Pensioni minime 2025, ecco quando scatta l'aumento a 625 euro

di Chiara Turano pubblicato:
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Con ogni probabilità la nuova Manovra sancirà l'aumento delle Pensioni minime 2025 di 625 euro già anticipato da Governo. Ma cosa potrebbe cambiare e quali sono le ipotesi al vaglio dell'Esecutivo?

Pensioni minime 2025, ecco quando scatta l'aumento a 625 euro

Il Governo dovrebbe ufficializzare la rivalutazione delle pensioni minime, che vedrà un incremento dell'importo mensile, con la prossima Manovra di Bilancio, a partire da gennaio 2025. 

L'assegno passerà da 614,77 euro a 625,83 euro, con un aumento di circa 11 euro.

Tale incremento interesserà più due milioni di pensionati italiani, per i quali questo adeguamento rappresenta un passo verso la tutela del potere d’acquisto, in un contesto economico segnato da un'inflazione crescente.

Pensioni minime 2025, tutti gli aumenti dal 2021 ad oggi

Il cammino verso l’incremento delle pensioni minime 2025, seppur graduale, è iniziato già da tempo. Ripercorrendo i dati degli ultimi quattro anni, è facile constatate come l'importo mensile dell’assegno pensionistico sia aumentato in modo significativo:

  • anno 2021 - l'assegno minimo era di 515,58 euro, esattamente lo stesso importo dell'anno precedente e solo due euro in più rispetto al 2019;

  • anno 2022 - si è verificato il primo scatto, con le pensioni minime salite a 524 euro al mese;

  • anno 2023 - l'importo è cresciuto ulteriormente raggiungendo i 563 euro mensili;

  • anno 2024 - l'importo è aumentato a 614,77 euro.

E tale tendenza al rialzo proseguirà anche nel 2025. Con il nuovo adeguamento, l'importo delle pensioni minime 2025 toccherà quota 625,83 euro al mese, facendo registrare una crescita complessiva di oltre 99 euro negli ultimi tre anni

Sebbene non si tratti ancora di una cifra significativa, specialmente se paragonata alle richieste avanzate da Forza Italia, che aveva proposto aumenti fino a 800 o 1.000 euro, si tratta comunque di un progresso importante per i pensionati con i redditi più bassi.

L’aumento delle pensioni minime è stato deciso in un contesto di inflazione crescente, dove il costo della vita è aumentato in modo notevole. Ecco perché l'adeguamento degli importi in queste situazioni diventa una priorità imprescindibile.

Pensioni minime 2025, cosa potrebbe cambiare con la Legge di Bilancio

La rivalutazione delle pensioni si basa su un meccanismo di perequazione che cerca di bilanciare l'inflazione e garantire un aumento proporzionato per tutti i pensionati

La Legge di Bilancio 2025 seguirà lo schema già applicato negli anni precedenti, delineando una rivalutazione più generosa per chi percepisce la pensione minima e una minore per chi riceve importi più elevati.

L’aumento sarà del 120% per i pensionati al minimo, come già avvenuto nel 2023 e 2024, al fine di tutelare i soggetti con redditi più bassi, compensando il più possibile l'impatto dell'inflazione.

Diversamente, chi percepisce una pensione che raggiunge fino a quattro volte il minimo INPS (circa 2.270 euro al mese) vedrà una rivalutazione del 100%, vale a dire una copertura integrale dell'inflazione. 

La rivalutazione sarà progressivamente ridotta, invece, per le pensioni superiori a tale soglia, affinchè le risorse disponibili siano concentrate su chi ha maggiore necessità di sostegno.

Legge di Bilancio 2025, quali sono le priorità del Governo

La Legge di Bilancio 2025 dovrà includere una serie di misure che puntano a sostenere il potere d’acquisto dei cittadini, con particolare attenzione ai pensionati e al ceto medio. Diverse sono le priorità su cui si concentrerà il Governo:

  • rivalutazione delle pensioni minime, al fine di adeguare gli importi all'inflazione, come evidenziato dall'aumento del 120% per i pensionati al minimo;

  • riconferma del taglio al cuneo fiscale, che consente una riduzione delle imposte sul lavoro, aumentando la busta paga dei dipendenti e favorendo le imprese;

  • 2.

    riduzione delle aliquote Irpef per il ceto medio per alleggerire il peso fiscale sulle famiglie e rilanciare i consumi interni.

Ma non solo. A questi interventi si aggiungono altre misure minori come la detassazione degli straordinari e il riordino dei fringe benefit che mirano a incentivare l'occupazione e sostenere il reddito dei lavoratori.

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