Asia-Pacific in negativo. Nikkei 225 in declino dello 0,25%
pubblicato:Dopo lo stop di Wall Street per l'Indipendence Day, mercati in Asia-Pacific in negativo. Spinte ribassiste da Pechino. Da Washington limitazioni su servizi cloud in Cina.
Dopo lo stop di martedì per Wall Street a causa della celebrazione dell'Indipendence Day, alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza è stata ampiamente in negativo su spinte ribassiste in arrivo da Pechino.
In giugno l'indice Caixin Purchasing Manufacturers' Index (Pmi) nel settore dei servizi della Cina, elaborato da S&P Global, è calato in Cina a 53,9 punti dai 57,1 punti di maggio (56,4 punti in aprile), ampiamente sotto ai 56,2 punti del consensus.
Non solo. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l'amministrazione del presidente Joe Biden starebbe considerando di limitare la possibilità di accesso per le aziende di Pechino ai servizi cloud di colossi come Amazon.com e Microsoft.
Washington starebbe studiando l'introduzione di nuove regole che imporrebbero ai provider Usa di richiedere l'autorizzazione governativa prima di permettere l'accesso a servizi cloud utilizzando chip avanzati per l'intelligenza artificiale.
In precedenza Pechino aveva annunciato un blocco per le esportazioni di gallio e germanio, elementi cruciali nella produzione di semiconduttori. Misura arrivata in rappresaglia in seguito alle ulteriori limitazioni all'export di chip per l'intelligenza artificiale varate da Washington.
Il clima complessivamente negativo per la regione. E il clima negativo viene confermato dal declino intorno allo 0,70% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.
Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in rialzo di circa lo 0,10% a fronte di un declino intorno allo 0,20% per lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde lo 0,25% (fa meglio l’indice più ampio Topix, deprezzatosi di appena lo 0,01%).
Sul fronte macroeconomico, il Purchasing Manufacturers' Index (Pmi) dei servizi del Giappone, stilato da S&P Global in collaborazione con Jibun Bank, è calato in giugno a 54,0 punti dai 55,9 punti di maggio (55,4 punti in aprile), confermandosi per il decimo mese consecutivo sopra la soglia di 50 punti che separa espansione da contrazione.
Il dato è inferiore ai 54,2 punti della lettura preliminare diffusa lo scorso mese. Il Pmi Composite, che combina l'indice dei servizi con quello del manifatturiero, è invece sceso a 52,1 punti dai 54,3 punti precedenti (52,9 punti in aprile e marzo), contro i 52,3 punti del dato flash.
Tutte ampiamente in negativo le piazze cinesi. A meno di un'ora dal termine delle contrattazioni Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono circa lo 0,60% e lo 0,70% rispettivamente, contro una flessione intorno allo 0,70% anche per lo Shenzhen Composite.
Molto male Hong Kong: l'Hang Seng è infatti in calo di circa l'1,60% (fa anche peggio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, con una contrazione di quasi il 2%).
A Seoul è intorno allo 0,50% il ribasso del Kospi, mentre a Sydney è stato dello 0,35% il declino dell'S&P/ASX 200 in chiusura. In maggio le vendite retail sono cresciute in Australia del 4,2% annuo, in ulteriore rallentamento rispetto al 4,3% precedente (e al 5,4% di marzo) ma in linea con la lettura preliminare diffusa il mese scorso.
Su base sequenziale (rettificata stagionalmente) le vendite al dettaglio sono invece salite dello 0,7% contro la lettura invariata di aprile (0,4% il rialzo di marzo), anche in questo caso in linea con il dato flash.