Ibm, una protagonista nascosta dell'intelligenza artificiale

di Raffaele Rovati pubblicato:
4 min

Protagonista nascosta dell'intelligenza artificiale, Ibm è distante dai chatbot alla ChatGpt. Punta su modelli ibridi di Ai fatti su misura per le esigenze delle aziende.

Ibm, una protagonista nascosta dell'intelligenza artificiale

Oggi è l'intelligenza artificiale il tema più caldo della tecnologia ma c'è una protagonista da decenni dell'Ai (artificial intelligence) che non partecipa al boom innescato da Nvidia. Si tratta di Ibm.

Ibm è da decenni la protagonista (oggi nascosta) dell'intelligenza artificiale

Si occupava da anni d'intelligenza artificiale quando nel 1993 Nvidia venne fondata e prima dell'Ipo di questa il supercomputer Deep Blue sfidava e batteva il campione di scacchi Garry Kasparov.

Nel 2011 era stato invece Watson a trionfare al quiz tv Jeopardy. E oggi Watson X è il contenitore che raccoglie tutte le attività Ai di Ibm. Di cui tuttavia Wall Street sembra essersi dimenticata.

Ibm in calo a Wall Street contro il rimbalzo del 171% di Nvidia nel 2023

Il titolo è infatti in declino di circa il 5% da inizio anno, contro il rimbalzo del 171% segnato da Nvidia e le performance eclatanti di molte aziende viste dal mercato come player principali dell'Ai.

Eric Savitz di Barron's chiede come sia possibile, visto che anche se passi falsi ne ha commessi in passato, Ibm ha probabilmente la più approfondita conoscenza dell'Ai di qualsiasi azienda.

Big Blue, oltre un secolo di Old Economy fino all'intelligenza artificiale

Tuttavia Ibm è una Blue Chip nel senso più stretto. Azienda dell'Old Economy (è nata addirittura il 16 giugno 1911), in grado di stare al passo con tutte le rivoluzioni della New Economy.

E il suo essere qualcosa di diverso dalle Big Tech è stato confermato nel 2022, annus horribilis per il settore in cui il titolo ha guadagnato il 3,57% contro il crollo del 33,10% del Nasdaq.

Approccio ibrido dopo il takeover dell'open source di Red Hat

Ibm è sempre stata capace di cambiare. Significativo in questo senso il takeover nel 2019 per 34 miliardi di Red Hat, azienda simbolo del sistema operativo Linux e quindi dell'open source.

E il chief executive Arvind Krishna, che nel 2021 ha spinto per un altro cambiamento (lo spin-off di Kyndryl), porta l'approccio open source nell'offerta d'intelligenza artificiale di Ibm ai suoi clienti.

Da Ibm non bisogna aspettarsi il nuovo ChatGpt. Li fanno Google e Microsoft

Certo, nota Savitz, da Ibm non bisogna aspettarsi il nuovo ChatGpt. "I modelli pubblici sono incredibilmente potenti. Google, Facebook, Microsoft li fanno e servono a tutti”, nota Krishna.

Il numero uno di Ibm ricorda però che quella interfacciata con il pubblico è solo una minima parte dell'Ai. Il chatbot di Microsoft, il Bard di Google sono soltanto la punta dell'iceberg.

"Ci sono più funzioni che non beneficeranno di un grande modello pubblico", ha spiegato Krishna, intervistato da Savitz. E la strategia di Ibm è proprio quella di aiutare i clienti a farsela in casa l'Ai.

I modelli d'intelligenza artificiale di Ibm sono fatti su misura per i clienti

Applicando nell'intelligenza artificiale il modello ibrido dei servizi cloud (unire conoscenze pubbliche a dati proprietari) Ibm lavora a modelli d'intelligenza artificiale fatti su misura per i clienti.

Krisha sottolinea come il colosso di Armonk stia costruendo modelli basati su set di dati specifici. Come per esempio per il settore della chimica, con clienti del calibro di Dow, Mitsui Chemicals o Basf.

"Dubito che uno dei nostri partner nel chimico metterebbe i propri dati proprietari in un modello pubblico ma uno studiato apposta potrebbe fornire loro risposte più rapide", aggiunge Krishna.

Finora, riporta Savitz, Ibm ha creato una ventina di questi modelli, per settori come il chimico, appunto, o per il bancario. Modelli pensati per la scrittura di codice o per rendere più efficiente l'It.

Per PwC dall'intelligenza artificiale 16.000 miliardi di valore per l'economia

Krishna non dice quanti ricavi generi oggi l'intelligenza artificiale per Ibm ma cita stime di PwC secondo cui l'Ai potrebbe generare 16.000 miliardi di dollari di valore per l'economia entro il 2030.

Ibm vuole una fetta del business ma Krishna non rinuncia al target di lungo periodo di una crescita dei ricavi intorno al 5% annuo (5,5% nel 2022). E l'Ai? "È un potenziale accelerante", conclude.