Auto, agosto in forte calo per Italia e Francia, il mercato scricchiola
pubblicato:Brutto mese per Stellantis, ma trema anche Volkswagen, che potrebbe chiudere impianti in Germania. Sempre più strutturali i problemi delle quattro ruote europee
Il mercato dell’auto scricchiola da un pezzo e gli ultimi dati sulle immatricolazioni di agosto in Italia non sono che l’ultimo tassello di un puzzle sempre più a tinte fosche. Le vendite nazionali di auto nuove nel mese appena concluso hanno mostrato un allarmante calo del 13,37% rispetto al dato di un anno fa e si sono poste ad appena 69.121 unità. La rimonta dall’inizio dell’anno viene così limata a un +3,83%: nel 2024 sono circa 1,08 milioni le auto vendute finora.
Italia, un mercato dell'auto sempre più piccolo
Va bene che agosto è per il mercato italiano delle quattro ruote un mese tradizionalmente debole e che ci sono state due giornate lavorate in meno, ma – nota Centro Studi Promoter – anche se si considera il cumulato dei primi 8 mesi dell’anno siamo a un -18,5% sui livelli ante-crisi del 2019.
La struttura di ricerca specializzata sull’auto denuncia inoltre che oltre due terzi degli incentivi sulle auto con emissioni dai 21 ai 60 grammi al chilometro sono ancora inutilizzati, quasi un terzo dell’incentivo per le auto tradizionali con emissioni di CO2 tra 61 e 135 g è rimasto nel cassetto.
Segnali di debolezza del mercato da non sottovalutare in un contesto che conferma la forte frenata dell’elettrico a una quota del nuovo di appena il 3,8% con rapido esaurimento, sembra, della propulsione data dagli inventivi di giugno. Anche Massimo Artusi, presidente di Federauto sottolinea la frenata del mercato dell’auto elettrica e la quantifica in un pesante -38,6% in un contesto molto negativo in cui solo le ibride mantengono un bilancio leggermente positivo con un +3,2%, confermando la quota di mercato più alta sul nuovo pari nei primi 8 mesi a 39,1% Così Artusi ribadisce la convinzione che senza adeguati stimoli da parte del governo il mercato dell’elettrico sia destinato a un sostanziale immobilismo e rilanci la proposta di una revisione strutturale della fiscalità per le auto aziendali.
Per Stellantis agosto in calo in Italia e in Francia
In un mercato italiano tanto fragile, non possono mancare gli impatti per la protagonista italiana, il gruppo Stellantis, che sottoperforma rispetto all’andamento generale e segna nel mese un crollo delle immatricolazioni del 32% a/a a 17.391 unità.
È vero che negli otto mesi il gruppo mantiene la leadership del mercato italiano con una quota, tra auto e veicoli commerciali, del 32% circa, ma è anche vero che nello stesso periodo ha perso il 2,17% di immatricolazioni, mentre Volkswagen guadagnava l’1,47%, Renault il 15,8% e Toyota il 35,3% (elaborazioni DataForce).
Per Stellantis agosto è andato male anche in Francia: lì il mercato ha segnato un crollo del 24,3% a 85.977 vetture nuove immatricolate e Stellantis ha registrato una flessione del 31,7% a 33.156 nuove vetture vendute. Il saldo francese degli otto mesi è per la casa guidata da Carlos Tavares dello 0,48%, mentre Volkswagen è cresciuta del 6,93% e Toyota del 24,4 per cento.
Auto, Volkswagen rivede le strategia e spaventa la Germania
A metà seduta il titolo di Stellantis perde a Milano l’1,16% e si riporta a 14,84 euro in un contesto ancora teso per l’intero comparto automotive. Anche Volkswagen in queste ore segna un pesante -0,9% che riporta i corsi a 96,5 euro.
Anche per la casa tedesca (e in generale si potrebbe dire per tutta la manifattura della Germania) le cose infatti non vanno affatto bene. Ieri il colosso di Wolfsburg ha affermato di non potere escludere chiusure di impianti e tagli di personale in Germania. L’obiettivo sarebbe quello di raggiungere altri 4 miliardi di euro di risparmi e recuperare competitività. Il piano originale di risparmiare 10 miliardi entro il 2026 potrebbe insomma non bastare e il CEO Oliver Blume ha dichiarato che “L’industria europea dell’automobile si trova attualmente in una posizione sfidante e seria”.
Ma per il mercato è uno shock. Salta un accordo sul lavoro tra Volkswagen e i sindacati risalente al 1994 e le sigle già bocciano ogni attacco sul lavoro, sulle fabbriche e sui contratti. La pressione della concorrenza cinese che bussa alle porte da tempo e minaccia gli assetti europei è formidabile.
Sarà uno dei lavori più duri della prossima commissione europea, ma intanto Volkswagen, che pure ha ampie produzioni nella Repubblica Popolare, rivede le strategie. Secondo il potente sindacato tedesco IG Metall, potrebbero essere colpiti dall’interruzione dello schema di protezione del lavoro in forza dal ’94 gli impianti di Brunswick, Emden, Hanover, Kassel, Salzgitter, Wolfsburg, tutti nella Bassa Sassonia con l’eccezione di Hesse.
E intanto il colosso cinese delle auto elettriche BYD chiude un agosto brillante con un balzo del 30% delle immatricolazioni 370.854 auto, di cui oltre 31 mila sarebbero state vendute nel mese fuori dalla Repubblica Popolare. Per molti concorrenti come Li Auto, Aito e Nio agosto è stato un mese debole, ma nello stesso mese le Tesla prodotte in Cina sono cresciute del 3%