Banche, il risiko arriverà, ma non bisogna guardare solo alle assicurazioni
pubblicato:La bancassurance è una leva importante per il merger bancario in questa stagione, ma l'evoluzione di asset management e pagamenti digitali (senza contare wealth management e private banking) lascia presagire spunti anche da quei settori. Dispersione? Al contrario, gli intrecci azionari spingeranno ancora verso una stagione di merger
Consulenza, investimento, PIC, PAC, rendimenti, BTP, fondi comuni, ETF... per l’uomo qualunque (si sarebbe detto una volta) la segnaletica del risparmio è spesso una foresta di acronimi ostici. Un ginepraio al quale ci si rivolge solo per forza.
Non molto tempo fa un amico che ne capiva di fisica teorica mi disse un po’ smaccato: dopo un’ora di spiegazione del gestore che ha in carico i nostri fondi previdenziali aziendali non ho capito un’acca. Si era deciso alla fine a lasciare le cose come stavano, perché era chiaro che la sfinge non parlava la sua lingua, più per dolo probabilmente che per colpa.
Oggi però i grandi gestori del risparmio italico non solo vivono una fase strategica, ma la finanza li valuta sempre più spesso perché sono diventati sistemici e al tempo stesso si evolvono in direzioni ancora non del tutto chiare.
In pratica c’è la sfida enorme dell’intelligenza artificiale: i promotori temono spesso a torto o a ragione che un BOT a pagamento sul web gli rubi il lavoro. La domanda da fare sarebbe: il vostro lavoro è migliore di quello di un BOT a pagamento sul web? Molti forse temono di no, altri sono consapevoli che ormai un consulente finanziario gestisce molto di più di quattro azioni e tre BTP, ma spazia dalle assicurazioni familiari e lavorative ai temi della successione, della previdenza, dell’investimento prospettico e non solo speculativo. Ancora chatGPT non ci riesce e probabilmente quando ci riuscirà gli azionisti confusi dall’ennesima inspiegabile altalena dei mercati alzeranno comunque la cornetta perché un semplice punto di vista diverso può essere di grande conforto tra le procelle dei listini globali.
Ma torniamo ai servizi bancari aggiunti come le assicurazioni e l'asset management (investimento/risparmio). Le banche hanno un'offerta sempre più ampia, dall’assicurazione al private banking passando per il risparmio. La gestione del conto corrente, voce fondamentale un tempo e anche oggi, può benissimo limitarsi all’online e di fatto il lavoro degli sportelli è delegato a operazioni più importanti o saltuarie, come la sottoscrizione di un mutuo o di una polizza assicurativa appunto.
Banche, il risiko che passa dalle assicurazioni, ma non solo
Facendo il giro delle sette chiese gli spettatori finanziari hanno concluso che Bper è l’unica seria alternativa per lo sviluppo del terzo polo e l’assorbimento della neoprivatizzata MPS.
Era un ragionamento per esclusione: Unicredit ha già detto no a più riprese; Banco BPM alla fine corre sempre da sola e comunque le banche per ora sono care; Intesa non se ne parla, ha già dato con Ubi e di sportelli ne ha anche troppi, Mediobanca fa un altro lavoro; Banca Mediolanum pure e così Fineco; i colossi ex quotati BNL BNP Paribas o Credit Agricole (Cariparma etc. etc.) sono francesi e sono cresciuti già anche troppo…
Insomma rimanevano tra le quotate Bper e Popolare di Sondrio entrambe riferibili, in buona sostanza, a Unipol che infatti ha dovuto specificare (più volte) che per ora di piani su MPS non ce n’è.
Il ragionamento era lineare e non mancava di robustezza, ma poiché – è chiaro, ma è meglio esplicitarlo – Unipol da azionista al quasi 20% (24,62% potenziale) di Bper e al quasi 20% pure della Popolare di Sondrio (che comunque è piccolina per MPS) è anche il loro assicuratore di fiducia, bisognava passare da Via Stalingrado per capire cosa potesse o non potesse succedere.
A essere precisi sia Bper che la Popolare di Sondrio si affidano per le assicurazioni al gruppo Unipol sui vari fronti sia direttamente come con Unisalute per la sanità integrativa (altro business che potrebbe avere un peso nei futuri strategici delle banche), che indirettamente con Arca Assicurazioni, gigante nostrano controllato al 63,4% da Unipolsai, al 19,7% da Bper e al 14,8% dalla Popolare di Sondrio. Nessuna ambiguità possibile insomma.
Sui fondi d’investimento o previdenziali si passa da Arca Fondi che invece è controllata da Bper. Insomma stiamo parlando di un gruppo integrato e in crescita che potrebbe promuovere manovre anche su MPS dopo la conquista del quasi 10% di Banco BPM da parte del Credit Agricole.
Banche, ma a Siena c'è Axa (anche se non è più socia di MPS)
Ma di mezzo c’è pure Axa, storico partner assicurativo del Monte dei Paschi, con cui è in essere una joint venture fino al 2027 sia sul vita che sul danni. Da quanto l’anno scorso Axa ha venduto il suo 7,94% a sconto per 233 milioni (non proprio un affare lungimirante visto che valutava i titoli a 2,33 euro contro i 4,83 di oggi, ma insomma era un’altra epoca), la diga ha cominciato a erodersi e nonostante la precisazione del numero uno di Unipol Cimbri sul non c’è niente al riguardo, il mercato ha continuato a misurare il possibile deal.
Tanto da ripescare oggi un report di febbraio per ottenere le valutazioni di Deutsche Bank sugli accordi in questione: 1,3 miliardi di euro per entrambe le joint venture (una sul vita e una sul danni appunto). E’ un appraisal value (letteralmente il valore del perito), che somma in 1,382 miliardi di euro il valore di libro delle due JV per MPS (605 milioni per ognuna pro-quota) sommando circa 90 milioni di utili derivanti da ciascuna di attività. Il riacquisto avrebbe un impatto negativo sul CET 1 ratio di 87 punti base in quanto soprattutto aumenterebbe gli asset ponderati per il rischio (RWA), circa 421 milioni di euro di (excess) capital bruciati, ammesso sempre che una simile transazione possa avvenire solo ai valori di libro.
Certo poi l’intervento di Unipol o di Bper riaggiusterebbe le cose probabilmente, ma finora su quel fronte, appunto, sono arrivati solo dei non mi interessa. Ma poi siamo sicuri che vita e danni debbano essere tenuti assieme anche nella nuova struttura assicurativa di MPS?
Banche, le assicurazioni in casa e non, ecco le coppie
Oltre al polo Bper-Popolare di Sondrio-Unipol pochi altri gruppi italiani hanno un’assicurazione in casa. Intesa da sempre è una remunerativa eccezione, Banco BPM ha avviato il processo di internalizzazione della bancassurance comprando Vera Vita e Vera Financial da Generali Italia e stringendo con Credit Agricole una partnership di minoranza sul danni (sì Credit Agricole è la banca francese che del Banco ha il 20% quasi, ma per completezza va detto che ha anche il 39% del gioiellino del prestito al consumo Agos).
Gli altri si affidano a terzi. Unicredit sul vita e sul danni va con Allianz a eccezione che per il vita in partnership con CNP Assurance, la controllata de La Banque Postale che ha ereditato gli asset di Aviva in Italia.
Mediolanum lavora con la transnazionale sul danni AON (giurisdizione irlandese, sede britannica, attività statunitensi etc.) e fa da sé sul vita.
Fineco ha ereditato i legami con Unicredit di CNP Vita ma sulla bancassurance ha un’offerta intenzionalmente limitata.
Banche, asset management e pagamenti digitali
C’è poi un altro formidabile scoglio che è l’altro tema caldo di ogni discussione sull’M&A bancario in Italia, quello dell’Asset Management. Come detto nel gruppo Unipol-Bper-PopSondrio c’è Arca SGR, ma poi ci son ovviamente vari player trasversali, non perché manchino i vantaggi di un’offerta integrata ma perché coprire adeguatamente la platea degli investibili richiede spalle larghe, rare in Italia come le fabbriche prodotto in casa, quindi partnership ancora più complesse con alcuni grandi giganti come la Eurizon di Intesa, Generali, Anima SGR che serve MPS, ma anche Poste, Creval, Banco BPM (Banco e Poste sono azionisti al 22,38% e all’11,95% rispettivamente…). E' un bel polo aggregatore nel settore del risparmio, ma ha subito molto l’impatto del caso Eurovita che ha fatto il deserto sulle polizze unit-linked.
C’è poi tutta la crescente concorrenza della distribuzione via web non strutturata… impossibile da perimetrare.
Ci sono poi i pagamenti digitali, non solo Nexi e Worldline, ma anche Numia che se stringerà con il Banco BPM traghetterà nella finanza ordinaria anche i numeri delle BCC che intanto nell’assicurazione si affidano ad Assimoco (la tedesca R+V, Raiffeisen e altro) per il danni e a Cardif (della francese BNP Paribas) per il Vita, ma lavorano sugli investimenti con BlackRock e sulla cessione del quinto con Pitagora…
Come visto gran parte di questi accordi passano per intrecci azionari, dato il valore strategico delle intese. In altre parole i business si moltiplicano, ma gli attori si concentrano. E questo è sicuramente un buon viatico per la prossima stagione di Risiko.