Hezbollah si ammorbidisce, cala il petrolio
pubblicato:Clima meno teso tra Iran e Israele ma resta attivo il rischio di un balzo di 10-20 dollari/barile
Il petrolio perde terreno dai picchi toccati nella tarda serata di lunedì. Il future dicembre sul Brent segna 77,90 $/barile (dal massimo dal 27 agosto a 81,16) mentre il future novembre sul WTI si attesta a 74,20 $/barile (ben sotto il massimo dal 15 agosto a 78,46).
L'accelerazione partita nella prima parte della scorsa settimana era stata causata dal crescere del rischio di rappresaglia di Israele dopo l'attacco dell'Iran: uno degli obiettivi di Tel Aviv (con il possibile supporto degli USA) potevano essere i pozzi petroliferi iraniani, con conseguente riduzione dell'offerta di greggio.
Hezbollah molla Gaza
La correzione delle ultime ore è spiegabile con il cambio di rotta di Hezbollah. Naim Qassem, ex vice di Hassan Nasrallah e ora numero uno della milizia-partito libanese appoggiata dall'Iran, ha affermato che il cessate il fuoco sul fronte con Israele non è più legato alla precondizione di una tregua a Gaza.
Si tratta in sostanza di un ammorbidimento di Hezbollah, causato probabilmente dalle pressioni interne in Libano, e che potrebbe avere come conseguenza uno spostamento verso le vie diplomatiche delle tensioni tra Iran e Israele.
Goldman Sachs, rischio balzo con attacco a pozzi iraniani
Questa impostazione è confermata dall'analisi di Goldman Sachs che sottolinea la leggera riduzione del rischio implicito nei derivati sul petrolio (in particolare nelle opzioni). Secondo gli analisti le quotazioni, in assenza di eventi che si risolvano in una interruzione della produzione in Iran, sono destinate a oscillare sui livelli attuali.
Ma attenzione: un attacco israeliano ai pozzi potrebbe provocare un balzo da 10-20 dollari barile dei prezzi. A meno che l'OPEC non decida di compensare il petrolio mancante: l'Iran è il nono produttore al mondo con circa 4 milioni di barili al giorno.