Pensione sotto i Mille euro: i dati INPS preoccupano tutti
pubblicato:All’interno della più recente relazione annuale dell’Istituto INPS sono state rese note alcune informazioni e rilevazioni particolarmente preoccupanti in merito al futuro delle pensioni e dei lavoratori italiani che non vedono l’ora di accedere al loro assegno previdenziale.
All’interno della più recente relazione annuale dell’Istituto INPS sono state rese note alcune informazioni e rilevazioni particolarmente preoccupanti in merito al futuro delle pensioni e dei lavoratori italiani che non vedono l’ora di accedere al loro assegno previdenziale.
Il rischio sempre più concreto, infatti, è che le pensioni saranno sempre più povere in quanto fortemente legate agli importi che attualmente sono percepiti in busta paga.
In tal senso, all’interno del seguente articolo, andremo a fornire una panoramica generale di tutti i dati che sono stati forniti da parte dell’Istituto INPS e che sono stati presentati da parte del Presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, anche alla Camera nella giornata dell’11 luglio dell’anno in corso.
Cosa succede alle pensioni? Il rischio di un assegno sempre più basso
Come ogni anno, anche per il 2022, l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale ha decido di formulare una serie di statistiche e di previsioni in riferimento alle sorti e al futuro delle pensioni, il quale va di pari passo con l’andamento del mercato del lavoro.
A questo proposito, infatti, è stato chiarito che un lavoratore su tre attualmente risulta accedere ad uno stipendio mensile che non supera i 1.000 euro al mese.
Questa dinamica, quindi, non può che non influenzare anche i futuri importi che saranno ottenuti all’interno dell’assegno previdenziale, nel momento in cui conseguiranno tutte le condizioni richieste per poter accedere alla pensione.
I dati sul salario minimo che influenzeranno l’assegno della pensione INPS
È chiaro che ad influenzare maggiormente gli importi che saranno percepiti in futuro da parte di quei cittadini che attualmente si trovano ancora in età di lavoro, è sicuramente l’andamento del mercato del lavoro.
A questo proposito, l’emergenza epidemiologica del Coronavirus ha inevitabilmente avuto un grande impatto negativo non soltanto sulla tipologia contrattuale portata avanti dalle aziende e dai datori di lavoro privati, ma anche sugli importi delle buste paga e degli stipendi percepiti ogni mese dai lavoratori.
In linea generale, è stato registrato un aumento dei contratti con la modalità del part-time e parallelamente una riduzione degli importi erogati in busta paga.
In questo senso, non soltanto attualmente i lavoratori stanno lavorando meno ore rispetto a quanto lavorato in passato, ma percepiscono anche un assegno mensile legato al proprio stipendio decisamente più basso rispetto a quanto fruito in passato.
Le dichiarazioni del Presidente dell’INPS alla Camera sulle pensioni
Dunque, i dati preoccupanti che sono stati esposti all’interno della Relazione annuale dell’INPS sulle pensioni, hanno spinto anche il Presidente dell’ente previdenziale ad effettuare un intervento in merito alla situazione attuale direttamente alla Camera, che ha avuto luogo nella giornata dell’11 luglio.
In tale occasione, è stata ribadita da parte dei Pasquale Tridico, la situazione di forte diseguaglianza nei redditi, che di fatto sta andando ad evidenziare una necessità sempre più persistente, legata all’istituzione di un nuovo minimo salariale che possa essere esteso a tutte le categorie di lavoro.
Soltanto in questo modo, infatti, si potrebbe sperare di ripristinare e rendere maggiormente positivo il futuro e le sorti delle pensioni dei prossimi anni.
Infatti, senza degli interventi particolarmente efficaci, su cui dovrà lavorare il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, si rischierà di andare incontro verso situazioni sociali disastrose, dove i lavoratori potranno accedere all’assegno della pensione sempre più tardi, con importi sempre più bassi e sicuramente minori di 1.000 euro al mese.