Stellantis di nuovo in rosso, brutto trimestre per le consegne
pubblicato:L'Europa intanto lavora a un prezzo minimo per le auto elettriche cinesi. Intanto i dazi USA del 25% restano attivi e pesano anche su Stellantis che cerca in Europa soluzioni alternative per Leapmotor

Stellantis ancora in rosso e ancora in testa ai ribassi che colpiscono di nuovo il settore delle quattro ruote europee. I dazi al 25% sulle auto importate negli Stati Uniti restano in forza e non sono stati scalfiti dalla pausa di 90 giorni sui dazi reciproci di Trump. Restano in piedi anche i dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti e per le quattro ruote, anche americane, è un mix tossico. Il malumore dell’automotive europeo comunque persiste e in queste ore anche l’Euro Stoxx Automobiles & Parts segna un calo del 2,57% mentre Stellantis lascia al mercato il 3,94% e si riporta a 7,657 euro, dopo un affondo a 7,506 che ha aggiornato i minimi dal 2020.
Stellantis consegna 117 mila auto in meno nel primo trimestre
Il mercato americano di Stellantis è ancora in crisi, in Nord America le consegne sono calate nel primo trimestre del 2025 del 20%, circa 82 mila veicoli in meno, a causa anche della minore produzione a gennaio per prolungati periodi di vacanza. Ci sono però segnali di ripresa, perché gli Jeep Compass, Grand Cherokee e RAM 1500/2500 hanno tutti mostrato aumenti delle vendite negli Stati Uniti a doppia cifra. Inoltre il livello degli ordini al dettaglio a marzo 2025 torna su massimi che non si vedevano dal luglio 2023.
Per Stellantis le sfide sono anche europee, perché nell’Europa allargata le consegne del primo trimestre del 2025 sono calate di 47 mila unità con un -8% a/a C’è stato invece un bel balzo del 19% in Sudamerica, che ha più che compensato cali in Medioriente e Africa, dove la società alla ricerca di un amministratore delegato dopo l’addio di Tavares ha segnato una flessione del 15% dovuta soprattutto alle restrizioni alle importazioni in Algeria, Tunisia ed Egitto.
Complessivamente Stellantis registra in questo primo sfidante trimestre dell’anno un calo delle consegne globali del 9% a 1,2 milioni di unità contro gli 1,33 milioni dello stesso periodo del 2024: complessivamente quindi nei tre mesi la casa ha venduto 117 mila veicoli in meno di un anno fa.
Stellantis, l'Europa punta a un prezzo minimo sull'elettrico cinese
I temi sul tavolo sono tanti e c’è un tema dirompente: sarebbero già cominciate le trattative tra Europa e Cina per la fissazione di un prezzo minimo per le auto cinesi, al posto dell’imposizione di dazi fino al 45,3%, scattata a ottobre, che era stata la via maestra fino ad oggi. In prima linea il commissario europeo al commercio Maros Sefcovic che si è appena confrontato con il ministro del commercio cinese Wang Wentao sul tema e ha confermato un’intesa di massima a lavorare su prezzi minimi invece che su dazi. I produttori tedeschi di auto vendono circa un terzo delle loro vetture in Cina e hanno criticato da tempo i dazi europei per il timore di ritorsioni di Beijing. Fra l’altro la Repubblica Popolare aveva già reagito con dazi sul cognac francese colpendo gruppi come Hennessey, Remy Cointreau e Pernod Ricard.
La guerra commerciale di Trump, commentava ieri Handelsblatt, sta paradossalmente avvicinando l’Europa alla Cina.
Stellantis, alla ricerca di un altro stabilimento UE per Leapmotor
In questo contesto le strategie di Stellantis sono piuttosto ambigue, specialmente dopo che nei giorni scorsi il gruppo ha bloccato l’assemblamento della piccola elettrica cinese T03 di Leapmotor, il partner cinese della società presieduta da John Elkann che ha l’esclusiva per la vendita e la produzione in tutte le geografie fuori dalla Cina.
Secondo alcune indiscrezioni nel dossier entrerebbero proprio i dazi europei, in quanto la Polonia è stata uno dei maggiori sostenitori delle tariffe anti-cinesi e Leapmotor, che già aveva bloccato la produzione polacca del crossover più grande B10 potrebbe avere ricevuto ulteriori spinte dal governo cinese per investimenti in Paesi meno ‘ostili’.
La B10 passò alla Spagna, più ‘neutrale’ in tema di dazi, sulla T03 si sa solo che sarà comunque prodotta in Europa.
Stellantis, intanto i dazi mandano in tilt anche alcuni impianti Usa
Per Stellantis non è senza dubbio una fase facile, tra domanda in calo e ristrutturazione della filiera e della produzione globale. Il gruppo nei giorni scorsi ha anche temporaneamente bloccato la produzione in un impianto in Canada e in uno in Messico, con il risultato di un temporaneo licenziamento di 900 dipendenti statunitensi, negli stabilimenti di Warren e di Sterling nel Michigan e negli impianti di Kokomo nell’Indiana. Un effetto Trump che Antonio Filosa, alla guida degli impianti nordamericani, aveva accompagnato con una mail ai dipendenti in cui ribadiva l’impegno a gestire tutto il nuovo scenario.
Ora nuovi accordi in Europa su un prezzo minimo alle auto cinesi potrebbero dar tregua a un mercato delle quattro ruote che ha sofferto anche troppo, mentre Bruxelles si adatta al nuovo scenario a fatica.
L’elettrificazione continua, con una quota del 15% delle auto nuove europee che però è ancora lontano dal 25% previsto per la fine dell’anno e che soprattutto ha visto le case UE molto indietro rispetto alle cinesi. Forse l’idea di Sigrid de Vries, direttrice generale di Acea, l’associazione europea dei costruttori europei, di coordinare gli incentivi su scala continentale è da prendere in considerazione.
Forse altre forme di collaborazione e incentivazione potrebbero aiutare trasversalmente tutta questa industria strategica.
Di certo oggi il mercato oggi torna a vendere i titoli del settore, da Volkswagen a Stellantis.