CVC, risultati in crescita e grandi affari in Italia

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Pezzo da novanta in Italia e non da ieri, il colosso del private equity è protagonista in diverse partite calde di Piazza Affari, da Recordati a TIM, a BIP... facile prevedere che anche qui in Italia se ne parlerà ancora e molto

CVC, risultati in crescita e grandi affari in Italia

Pubblicati i risultati 2024 di CVC Capital Partners, società finanziaria britannica di recente molto attiva in Italia. Il gruppo ha chiuso l’anno con 147,3 miliardi di euro di asset under management che versano commissioni, dato in crescita del 50%. Il totale degli AUM ammonta a 200 miliardi di euro.

Le commissioni di gestione sono cresciute del 23% a 1,329 miliardi di euro. Gli utili derivanti dalle commissioni sono cresciuti del 40% a 780 milioni id euro con un margine del 59%.

I proventi da performance (PRE - performance related earnings) sono aumentati del 5% a 182 milioni di euro.

L’ebitda del gruppo è aumentato del 31% a 866 milioni di euro e l’utile ante imposte è cresciuto del 36% a 830 milioni.

Il board ha proposto un dividendo semestrale di 0,21 euro per azione (per un ammontare complessivo di 221 milioni di euro) da pagare il 18 giugno (record date 23 maggio).

Va precisato che i dati riportati sono dei pro-forma rettificati, le metriche chiave reported dell’anno indicano ricavi totali da 1,566 miliardi, un ebitda da 474 milioni e un utile dopo le imposte di 308 milioni di euro.

Il CEO Rob Lucas ha dichiarato: “Il 2024 è stato una pietra miliare per CVC, abbiamo completato la nostra IPO, riportato una continua crescita e compiuto significativi progressi strategici”.

Già perché lo scorso CVC si è anche quotata alla Borsa di Amsterdam, con l'aiuto di Goldman Sachs, J.P. Morgan e Morgan Stanley, dove in questo momento segna un rialzo del 3,73% a 19,96 euro che pone fine ad alcuni bruschi ribassi a marzo. In Borsa il gigante del private equity vale comunque più di 20,4 miliardi di euro.

CVC, tanti dossier in Italia, da TIM a Recordati

In Italia l’operato di CVC è oggetto di importanti indiscrezioni. La compagnia sarebbe interessata alle quote dell’azionista di riferimento di TIM, Vivendi, circa il 24% del capitale della società di telecomunicazione e potrebbe essere interessata alla divisione enterprise del gruppo in un’operazione più ampia che potrebbe invece spingere a un merger di Tim con Iliad, interessata alla divisione consumer. Come noto lo stesso CEO di Tim Pietro Labriola ha parlato a più riprese della necessità di un consolidamento del mercato delle tlc italiane indicando le due alternative principali per un merger con TIM in Poste Italiane e in Iliad.

La stessa CVC nel 2022 ha rilevato il 50% della controllata di Enel Gridspertise per 300 milioni di euro.

Secondo Il Corriere della Sera a fine dicembre era rimasta solo CVC Capital Partners a trattare un investimento sul 30 o il 40% del Gruppo San Donato, il più grande polo ospedaliero privato d’Italia controllato dalla famiglia Rotelli. I rumors indicano in 2-3 miliardi di euro la possibile valutazione delle quote.

Ma il dossier più rilevante e attuale di CVC in Italia rimane Recordati. Il colosso farmaceutico quotato nel Ftse MIB ha nel fondo il suo maggiore azionista con il 46,82% del capitale e già nel recente passato si è parlato di una possibile valorizzazione totale o parziale delle quote, anche se gli ultimi rumors su una possibile cessione ad Angelini Pharma non si sono concretizzati in un deal. Lo scorso 19 febbraio però CVC ha ridotto le proprie quote dal 51,82% al 46,82% di Recordati con un ABB sul 5,02% del capitale, ossia 10,5 milioni di azioni cedute ad appena 55,7 euro contro i 59,9 euro dell’ultima chiusura. Il risultato è stato uno strappo sul grafico di Recordati di 2,2 euro (circa il 6%) che ancora si vede, a testimoniare che il socio di controllo è pronto a rivedere al ribasso i prezzi pur di liquidare e che la società è un affare visti i risultati eccellenti comunicati (ricavi +12,4%, utile netto +7%, dividendo da 1,27 euro in crescita del 5,8% - ma c’è già stato un acconto di 60 centesimi).

Il disimpegno, per ora eventuale, di CVC da Recordati non sarà un disimpegno dal Bel Paese, anzi, il gruppo ha sempre dimostrato di essere molto interessato all’economia italiana e ha anche condotto operazioni in tandem come l’acquisizione recente insieme a CDP Equity di MaticMind che ha portato all’uscita del fondatore Carmine Saladino. Al termine del deal CVC avrà l’82% e CDP il 18%, ma l’alleanza con Cassa Depositi e Prestiti sul system integrator potrebbe essere il viatico per accordi di più ampio respiro, per esempio su TIM.

Un’altra grande operazione in cantiere è, sempre secondo i rumors, la prossima uscita dall’investimento in Bip Consulting, di cui CVC ha comprato più del 70% nel 2021 valutandola circa 700 milioni di euro. Da allora il private equity ha fatto il suo lavoro incoraggiando un percorso di sviluppo e di recente la stessa bip ha accolto manager di primo piano al suo interno come Marco Mazzucchelli che ha assunto a novembre la guida della divisione private equity con il beneplacito del presidente del gruppo Donato Iacovone.

Né sono da dimenticare altre grandi operazioni in Italia come l'acquisizione de La Piadineria da Permira o di Genetic Group, altro gruppo del settore farmaceutico di cui, secondo un numero del Financial Times di novembre, la stessa CVC intenderebbe cedere il 60% a una valutazione complessiva del gruppo di 700 milioni di euro.

CVC, un nome che ricorre in molti grandi partite

CVC è guidata in Italia ormai dal 2010 da Giampiero Mazza, la società di private equity si è finora fatta sentire molto con le operazioni illustrate, che poi sono soltanto una fetta del suo track record tricolore. Da Jersey, l'isola nel Canale della Manica dove, come nella tradizione di molti fondi britannici, CVC ha sede si progettano insomma mosse importanti anche per il Bel Paese.

Con i tassi in calo in Europa e con i riassetto grandi industrie come quella delle telecomunicazioni o quella del risparmio (non solo le banche, ma anche l'asset management e la consulenza), probabilmente si farà sentire ancora di più quest’anno e il prossimo.