomodante (lo era dal 2008, ovvero dalla crisi finanziaria dei subprime) a neutrale.
Il peso della Cina nei bilanci dei colossi del lusso
Il combinato disposto delle indicazioni dei leader del partito comunista dovrebbe creare le condizioni per la ripresa dei consumi della Cina, evento atteso dal post-pandemia, e rivitalizzare il mercato dei beni di lusso.
Quello cinese è fondamentale per i gruppi del settore: Moncler (+3,2% in Borsa) realizza il 46% dei suoi ricavi in Asia, Brunello Cucinelli (+2,9%) il 40,4%, Salvatore Ferragamo (+7,1%) il 40,2% (32,4% Asia-Pacifico). Il colosso LVMH (+4,1%) vende per il 38% in Asia-Pacifico, Hermes (+1,6%) il 46,7% in Asia-Pacifico (senza il Giappone), Richemont (+2,5%) il 40% in Asia-Pacifico.