STM, il calo del secondo trimestre era atteso, la nuova revisione delle stime no

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Forti vendite sulla società dei chip. Come da attese il secondo trimestre è in forte calo, ma oggi arriva un nuovo taglio dell'outlook. Già ieri i tecnologici ripiegavano sul Nasdaq, oggi STM conferma una fase difficile per il settore

STM, il calo del secondo trimestre era atteso, la nuova revisione delle stime no

Brutta giornata per STM: il gruppo tecnologico franco-italiano assorbe infatti le onde sismiche provenienti da un Nasdaq in calo ieri di oltre il 3,6% e le amplifica con una trimestrale in flessione e un nuovo taglio delle stime sul 2024.

Con la peggiore seduta del Nasdaq dall’ottobre 2022 (il grafico ha rotto al ribasso con un gap down il supporto statico di area 19.470 punti) e l’indice SOX dei semiconduttori di Philadelphia in calo del 5,41%, STM avrebbe comunque registrato una brutta seduta, ma oggi ha aggiunto del suo.

STM, un secondo trimestre in calo come da attese

Nel periodo tra aprile e giugno del 2024 i ricavi netti del colosso franco-italiano dei microprocessori e dei sensori sono crollati del 25,3% a 3,232 miliardi di dollari (ben oltre i 2,94 miliardi di dollari del consensus LSEG tra 9 analisti), sostanzialmente in linea con l’outlook da 3,2 miliardi indicato con la prima trimestrale lo scorso aprile.

Anche il margine lordo del gruppo al 40,1% è in linea con la guidance della società fornita in quell’occasione.

Nel secondo trimestre il reddito operativo è calato del 67,3% a 375 milioni e l’utile netto ha perduto il 64,8% in un anno passando da 513 a 353 milioni di dollari.

In realtà il forte calo era atteso e si sapeva che questo sarebbe stato il periodo più difficile dell’anno. Il crollo dell’utile per azione da 1,06 a 0,38 dollari (-64,2%) si pone ancora sopra il consensus LSEG che pochi giorni fa per 8 analisti era di 0,36 dollari e nelle ultime quarant’otto ore, su un panel ridotto a 5 analisti, è sceso a 0,33 dollari. In altre circostanze, insomma, il calo sarebbe stato sopra il consensus.

STM, il taglio delle stime

Ma oggi STM aggiunge ulteriori segnali di preoccupazione tagliando di nuovo le stime sulla crescita del 2024.

Già lo scorso 25 aprile il presidente e amministratore delegato Jean-Marc Chery aveva ridotto le attese sui ricavi 2024 alla forchetta tra 14 e 15 miliardi di dollari, con un margine lordo tra il 40 e il 43%.

Oggi quel range viene segato di nuovo all’intervallo tra 13,2 e 13,7 miliardi di dollari.
Quindi STM si aspetta ora un calo del fatturato nel 2024 di circa il 22,2%. D’altronde già i ricavi del primo semestre sono calati del 21,9% a causa soprattutto di Microcontrollers e Power & Discrete.

Ma la situazione peggiora. Adesso STM si aspetta nel terzo trimestre ricavi netti di 3,25 miliardi di dollari in calo del 26,7% sul dato di un anno fa e anche il margine lordo dovrebbe scivolare sotto la soglia dei 40 punti al 38% circa.

Il mercato dell’elettronica in cui opera STM si sta quindi chiaramente deteriorando: non è ripartito come da attese il settore industriale ed è calata ancora la domanda dell’Automotive. L’attesa di una tardiva ripresa del settore industriale e di una crescita minore delle previsioni per l’automotive ora è stata spostata dalla prima metà di quest’anno alla seconda metà.

Al momento, su base annuale, la flessione dell’industria è del 50%, quella dell’automotive del 15%, quella dell’elettronica personale del 6% La cassa netta dalle attività operative nel secondo trimestre è crollata dagli 1,31 miliardi di un anno fa a 702 milioni di dollari.

Sul fronte delle quattro ruote il gruppo non fa mistero che il taglio della produzione di auto elettriche pesa sulle performance della società.

Che oggi Stellantis (dopo dati in netto calo del secondo trimestre) ed STM siano due dei titoli peggiori d’Europa non stupisce insomma.

Anche STM, come il Nasdaq, ha rotto con violenza stamane, con un gap down, dei supporti statici rilevanti, quelli di area 35,1-35,2 euro. Ma l’azione ha violato con forza il sostegno di quota 35,1 euro per mettere sotto assedio direttamente quello dei 31,7 euro. Il tutto fra volumi impetuosi: oltre 7,4 milioni di pezzi già passati di mano contro una media giornaliera dell’ultimo mese di neanche 2,5 milioni di azioni.

STM, uno scenario di breve molto complesso

Quello che preoccupa di più è il panorama tracciato da Chery: “Dopo una situazione di carenza di microprocessori senza precedenti (chip shortage), l’attuale ciclo dei semiconduttori è impattato da diversi fattori: la desincronizzazione tra diversi mercati finali in termini di normalizzazione o indebolimento della domanda e in termini di correzioni e aggiustamenti dell’inventario; la capacità disponibile si sposta dalla tensione all’eccesso e trend strutturali verso la sostenibilità in aree come le energie rinnovabili, l’elettrificazione, il diritto di riparazione o il riuso di dispositivi di seconda mano dimostra un’accelerazione di non lineare. Il calo colpisce chiaramente i mercati finali di automotive e industria”.

Per STM ci sono quindi sfide e opportunità sia nel breve, che nel medio e lungo termine. Il management sta provando ad adattare al massimo i piani operativi alla complessa situazione, ma per ora, dopo la seconda revisione al ribasso delle stime in 7 mesi, lo scenario è di contrazione. Né comunque si possono escludere ulteriori brutte sorprese a questo punto. Anche perché il ripiegamento del tech dai multipli generosi di qualche settimana fa si sta consolidando su scala globale, come dimostrano le debacle di Tesla e Alphabet, fra l’altro.