Unicredit, cosa aspettarsi dai dati di domani
pubblicato:Il consensus sulla trimestrale di piazza Gae Aulenti. Il mercato si aspetta conferme su guidance e distribuzioni, ma chiederà anche aggiornamenti su Commerzbank, che nella stessa mattina diffonderà i propri risultati
Oggi si riunirà il consiglio di amministrazione di Unicredit che domani mattina, 6 novembre, procederà con la pubblicazione dei risultati del terzo trimestre e con la conference call con gli analisti.
Sarà il primo incontro ufficiale dell’amministratore delegato Andrea Orcel con il mercato dopo la costruzione delle posizioni nella tedesca Commerzbank.
Nelle stesse ore anche la banca guidata dal nuovo CEO Bettina Orlopp illustrerà ai mercati i risultati del terzo trimestre e potrà partire con il buyback da 600 milioni di euro annunciato ieri.
Inevitabile quindi che il dossier Unicredit-Commerzbank, raffreddatosi dopo alcune settimane convulse, ritorni al centro dell’attenzione.
Ma partiamo da Unicredit.
Unicredit, le attese sul terzo trimestre
Il consensus raccolto dalla banca di Piazza Gae Aulenti tra 18 analisti che seguono il titolo indica ricavi del terzo trimestre attesi a 5,93 miliardi di euro, in lieve contrazione (-0,62%) sul dato record del terzo trimestre 2023. Gli analisti si attendono un calo del margine d’interesse (-2,86% a 3,497 mld), un balzo delle commissioni (+9,95% a 1,945 miliardi) e una forte contrazione dei proventi da negoziazione (-20,6% a 396 milioni di euro). Con il risultato di un margine operativo lordo in calo a 3,607 miliardi di euro (-0,9%) e la conferma che il gruppo sia già riposizionato nel nuovo pattern di riduzione dei tassi d’interesse della Bce.
Dopo svalutazioni su crediti attese in crescita da 135 a 176 milioni, il margine operativo netto dovrebbe porsi secondo la media degli analisti a 3,39 miliardi circa con una contrazione più consistente (-3,25%).
L’utile netto sottostante atteso dagli analisti è di 2,244 miliardi di euro, in calo del 3,36% circa sul dato record del terzo trimestre 2023. L’utile netto dopo AT1 e Cashes è infine previsto dagli analisti a 2,216 miliardi di euro (-2,07%).
Unicredit, le attese sulla distribuzione di valore
Si tratta quindi di performance leggermente diverse da quelle registrate nel secondo trimestre del 2024 quando Unicredit ha visto una crescita dei ricavi del 6,1% a 6,328 miliardi di euro, con un miglioramento del margine operativo lordo dell’11% a 4,016 miliardi e dell’utile netto del 15,9% a 2,679 miliardi.
In quell’occasione – era il 24 luglio - il gruppo aveva alzato la guidance sui ricavi netti 2024 a oltre 23 miliardi di euro e confermato gli obiettivi di utile 2024 a oltre 8,5 miliardi di euro. Per quest’anno la società ha programmato la distribuzione di 10 miliardi di euro agli azionisti: 3 miliardi sono già stati pagati in dividendi ad aprile, 1,1 miliardi di buyback sono stati effettuati nel primo trimestre di quest’anno. Restavano a quella data 3,1 miliardi di euro di buyback residui a valere 2023 (completati ad agosto) e 3,1 miliardi di euro di anticipazioni sul 2024 (in particolare 1,7 mld di buyback e 1,4 miliardi di dividendi).
E’ nell’ambito del buyback che anticipano le distribuzioni del 2024 che si inseriscono i forti acquisti di titoli propri promossi da Unicredit nelle ultime settimane.
La banca di piazza Gae Aulenti ha comprato tra il 28 ottobre e il 1° novembre 2024 circa 2,13 milioni di titoli. Complessivamente al 1° novembre Unicredit ha rilevato oltre 30,12 milioni di azioni, l’1,84% del capitale proprio nell’ambito di questi buyback, un investimento da oltre 1,16 miliardi di euro che è il 68% circa del buyback previsto come anticipo di distribuzione sul 2024 (1,7 miliardi appunto), e lascia quindi spazio a circa mezzo miliardi di euro di acquisti di titoli propri ancora disponibili.
Domani il cda approverà anche l’acconto in contanti sul dividendo 2024 (come detto altri potenziali 1,4 miliardi di euro), che andrà in stacco il prossimo 18 novembre.
Sono considerazioni che contano anche sui corsi di Unicredit che oggi allunga su nuovi massimi di periodo a 42,73 euro. Ci vorranno però nuovi spunti per affrontare le resistenze di area 44,8 euro e magari puntare oltre, sugli ostacoli chiave di area 49,1 euro.
Unicredit e il dossier Commerzbank
Il mercato chiederà senza dubbio alla banca se distribuzioni tanto generose di valore saranno ancora sostenibili in futuro e se i target di fine anno sono ancora a portata di mano, ma un’attenzione particolare sarà rivolta al dossier Commerzbank.
Unicredit ha acquistato il 9,1% della banca tedesca in quote dirette, poi ha preso una posizione in derivati che la potrebbe portare al 21% e chiesto alla Vigilanza BCE l’autorizzazione a salire fino al 29,9% del capitale, sulla soglia dell’opa.
La politica tedesca si è messa di traverso all’operazione e piazza Gae Aulenti si è lasciata aperte le varie opzioni, comprese quelle dell’investimento di lungo periodo o del trading sui titoli.
Intanto Jefferies ha costruito di recente una posizione che le consentirebbe fino al 5,3% dei diritti di voto nella banca tedesca e Commerzbank ha confermato ieri l’avvio, dopo i dati di domani, del buyback da 600 milioni di euro per il quale aveva richiesto un’autorizzazione lo scorso agosto, prima delle manovre di Unicredit, e che dovrebbe concludere entro la metà del febbraio 2025.
Ora i riacquisti della banca tedesca appaiono sotto una luce diversa, come un modo per alzare la posta. Un minor numero di titoli presenti sul mercato in teoria rende più facili le manovre di consolidamento delle posizioni di Unicredit, ma al contempo rende più cara l’operazione.
Orlopp ha confermato l’intenzione di restituire il 70% degli utili 2024 di Commerzbank ai soci, fra loro ci sarà anche Unicredit.
Il consensus degli analisti indica per la banca tedesca ricavi da 2,68 miliardi e un utile attribuibile di 529 milioni di euro.
Non è ancora da escludere che Unicredit decida di promuovere un takeover ostile, anche se questo potrebbe essere promosso solo con il via libera della Bce al superamento delle soglie intermedie.
Per ora però bisogna attendere.