Vacanze 2023: boom di turisti in arrivo, ecco i numeri
pubblicato:Cosa devono aspettarsi i turisti? Cosa gli operatori? Le compagnie aeree chiudono ancora in rosso, ma volano sui ricavi. La domanda sembra resistere all’inflazione rampante, ma il pre-Covid appare lontano e probabilmente il turista starà ancora più attento dell’anno scorso alle spese
Pochi giorni fa la CNN raccontava la storia di Steve Perillo, un tour operator del New Jersey che nella propria home page mette Firenze: affermava di non vedere un simile boom di prenotazioni per l’Europa fin dagli anni Settanta.
L’Italia appunto, ma anche la Spagna e la Grecia.
Un successo pazzesco, confermato anche dai numeri di Allianz Partners, un leader nelle assicurazioni sui viaggi che censisce anche il settore ed elabora un Summer Vacation Confindence Index che sonda l’umore dei potenziali turisti e, dopo avere intervistato 9.443 persone in mezza Europa tramite OpinionWay, ha trovato una bella sorpresa.
“Dopo un anno di inflazione elevata e di pressioni sul costo della vita, ti saresti aspettato che i viaggiatori riducessero i budget e stringessero la cinghia nel 2023. In effetti sta accadendo il contrario: la voglia di viaggiare resta molto forte e i viaggiatori stanno reagendo ai prezzi in crescita con un aumento del budget. Allo stesso tempo un calo delle preoccupazioni sul fronte geopolitico e sanitario sta riportando in auge le intenzioni di viaggio internazionali”.
Così Joe Mason, chief marketing officer, che festeggia quindi una voglia di viaggiare europea e globale non scalfita (per ora) dal carovita e anzi sempre più attenta al rischio con una maggiore propensione all’assicurazione.
Ad Allianz Partners infatti festeggiano: la divisione travel ha raggiunto già nel 2022 ricavi da 3,05 miliardi di euro, con un balzo dell’80% sull’anno precedente e un record storico. E anche il 2023 promette molto bene.
I dati che vengono dal mercato superano le attese degli operatori, ma c’è anche chi mette in guardia, come l’European Travel Commission (ETC) che nel report di giugno sul primo trimestre mostra un certa cautela.
“Non ci attendiamo una recessione tecnica nel 2023, ma un’inflazione più elevata e più a lungo continuerà a mettere sotto pressione il reddito delle famiglie e la spesa discrezionale, rallentando il tasso di recupero nel settore viaggi”.
Il traffico aereo in Europa ha continuato a ristagnare nei primi mesi del 2023, l’offerta continua a restare indietro sulla domanda.
Dal punto di vista dei voli, secondo l’ETC il numero totale di voli in arrivo e in partenza in Europa rimaneva ancora sotto del 14% sul dato del 2019 a febbraio 2023.
Ma forse è solo una questione di modalità. Le notti prenotate nei Paesi Europei nel primo trimestre sono infatti balzate del 15% sopra lo stesso periodo del 2019 e Spagna e Italia brillano con un +32% (secondo la stessa ETC).
In realtà dopo il boom del primo trimestre il trend si è un po’ raffreddato, ma a fine maggio le prenotazioni sono ancora del 18% sopra il livello dello stesso periodo del 2019.
Turismo 2023, gli alberghi e la fiducia
Anche il turismo alberghiero italiano registrava a fine maggio un balzo del 53% sul dato del 2022, con picchi per città d’arte e destinazioni balneari.
E c’è anche uno studio di Demoskopika che prevede un balzo delle presenze del 12,2% oltre i 442 milioni di presenze nel 2023: sarebbe record.
E anche Confcommercio è ottimista, sarebbero ormai quasi 30 milioni gli italiani che dovrebbero fare uno o più viaggi tra giugno e settembre, quasi 63 milioni di partenze e qualcosa come 45 miliardi di euro soltanto per il turismo degli italiani.
Certo non mancano le contraddizioni in questo quadro fondamentalmente positivo. Per esempio l’Istat ha pubblicato un paio di giorni fa l’indice di fiducia dei consumatori e delle imprese che cresce sì da 105,1 a 108,6 per i consumatori (flette invece da 108,6 a 108,3 per le imprese), ma nell’ambito imprese dei servizi turistici mostra una contrazione notevole con il clima di fiducia specifico in flessione da 128,4 a 117.
Anche il giudizio sugli ordini flette dal +30 di maggio a +15,8, così come cala notevolmente da 32,6 a 15,8 il giudizio sull’andamento degli affari.
In calo decisamente più limitato il dato delle attese sugli ordini, che passa da +13,6 a +11,1 a giugno.
Turismo, ma in Borsa? Le compagnie staccano biglietti, ma chiudono ancora in rosso
Il settore turismo è uno dei più complessi e articolati ovviamente e risponde a molteplici logiche. Uno sguardo finanziario sarà pertanto inevitabilmente parziale, anche perché poi la pletora di servizi sul territorio e addetti è in genere popolata di piccole realtà employment-intensive che fanno più macroeconomia, che finanza. Ma ci sono comunque dei colossi quotati.
Turismo 2023: come vanno le compagnie aeree istituzionali
Il primo titolo europeo che viene in mente è quello della tedesca Lufthansa, ma è anche un gruppo che sta attraversando circostanze straordinarie, come appunto l’acquisto di ITA, la ex Alitalia.
Il management è tornato sull’argomento pochi giorni fa in occasione dell’annuncio di un accordo con la banca svedese SEB Kort Bank AB per la vendita di Lufthansa AirPlus Servicekarten GmbH per circa 450 milioni di euro.
Si tratta di una società di pagamento la cui cessione è elencata tra i grandi deal di quest’anno, come la vendita di LSG Group ad aprile, il rimanente catering internazionale del gruppo che coinvolge 19 mila dipendenti nel mondo, che passerà al fondo Aurelius, dopo che già il catering europeo LSG era stato venduto agli svizzeri di Gategroup per 1,1 miliardi di euro.
Nei piani appunto anche l’acquisto di quote di ITA Airways. Lufthansa ha deciso di comprare il 41% tramite un aumento di capitale diretto da 325 milioni di euro in contanti nell’equity della compagnia (e non al Tesoro).
Il Ministero dell’Economia si è impegnato a un’ulteriore iniezione di cassa da 250 milioni di euro e l’accordo si dovrebbe concludere entro la fine dell’anno. Il controllo operativo alla fine dovrebbe essere congiunto tra Lufthansa e il Tesoro. C’è comunque la previsione di un meccanismo di opzioni che potrebbe portare Luftahnsa a salire al 100% nel medio termine.
Per ora però Ita rimarrà una partecipazione di minoranza e quindi non sarà neanche consolidata nel bilancio della tedesca.
All’appuntamento con la nuova proprietà ITA Airways si presenta dopo un 2022 con 10,1 milioni di passeggeri serviti tramite una flotta di 66 velivoli e circa 3.900 dipendenti.
Anche il 2022 è stato in rosso con ricavi da un miliardo e mezzo, ma anche con un ebitda negativo per 338 milioni.
Con i nuovi apporti di cassa da Lufthansa e dal MEF la cassa dovrebbe salire da 418 a 993 milioni di euro e dovrebbe così fronteggiare meglio un debito lordo attualmente sul miliardo di euro.
Non che Lufthansa sia esente da preoccupazioni. Nel primo trimestre ha perso 467 milioni di euro contro i 584 milioni dello stesso periodo del 2022, ma nel confronto ha anche registrato un balzo del 40% dei ricavi oltre i 7 miliardi, ha visto crescere del 37% i voli e del 64% i passeggeri, con un load factor (il fattore di riempimento) salito da 65,4 a 79,7.
I dipendenti sono 112.392 a fine marzo e il debito netto è stato tagliato del 19% a 6,71 miliardi di euro, ormai sotto il patrimonio netto posto a 7,55 miliardi.
La compagnia tedesca ha fatto la brava con lo Stato federale restituendo già nel novembre 2021 i 9 miliardi di euro che aveva ottenuto nel pieno della pandemia (ma ne aveva usati solo 3,8 miliardi).
Le cose con la pandemia si erano complicate anche in Austria e l’Austrian Airlines aveva ricevuto finanziamenti per 600 milioni di euro dallo Stato Austriaco e dalla stessa Lufthansa che la controlla. Ma l’estate dell’anno scorso ha permesso di rifare il bilancio anche di Austrian e così i debiti sono stati ripagati anticipatamente, anche se un impatto sul personale è rimasto anche in quel caso.
Nel primo trimestre di quest’anno anche Air France ha chiuso comunque i conti in rosso, ma con un balzo dei ricavi. Il saldo dei tre mesi ha indicato perdite per 344 milioni a fronte di un rosso da 552 milioni del primo quarto del 2022. I ricavi ordinari della compagnia francese sono balzati del 42% a 6,33 miliardi circa.
Il debito netto della società è stato tagliato di 859 milioni a 5,47 miliardi, ma va detto che Air France è alle prese con una rifondazione patrimoniale, visto che nel 2020 registrò un patrimonio netto negativo per 5,4 miliardi di euro e ancora oggi a fine marzo ha un patrimonio netto negativo di 2,89 miliardi di euro.
Tanto che la compagnia si è rivolta al famoso fondo Apollo per un finanziamento da 500 milioni di euro a una controllata attiva nelle operazioni di manutenzione e ingegneria. Un’operazione spiccatamente finanziaria, tanto che lo strumento emesso potrà essere catalogato come Equity in bilancio.
D’altronde Air France ha ottenuto appena a febbraio l’ok della commissione agli ultimi aiuti da 1,4 miliardi dallo Stato Francese per la pandemia: si aggiungono a liquidità dallo Stato francese per 7 miliardi approvata dall’UE nel maggio 2020 e un aumento di capitale da 4 miliardi approvato dalla Commissione il 6 aprile 2021. Come detto però la compagnia è ancora alle prese con manovre di rafforzamento del capitale.
In realtà il trimestre ha registrato perdite da 154 milioni, ma va anche detto che nei 12 mesi l’Italia si è confermata di gran lunga il mercato più importante del gruppo: ricavi per oltre 2,36 miliardi, contro gli 1,88 mld della Spagna, gli 1,58 mld del Regno Unito e i 640 milioni dell’Irlanda.
Non si può infine trascurare IAG, che per molti sarà soltanto una sigla finanziaria, ma è uno dei massimi colossi europei dei cieli con il controllo di British Airways, Iberia, Level, Vueling e Air Lingus. Anche il suo primo trimestre registra un rosso: sono 87 milioni, un decimo circa dei 787 milioni del primo quarto del 2022, ma anche in questo caso i ricavi sono balzati del 71,4% a 5,89 miliardi.
Turismo 2023, come vanno le low cost
Britannica al 100% è Easyjet, colosso delle low-cost (se esistono ancora), che mostra lo stesso andamento degli altri gruppi. In questo caso sono i dati semestre al 31 marzo 2023: c’è un rosso prima delle imposte di 411 milioni di sterline, ma un balzo dei ricavi da 1,49 a 2,69 miliardi di sterline (+80%). Il bilancio però è più solido che altrove con un patrimonio di oltre 2,2 miliardi e un debito netto di 413 milioni di sterline.
In Europa e in Italia sono molto presenti anche altri gruppi, come Ryanair Holdings plc (tecnicamente una DAC irlandese con importanti attività britanniche - che ha chiuso il bilancio dei dodici mesi al 31 marzo 2022 con un utile da 1,43 miliardi di euro e un balzo dei ricavi del 124% a 10,78 miliardi.
C’è poi anche qualche compagnia meno nota, come Wizz Air, che è ungherese ma è quotata a Londra e nei 12 mesi al 31 marzo 2023 ha fatturato 3,89 miliardi (+134,2%!). Anche in questo caso il conto economico del periodo è in rosso: -535,1 milioni di euro. Il suo CEO Jozsef Varadi ha però festeggiato un ebitda positivo per 134 milioni, ma dovrà tenere sotto controllo un debito netto voltato a anch’esso a 3,89 miliardi a fronte di un patrimonio scivolato in negativo (-357,9 milioni).
Turismo 2023, e le tariffe?
In realtà sul fronte dei biglietti aerei dopo i picchi dell’anno scorso si sono registrate delle flessioni, almeno in Europa, anche se poi le curve cambiano a seconda delle destinazioni, delle classi, delle compagnie.
Forse ha contribuito il calo dei prezzi del greggio, ma di fatto le tariffe sembrano (almeno in Europa, perché negli Stati Uniti il discorso è diverso) contenute rispetto all’anno scorso, anche se siamo ancora sopra i livelli del 2019 e l'anno scorso si erano davvero verificati dei balzi sconvolgenti. In generale ormai c'è chi da più di un anno parla di fine dell'epoca delle low-cost: viaggiare è diventato di nuovo caro e forse non torneremo indietro. Senza considerare che in molti casi i voli internazionali extra-europei raccontano ancora di rincari che mettono a dura prova le vacanze del turista medio.
Rialzi ancora maggiori si sono visti sull’affitto delle auto, ora relativamente in calo, ma ancora molto superiori al pre-pandemia. Rincari anche sugli hotel e sugli alloggi.
La domanda rimane, come detto elevata, ma sicuramente quest’anno le compagnie sembrano più pronte dell’anno scorso, quando dopo una marea di licenziamenti durante il Covid si trovarono sprovviste di personale per la ripresa della domanda di volo e si fecero ridere dietro da mezzo mondo (l'altra metà piangeva sul costo del biglietto).
Certo le tensioni non sono rientrate. Appena lo scorso 20 giugno c’è stato un grande sciopero del personale Vueling e del personale dei servizi aeroportuali. Altri scioperi sono previsti a luglio tra il personale Enav, Malta Air e altro ancora.
Di certo il quadro generale sembra molto coerente. Le compagnie si riprendono con un’exploit delle prenotazioni che non teme l’inflazione e le famiglie hanno già scontato dall’anno scorso almeno un forte rialzo dei biglietti per i quali in molti casi sono disposte a spendere più che nel passato, mentre in molti altri casi ricorrono a soluzioni alternative.
Ad aprile sono usciti i dati Istat sul 2022: 54,8 milioni di viaggi di italiani mostravano una forte ripresa (+31,6%) sul 2021, ma restavano su un calo del 23% rispetto al 2019.
Ci dovrebbe essere un ulteriore recupero quest’anno, ma dato il trasloco dell’inflazione dai prezzi del trasporto a quelli dei servizi, compresa la ristorazione, c’è da scommettere che i turisti nostrani saranno ancora più attenti dell’anno scorso alle spese.