Banca Generali, l'opa su Intermonte SIM riaccende i fari sul risparmio
pubblicato:Premio del 22% sui prezzi di venerdì, la SIM innesca il rally e Banca Generali punta al delisting. Previsto dall'operazione un ROI oltre il costo del capitale e nessun impatto sui dividendi. La mossa sulla SIM rafforza il gruppo guidato da Gian Maria Mossa su vari fronti e riaccende l'interesse per il risparmio gestito
Opa in Banca Generali su Intermonte, tesa al delisting. Il risparmio gestito ritorna al centro dell’attenzione in questo settembre caldo per i mercati con un’operazione che è già la partita di giornata e arroventa i corsi della preda: +20% a 2,99 euro, in rally verso il prezzo dell’offerta da € 3,04 che implica un premio del 24% sui corsi dell’ultimo trimestre della SIM.
L’opa è tesa al delisting della Società di Investimento Mobiliare sbarcata sull’Euronext Growth Milan (EGM) nell’ottobre 2021, appena 3 anni fa.
Banca Generali, opa su Intermonte, gli obiettivi strategici
Ovviamente per Banca Generali è un’operazione strategica che porterebbe tra gli asset uno degli operatori più prestigiosi di Piazza Affari.
L’integrazione del broker indipendente con una posizione di leadership sul mercato italiano e trent’anni di consolidata esperienza e successi permetterebbe infatti un ulteriore differenziazione del business di Banca Generali internalizzando servizi di valore in ambito trading e attività in derivati e rafforzando l’offerta del gruppo guidato dall’ad Gian Maria Mossa nell’ambito della consulenza professionale per le scelte strategiche alle piccole e medie imprese, che già Banca Generali conosce bene, ma che con le nuove competenze specifiche si rafforzerebbero sensibilmente.
La valorizzazione delle attività di research di Intermonte, specialmente nel mercato delle PMI, è uno degli obiettivi che Banca Generali si prefigge con l’offerta. In dote la SIM porterebbe anche la sala di negoziazione con le attività su equity ed ETF e forti competenze nell’ambito desk derivati, in particolare nella strutturazione dei certificati con sottostanti italiani ed europei.
Del pacchetto farebbe parte ovviamente un rapporto storico con imprenditori e PMI che costituiscono un segmento fondamentale delle attività di private banking, uno dei core business di Banca Generali. E l’operazione consentirebbe, infine, di differenziare ulteriormente il posizionamento del gruppo nel mercato delle reti.
Un segnale di continuità preventivo è stato inviato sul business di Intermonte: “la società continuerà a operare come controparte di mercato generando business autonomamente”.
Banca Generali, opa su Intermonte operazione da 98,19 milioni
In soldoni, le prime stime prudenziali di Banca Generali ipotizzano un ritorno stimato sull’investimento (ROI) superiore al costo del capitale della banca.
L’operazione valuta Intermonte fino a 98,19 milioni di euro. Il prezzo di 3,04 euro, oltre al citato premio del 24% sulla media degli ultimi tre mesi (e del 22% circa sulla chiusura di venerdì scorso), si pone al di sopra del prezzo di collocamento del 2021 a 2,80 euro (+8,57%).
Opa su Intermonte, i numeri di Banca Generali e quelli della SIM
Sui ratios patrimoniali di Banca Generali l’impatto dovrebbe essere inferiore al 3% e quindi, essendo i rapporti patrimoniali di Banca Generali ben al di sopra dei requisiti regolamentari, non dovrebbero esserci conseguenze sulla politica dei dividendi del gruppo. A fine giugno il CET 1 ratio di Banca Generali si poneva al 22,3% e il total capital ratio al 23,7% (requisiti patrimoniali fissati da Banca d’Italia all’8,34% e al 12,64% rispettivamente).
Nel semestre Banca Generali ha raccolto 3,6 miliardi di euro (+11,3%) e raggiunto un volume di masse in advisory di 10,3 miliardi di euro (+21,3%) con masse totali intermediate pari a 99 miliardi. Se si aggiungono gli 1,1 miliardi di euro dei depositi di risparmio amministrati per le società della controllante Generali e i 4,3 miliardi di fondi e Sicav distribuiti direttamente dalla BG Fund Management Luxembourg S.A. si arriva a 104,4 miliardi di euro di stazza. Si tratta di una crescita importante che avviene nonostante la raccolta delle polizze vita tradizionali si sia quasi azzerata (16 mln) dopo i deflussi da 969 milioni della prima metà del 2023.
Il semestre di Banca Generali è stato comunque molto solido con un margine di interesse da 157,5 milioni (+4%) e commissioni da 327,6 milioni (+41,9%) che hanno permesso un balzo del 35% del risultato operativo a 357,7 milioni e del 36,9% dell’utile netto a 239,6 milioni di euro.
Ancora più brillanti (su una scala diversa) i risultati del periodo appena pubblicati da Intermonte. I ricavi della SIM sono balzati del 28,5% a 19 milioni di euro e l’utile netto è più che raddoppiato a 2,5 milioni (+129%), che oltretutto al netto dei one off salirebbe a 3,1 milioni di euro. L’amministratore delegato Guglielmo Manetti ha confermato un ulteriore consolidamento nei mercati di riferimento, con sovraperformance sui trend di settore nell’Area Markets e un’ottima performance dell’area Investment Banking (ha eseguito l’unica IPO dell’anno nel mercato principale MTA) e della Digital Division & Advisory. Quest’ultima in particolare ha registrato una “fortissima accelerazione” sia sul lato Investment Solutions (rivolto ai private banker e consulenti finanziari), sia lato Websim Corporate (rivolto alle quotate dell’EGM).
L’area Markets ha raggiunto i 12,8 milioni di fatturato semestrale, praticamente due terzi del totale con un balzo del 35,7% rispetto al dato di un anno fa.
L’area Investment Banking fattura 4,1 milioni (+10%) e l’area Digital Division & Advisory 2,1 milioni (+29,8%).
Il patrimonio netto di Intermonte SIM a fine semestre era di 49,5 milioni e senza nessun avviamento iscritto a bilancio. L’adjusted ROE annualizzato sarebbe del 16,4% con un total capital ratio del 491,1% (circa il triplo dei requisiti SREP richiesti).
Annualizzando l’utile ordinario del primo semestre si ottiene un P/E Forward di 15,83x (19,6x includendo le una tantum). Un prezzo sicuramente interessante e generoso per gli azionisti, ma chiaramente a questi tassi di crescita a doppia cifra assolutamente ragionevole.
Per Banca Generali potrebbe insomma essere un’affare, soprattutto se si considera che il vero valore di un deal del genere in questo settore, sono le sinergie e le opportunità di business che si generano.
Secondo MF, si sarebbe già impegnato all’adesione all’offerta il 52% del capitale di Intermonte SIM, a riprova del carattere amichevole di questa offerta.
Di certo ratio patrimoniali e strategiche dell’operazione vanno al di là delle cifre puntuali e delle attività direttamente coinvolte dal deal e interessano tutto il mondo italiano del risparmio gestito che vive una fase di profonda riflessione e di evoluzione non soltanto digitale. Lo si vede nelle aree dedicate delle grandi banche italiane e lo si vede presso gli operatori indipendenti.
C’è da scommettere che entro 12 mesi il panorama cambierà ancora, fabbriche prodotto e consulenza avanzata sono un po’ il neo di gran parte della finanza italiana, dal punto di vista delle risorse domestiche, e il mercato anche oggi dimostra che un’evoluzione ulteriore è necessaria.