Alkemy in rally, l’opa di Retex arroventa le azioni, nasce un big del martech

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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L’offerente Retex punta al delisting, dietro c’è FSI SGR che ha appena investito 100 milioni di euro, ma c’è anche un accordo con Duccio Vitali che guiderà il nuovo gruppo

Alkemy in rally, l’opa di Retex arroventa le azioni, nasce un big del martech

Alkemy attira l’attenzione dei mercati stamane, non potrebbe essere diversamente visto che poco prima delle contrattazioni è stata annunciata sui titoli un’offerta da 12 euro ad azione. Significa più del 23% della chiusura di venerdì scorso e non sorprende quindi che l’azione fatichi a fare prezzo in avvio di ottava.

Chi è l’offerente? Si chiama Retex Società Benefit, è una martech, ossia una società che sposa tecnologia e marketing per accompagnare i brand nel processo di trasformazione che il nuovo panorama digitale e di consumo ha imposto.

Ma è della partita anche il primo azionista e consigliere delegato di Alkemy Duccio Vitali, che ha stretto un accordo con Retex per la promozione dell’offerta. L’obiettivo è il delisting, un’altra società che lascia Piazza Affari insomma.

Da Alkemy e Retex, c'è dietro il piano di FSI SGR per un colosso del martech

L’accordo tra Duccio Vitali, Retex ed FSI SGR prevede che il primo ceda tutto il suo pacchetto azionario all’offerente, ossia l’11% del capitale, ovviamente al prezzo di offerta che è appunto 12 euro.

Per il manager formatosi in Bain & Co è un incasso da oltre 7,5 milioni di euro, ma anche una scelta importante sulla società che guida dal 2012 attraverso diverse aggregazioni nel mondo dei servizi digitali per le imprese (Seolab, Alkmey USA, Alkemy Tech, BizUp, Nunatac, Go Grupo Ontwice, Design Group Italia, XCC, Innocu Solutions) e attraverso l’insediamento in vari nuovi mercati europei (dalla Spagna alla Serbia).

Duccio Vitali si è però impegnato a reinvestire parte dei proventi della vendita delle sue quote nella nuova società.

Il manager sponsorizza la nuova operazione insomma, si è impegnato a non ostacolarla e soprattutto è previsto che assuma l’incarico di nuovo “group CEO" del nuovo gruppo in coordinamento con l’attuale presidente e amministratore delegato di Retex Fausto Caprini.

Ora bisogna vedere cosa faranno gli altri azionisti di Alkemy Riccardo Lorenzini (10,24% del capitale); Tamburi (6,22% del capitale) e CIP Merchant Capital Limited (5,57%). Ma il percorso sembra tracciato.

Alkemy e Retex, i numeri delle due società

Nel 2023 Alkemy ha fatturato 119,2 milioni di euro (+11,8%) con un ebitda adjusted da 12,1 milioni (+11,2%), un EBIT da 6,9 milioni di euro e un utile netto consolidato da 3,5 milioni di euro. Il flusso di cassa operativo della società era positivo per 9,2 milioni con una PFN negativa per 31,8 milioni (circa 2,42 volte l’ebitda adjusted).

Il primo trimestre del 2024 è stato meno brillante, con un fatturato che ha tenuto a 28,4 milioni (+1,3%) e un risultato di periodo da 0,2 milioni in calo del 63,4% rispetto al dato di un anno prima soprattutto per via dell’aumento degli ammortamenti collegati a maggiori investimenti avviati nella seconda metà del 2023 e nonostante minori oneri finanziari. Pesavano alcune dinamiche collegate alla controllata spagnola e alle filiali messicane.

Anche Retex è una realtà internazionale con circa 665 persone di 30 nazionalità e oltre 1.900 clienti. Un paio di settimane fa FSI SGR ha comunicato di averci investito 100 milioni di euro ottenendo circa l’80% del capitale con l’obiettivo di favorirne la crescita fino al target di un giro d’affari da mezzo miliardo nei prossimi anni.

Dal comunicato di oggi si apprende che FSI SGR controlla al momento il 71,02% del capitale di Retex tramite azioni di categoria B e che Simon Fiduciaria controlla il rimanente 28,98% del capitale tramite azioni di categoria A1 e A2 di Retex.

I soci di Retex sono infatti rimasti nella compagine azionaria e in occasione dell'investimento di FSI si è appreso che nel 2023 il fatturato di Retex è stato di oltre 100 milioni di euro al termine di una crescita ininterrotta nell’ultimo lustro.

Per l’occasione l’ad di FSI Maurizio Tamagnini ha ricordato investimenti del gruppo nel digitale da Cedacri a Lynx a Cerved, a Numia e Bancomat. Obiettivo dichiarato dell’operazione creare un leader del marketing tecnologico aperto anche a possibili partnership e fusioni.

Il processo di aggregazione prevede partnership con società italiane altamente specializzate in ambiti chiave”, aveva sottolineato il co-managing partner di FSI Barnaba Ravanne ed è oggi quindi inevitabile ripensare a quelle parole alla luce dell’offerta su Alkemy.

Alkemy, l’offerta di Retex

Retex ha messo sul piatto 12 euro ad azione, visto che Alkemy non è ufficialmente sottoposta al controllo di nessun azionista singolo, significa potenzialmente 68,22 milioni di euro per tutto il gruppo, un valore molto vicino alle valutazioni storiche del digital enabler quotato sullo STAR che nel 2021-2022 è arrivato a quotare oltre 23 euro, ma che a inizio 2020 era scivolato sotto i 4 euro.

La proposta implica comunque un premio del 22,26% sui prezzi dell’ultimo mese, del 5,44% sui prezzi degli ultimi tre mesi, del 9,69% sui prezzi degli ultimi sei mesi e del 16,14% sul prezzo medio ponderato degli ultimi 12 mesi.

 Se si ragiona in termini di multipli, pagare la società 68,22 milioni, significa valutarla 5,2 volte l'ebitda adjusted del 2023, ma 19,49 volte l'utile netto di quell'esercizio. E alla fine delle primo trimestre Alkemy ha confermato di aspettarsi una "ulteriore moderata crescita dei ricavi per il Gruppo, soprattutto a partire dal secondo trimestre". E l'attesa è di una parziale contrazione anche per la marginalità nel trimestre in corso, fra scatto di alcuni incrementi del costo del lavoro e attesa entrata a regime di una nuova organizzazione commerciale.

Ovviamente ora con l'offerta in campo di Retex sarà tutto da rivedere, ma in fondo è anche la continuazione di un percorso di consolidamento nel settore strategico del marketing tecnologico che è coerente con la stessa storia di Alkemy e di Retex e che questa volta ha anche diversi spunti di business all'estero.

Peccato soltanto che questo nuovo soggetto aggregatore del digital enabling abbia deciso di lasciare la Borsa.