Azimut, nuovi dettagli sulla banca e target al 2025
pubblicato:FSI potrebbe comprare l'80% della realtà che nascerà dalla scissione della rete di consulenti Azimut in Italia. Utili attesi in calo a 400 milioni quest'anno, peseranno i costi dello spin-off
Segnali di forza ancora nel pomeriggio da Azimut: il titolo segna un rialzo dell’1,47% a 24,93 euro. I volumi sono nella media, ma va detto che i corsi attuali superano con slancio gli ostacoli di quota 24,49 euro che ospitano i massimi dello scorso ottobre e il 61,8% di ritracciamento della flessione avviata dai massimi storici segnati all’inizio del marzo 2024 a 27,05 euro, prima di ripiegare fino ai bottom dello scorso 5 agosto. Si pone quindi un path di recupero importante per il titolo con resistenze importanti a 25,39 euro e a 26,22 euro, prima di un eventuale ritorno sui citati massimi.
Azimut, si accelera sulla banca
Oggi Azimut ha confermato il superamento degli obiettivi per il 2024 e posto i nuovi target del 2025 aggiornando il mercato sul tema caldo della nuova wealth fintech bank (progetto TNB) che dovrebbe assorbire una parte della rete di consulenti e, dopo l’annuncio del marzo 2024, aveva registrato un rallentamento sulle attese di mercati fino allo scorso dicembre, quando sono state annunciate trattative in esclusiva con FSI.
La scissione è al centro dell’attenzione degli osservatori e della nuova banca si sa ancora relativamente poco. Sarà una realtà dedicata alla clientela private e alle PMI, integrata con l’offerta di prodotti del gruppo Azimut, con nuovi servizi bancari e di wealth management.
L’operazione di scissione prevede l’emissione di nuovi strumenti finanziari partecipativi e la destinazione di un 10% del capitale nei primi cinque anni ai consulenti, manager e dipendenti del gruppo Azimut che si uniranno al progetto. La nuova banca dovrebbe assorbire la metà della rete di Azimut in Italia. Secondo le stime in valore assoluto dovrebbero essere 850 i consulenti che rimarranno in Azimut e circa mille quelli che transiteranno nella nuova banca.
I costi per la realizzazione della nuova banca sono stimati fino a 1,25 miliardi di euro l’anno e varieranno anche in base alla capacità o meno di ottenere già nel 2025 l’autorizzazione bancaria che potrebbe essere comprata sul mercato invece che richiesta direttamente alla Banca d’Italia che dovrà comunque dare il proprio placet.
Pietro Giuliani, presidente di Azimut Holding, ha affermato che FSI potrebbe avere una quota fino all’80% della nuova banca (il resto rimarrà alla holding di Azimut) ed entro l’anno questa dovrebbe attivarsi con l’obiettivo successivo della quotazione a Piazza Affari.
Si stima già che il valore di mercato della nuova banca possa essere tra 1,8 e 2,2 miliardi di euro. Smentite le indiscrezioni su una partnership con Illimity (di recente come noto finita nel mirino di Banca Ifis), i conti aperti sulla digital bank di Corrado Passera dai clienti di Azimut sono da considerarsi dei “taxi” in attesa dell’operatività della nuova wealth fintech bank.
Azimut, dopo un 2024 brillante, i target per il 2025
Per Azimut il 2024 è stato un anno da incorniciare con obiettivi ampiamente superati dalle performance del gruppo. Nell’esercizio le indicazioni preliminari di oggi indicano una raccolta sui massimi storici di 18,3 miliardi di euro (il target di 14 miliardi era peraltro già stato aggiornato a luglio) e un utile che potrebbe raggiungere i 600 milioni di euro. Le masse hanno raggiunto i 108 miliardi di euro e gli asset under management si sono attestati a 6,4 miliardi con oltre 70 prodotti offerti.
Gli obiettivi del 2025 sono meno ambiziosi, anche per via dei lavori in corso sulla nuova banca. Il gruppo si aspetta una raccolta nel 2025 di 10 miliardi di euro e un utile netto di almeno 400 milioni tenendo conto anche dei citati costi per il progetto TNB.
Facendo due calcoli si può notare che ai corsi di adesso il titolo capitalizza 5,93 volte gli utili del 2024 (p/e) e 8,9 volte quelli attesi nel 2025 (p/e forward), d’altronde in pratica è attesa una flessione degli utili di un terzo.
Il perimetro di Azimut è quindi in profonda evoluzione ed è confermato l’approccio attivo del gruppo ad operazioni di M&A.
Nel 2024 è stata ceduta la quota in KLIM a Petershill at Goldman Sachs per 225 milioni in contanti (l’investimento iniziale era stato di 60 milioni) e ìd è stata valorizzata per 97 milioni la quota in Pathlight Capital. Il gruppo ha inoltre firmato una partnership strategica con Oaktree per una quota nella rete di consulenza della controllata AZ NGA Australia (valutata complessivamente circa 400 milioni di euro).
Di più si saprà con il nuovo piano industriale a 5 anni che sarà presentato quest’anno ed è in corso di elaborazione, ma senza dubbio Azimut si conferma vitale in questo periodo di forte evoluzione del risparmio gestito italiano e non solo.