Italgas, nuovi obiettivi con l'acquisizione di 2i Rete Gas

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Operazione da 5,3 miliardi di euro, il gruppo guidato da Paolo Gallo aggiorna il piano al 2030 e la politica dei dividendi. Ecco i numeri

Italgas, nuovi obiettivi con l'acquisizione di 2i Rete Gas

Italgas getta il cuore oltre l’ostacolo e firma l’accordo per l’acquisizione del secondo operatore di distribuzione del gas 2i Rete Gas.

Nasce così il primo operatore europeo del settore, rivendica l’amministratore delegato di Italgas Paolo Gallo. Italgas d'altronde è già al primo posto nel gas in Italia e in Grecia e sta sviluppando nuove attività nel business dell’acqua.

Per il completamento dell’accordo serviranno il via libera del governo in base alle norme del golden power e soprattutto l’ok dell’Antitrust italiano che deve approvare la fusione tra il primo e il secondo operatore nazionale della distribuzione del gas. Al riguardo Il Sole 24 Ore evidenzia che il governo potrebbe però autorizzare la concentrazione servendosi dell’articolo 25 della legge Antitrust (la legge 287 del 10 ottobre 1990) che consente operazioni straordinarie di fusione “per rilevanti interessi generali dell’economia nazionale nell’ambito dell’integrazione europea”.

Naturalmente le interlocuzioni sul tema fra i diversi attori di questa partita non sono mancate. E va ricordato al proposito che Italgas ha oggi come primi azionisti CDP Reti (26% del capitale) e Snam (13,5%) che sono legati in un patto di sindacato sulle quote controllate.

La prima, CDP Reti, è per oltre il 59% di CDP che è controllata dal Ministero dell’Economia; la seconda, SNAM, ha come azionista di riferimento proprio CDP Reti che ne controlla il 31,4%. Il governo è insomma sicuramente bene informato dell’operazione.

Il deal cambia in maniera importante le dimensioni di Italgas che infatti ha aggiornato il piano industriale e presentato i nuovi obiettivi per il periodo dal 2024 al 2030.

Italgas-2iRete Gas, in numeri delle due società e dell’acquisizione

Il comunicato di venerdì sera sull’acquisizione di 2i Rete Gas è stato una conferma dopo diverse ipotesi, comunicazioni ufficiali e prese di posizione negli ultimi mesi.

Attualmente 2i Rete Gas è controllata al 63,9% dal Fondo F2i SGR guidato dall’amministratore delegato Renato Ravanelli e al 36% circa dalla Finavias (62,2% del fondo pensione APG Asset Management, 37,8% della francese Ardian).
È un colosso in crescita: 815 milioni di euro di ricavi adjusted nel 2023, ebitda adjusted di 546,3 milioni, risultato netto adjusted di 181,3 milioni di euro e investimenti, l’anno scorso, per 372,2 milioni di euro.

La prima idea, all’inizio di quest’anno, era stata quella della quotazione, ma poi il gruppo era entrato nei radar di Italgas ed erano partiti gli incontri e le trattative.

Il primo semestre è andato bene alle due società, in numeri confermano che Italgas è circa il doppio di 2i Rete Gas.

Italgas ha chiuso la prima metà dell’anno con ricavi da 872 milioni e un utile adjusted da 241,5 milioni al 27,68% circa del giro d’affari. 2i Rete Gas ha chiuso la prima metà del 2024 con ricavi da 455,9 milioni e un utile adjusted da 112,5 milioni al 24,6% del fatturato.

A fine giugno Italgas aveva un debito netto di 6,83 miliardi, pari a circa 10,17 volte l’ebitda adjusted, e 2i Rete Gas aveva indebitamento finanziario netto di 3,267 miliardi, pari a circa 10,71 volte l’ebitda adjusted (entrambi comprendono l’adozione del principio IFRS16).

L’accordo di venerdì valuta 2i Rete Gas circa 5,3 miliardi di euro in termini di enterprise value. C’è la componente equity che Italgas dovrà versare pari a 2,06 miliardi di euro e c’è il debito (calcolato a fine 2023) da 3,246 miliardi di euro che la stessa Italgas dovrà caricare con il proprio. Per un gruppo come Italgas, che in Borsa vale circa 4,38 miliardi di euro in termini di capitalizzazione, è un’operazione formidabile.

Italgas ha infatti annunciato un ricorso a un prestito ponte (“bridge”) di JP Morgan sindacato da un consorzio di banche di Banco BPM, BofA Securities, Citi, J.P. Morgan, Morgan Stanley e Société Générale.

Il passaggio successivo sarà quello dell’aumento di capitale in opzione da un miliardo di euro che sarà anche un passaggio importante dal banco di prova del mercato e degli investitori. L’obiettivo è difendere l’attuale profilo di rating. Sicuramente l’annuncio di CDP Reti di volere supportare l’operazione e di riconoscerne la valenza industriale è importante, così come la notizia del mantenimento dell’esposizione finanziaria di Snam. Meno note le intenzioni degli altri soci Lazard (9,7%) e Romano Minozzi (4,2%) che comunque vorranno sicuramente valutare le condizioni concrete del prossimo aumento di capitale.

Italgas-2i Rete Gas, crescono gli investimenti

Il piano al 2030 adesso fa il punto sul nuovo gruppo che nascerebbe dall’aggregazione.

Dal 2024 al 2030 dovrebbe investire ben 15,6 miliardi di euro e di questi 7,5 miliardi sono quelli destinati all’acquisizione di 2i Rete Gas, agli interventi di sviluppo della distribuzione del gas in Italia e Grecia, al rafforzamento della presenza nel settore idrico e all’accelerazione sull’efficienza energetica.

Il nuovo gruppo potrebbe avere circa 13,9 milioni punti di riconsegna di cui 4,9 milioni provenienti da 2i Rete Gas, potrebbe avere una rete da oltre 153 mila chilometri e oltre 6.500 dipendenti.

Tutto compreso il gruppo prevede investimenti da 12,8 miliardi di euro nello sviluppo del network italiano della distribuzione di gas e 2,7 miliardi sarebbero dedicati alla digitalizzazione.

Altri 1,1 miliardi di euro sono destinati allo sviluppo delle concessioni acquisite e alle gare territoriali ATEM (Italgas sarebbe ovviamente favorita a questo punto nell’aggregazione del mercato nazionale).

In Grecia Italgas prevede poi di investire 1 miliardo di euro per l’estensione e la digitalizzazione della rete. Anche qui ci sarà l’installazione su larga scala di Nimbus, il nuovo smart meter “H2 ready” proprietario che ha un peso rilevante in tutti i piani di Italgas.

Anche il nuovo business dell’acqua avrà le sue risorse con investimenti nei prossimi 7 anni per 450 milioni di euro per operazioni di M&A e trasferimento delle best practice del gas nel settore dell’acqua. Italgas punta alla completa digitalizzazione della rete idrica.

Grazie all’acquisizione di 2i Rete Gas e al piano di investimenti, il nuovo gruppo Italgas punta ad accrescere la RAB cumulata delle infrastrutture gas e acqua, in Italia e in Grecia, a un tasso medio annuo (CAGR) del 9,4% fino a 18,2 miliardi di euro a fine 2030. Con il contributo delle gare d’ambito, la RAB consolidata è prevista a circa 19,2 miliardi di euro al 2030 (+10,2% CAGR).
La RAB (Regulatory Asset Base) è un parametro fondamentale in questo business perché indica il valore del capitale investito netto riconosciuto dall'Autorità ARERA per determinare le tariffe applicabili.

Italgas, le stime del nuovo gruppo e l’aggiornamento della policy sui dividendi

Nel 2030 Italgas stima dall’integrazione con 2i Rete Gas sinergie ed efficienze di costo fino a 200 milioni di euro e la digitalizzazione della rete di 2i Rete Gas (investimenti da 800 milioni nell’arco del piano) dovrebbe accrescere i ricavi di 80 milioni di euro al 2030.

A fine piano quindi il gruppo stima ricavi da 3,6 miliardi di euro con un ebitda di 2,8 miliardi e una crescita media annua di ebitda e utili di circa il 13% (del 10% circa per l’utile per azione). Italgas stima quindi che l’utile per azione registrerà già un incremento dal 2026 rispetto al piano precedente (escluso l’impatto dell’allocazione del prezzo di acquisizione, applicando lo IAS 33).

Per quanto riguarda il 2024, che non sarà influenzato direttamente dall’acquisizione di 2i Rete Gas il cui closing è atteso per la prima metà del 2025, sono confermati gli obiettivi di maggio con investimenti tecnici da 0,9 mld, ricavi adjusted da 1,8 mld, ebitda adjusted tra 1,32 e 1,35 mld e un ebit adjusted da 0,8 miliardi di euro.

In questo contesto Italgas ha aggiornato anche la politica dei dividendi e ora prevede che la distribuzione del dividendo sia pari al maggiore tra (i) l’importo risultante dal DPS 2023 di €0,352 aumentato del 5% annuo e (ii) il DPS pari al 65% dell'utile netto rettificato (adjusted) per azione.

Spunti che sicuramente interesseranno molto il mercato e confermano la proposta di valore della società da sempre rivolta al premio dell’azionariato con cedole interessanti.