Iren guadagna terreno dopo i risultati
pubblicato:Nel 2024 pesa il calo dei prezzi dell'energia sui ricavi, ma i margini crescono. Il cda propone un aumento dell'8% del dividendo e anticipa l'integrazione di Egea

Nel pomeriggio si fa notare a Piazza Affari, nel contesto di un Ftse Italia Utenze in flessione dello 0,87%, il rialzo in controtendenza di Iren, che guadagna l’1,44% e si porta a 2,248 euro dopo la pubblicazione dei risultati del 2024. I massimi a 2,26 euro hanno toccato livelli che non si vedevano da metà 2022, nonostante il titolo sia già reduce da un rialzo del 18,5% nell’ultimo anno.
Iren, nel 2024 ricavi in calo, ma margini in crescita
La multiutility attiva, tra l’altro, in Piemonte, Liguria ed Emilia ha chiuso il 2024 con ricavi in calo del 6,9% a 6,04 miliardi di euro, ma ha poi registrato performance positive dei maggiori indicatori del conto economico. La dinamica somiglia a quella già vista per le altre utility: l’anno scorso il prezzo dell’energia elettrica è calato del 15% e i ricavi collegati sono scesi.
Iren segnala un impatto di oltre 300 milioni dal calo dei prezzi delle commodity e sono mancati anche 338 milioni di euro di ricavi collegati all’efficientamento energetico (la fine del Superbonus).
A valle del conto economico, però, come altre utility, Iren recupera. Il margine operativo lordo (EBITDA) del 2024 è cresciuto del 6,5% a 1,27 miliardi di euro, il dato è superiore al consensus raccolto dalla società tra gli analisti a 1,213 miliardi. Importanti revisioni tariffarie nelle Reti e nell’Ambiente hanno condizionato i risultati. Il calo del prezzo dell’elettricità ha avuto un impatto di ben 141 milioni a livello di ebitda. Il gruppo Iren ha in parte bilanciato con i maggiori volumi della produzione idroelettrica (+35%) e della produzione fotovoltaica (+35,1%). Quest’ultima si è avvantaggiata dell’entrata in esercizio di nuovi impianti, ma questi hanno contribuito alla crescita di circa 55 milioni (a un totale di 655 milioni di euro) degli ammortamenti del gruppo.
L’utile operativo (EBIT) aumenta comunque a doppia cifra con un +11,9% a 519,7 milioni di euro.
L’utile netto del periodo cresce del 7,7% a 303,5 milioni di euro (consensus 294 mln). L’utile netto attribuibile alla capogruppo aumenta del 5,4% a 268,47 milioni di euro.
Cresce del 4% a fine periodo la posizione finanziaria netta a un saldo negativo di 4,083 miliardi di euro. Giova il flusso di cassa operativo da oltre un miliardo (grazie oltreché all’ebitda allo smobilizzo di crediti fiscali da Superbonus per 250 milioni).
A fine periodo la leva finanziaria, PFN/EBITDA si pone a 3,2x, sotto il consensus (3,3x) con una buona nuova dunque anche sulla sostenibilità del debito.
Nel periodo gli investimenti lordi di Iren sono stati di 942 milioni (+0,9%, consensus 1,078 mld) e riguardano l’acquisto di quote di minoranza di Egea (87 mln), il consolidamento di Sienambiente (19 mln) e autorizzazioni per un nuovo impianto agrivoltaico a Rovigo (5 mln). Circa il 75% di questi investimenti è orientato a progetti di sostenibilità. L’anno scorso Iren ha ridotto del 6% a 315 grammi di CO2 per kilowattora, la propria intensità carbonica, ha inoltre aumentato del 36% l’energia verde venduta ai clienti finali (2.400 GWh) e del 13% i rifiuti inviati a recupero (oltre 1 milione di tonnellate).
Iren, l'integrazione anticipata di Egea
Ma sulla Egea Holding, multiutility con sede ad Alba, bisogna spendere altre due parole, perché oggi Iren ha anche annunciato la decisione di esercitare la call sul rimanente 47,23% del capitale non in suo possesso e detenuto da MidCo 2024 Srl. In altre parole Iren salirà al 100% di Egea investendo altri 74,8 milioni di euro. Il presidente esecutivo di Iren Luca Dal Fabbro ha parlato di ristrutturazione di successo del gruppo e di nuove sinergie dalla piena integrazione. L’ad e direttore generale di Iren Gianluca Bufo ha comunque confermato che il brand Egea non scomparirà.
Iren, il dividendo cresce dell'8%, dividend yield al 5,7%
Una utility come Iren si presenta al mercato soprattutto come un investimento di lungo periodo ripagato anche dalla distribuzione dei dividendi ai soci, quindi la cedola acquista per il mercato una particolare importanza. Il consiglio di amministrazione di Iren ha deciso di proporre alla prossima assemblea del 24 aprile un aumento del dividendo dell’8% a 12,83 centesimi. La cedola dovrebbe andare in stacco il prossimo 23 giugno e incorpora un pay-out ratio (ossia la percentuale di utili distribuiti in cedole) del 61%. Ai corsi di adesso il dividendo presenta un rendimento interessante del 5,7% circa sui valori di Borsa (dividend yield).
A 2,248 euro per azione, Iren tratta a circa 9,6 volte gli utili del 2024 (P/E), con un EV/EBITDA di circa 5,5x.
Il rapporto debt/equity è di circa 1,22x.
Nel 2025 il gruppo investirà ancora nell’efficienza di reti energetiche e idriche, nella raccolta dei rifiuti, nelle rinnovabili, tutti business che hanno sostenuto i recenti risultati (per esempio l’ebitda delle reti è cresciuto del 27,7%). Egea, come visto, sarà consolidata prima del previsto.
Anche il 2025 si confronterà con gli impatti della politica internazionale sulla volatilità dei prezzi, con le conseguenze dei tassi d’interesse sugli indicatori macroeconomici e con le sfide del clima. A questo nuovo appuntamento il gruppo però giunge anche con segnali di fiducia dal mercato dimostrati con l’emissione di due green bond per un miliardo di euro.