Partita Iva, come risparmiare sulle tasse: le agevolazioni
pubblicato:Hai una Partita Iva? Conosci le agevolazioni che permettono di risparmiare sulle tasse? Ecco un elenco completo.
Aprire una Partita Iva e mantenerla attiva nel corso degli anni è sicuramente un costo non irrilevante e spesso può gravare sulle spalle del professionista o del lavoratore autonomo: come risparmiare sulle tasse?
Esistono dei bonus Partita Iva e delle agevolazioni che consentono a tutti di risparmiare sulle tasse: in particolare, mettendo in pratica alcuni semplici trucchi, si potranno risparmiare centinaia di euro. Non solo: il Governo ha confermato anche numerose agevolazioni per i lavoratori autonomi, che permettono di risollevarsi dopo la crisi pandemica.
Ecco quindi una semplice guida su come risparmiare sulle tasse per le Partite Iva: elenco completo delle agevolazioni attive e dei bonus da richiedere.
Partita Iva: come risparmiare sulle tasse
I lavoratori autonomi sono una delle categorie maggiormente penalizzate dalla pandemia di Covid-19: nonostante i (pochi) sostegni statali, le Partite Iva hanno ottenuto ben poco per combattere la crisi. L’ultima agevolazione introdotta dal Governo è il bonus 200 euro per le Partite Iva, che si può richiedere con click day dal 15 settembre 2022.
Come risparmiare sulle tasse avendo la Partita Iva? Grazie alla Legge 190 del 2014 è possibil aderire al cosiddetto regime forfettario (o “agevolato”) che permette alle Partite Iva di risparmiare denaro. Infatti, in questo regime la tassazione è fissata al 15% del reddito imponibile, con annessi Irpef e tributi addizionali.
Un’altra agevolazione che permette di risparmiare sulle tasse delle Partite Iva è la franchigia IVA, ovvero l’esonero dall’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto al proprio tariffario.
Infine, esistono numerose tipologie di esonero, per esempio, dalla contabilità o altri adempimenti. E se questo non bastasse, ci sono anche delle agevolazioni attive: tra le tante, il bonus ISCRO per Partite Iva e l’esonero contributivo.
Partita Iva: come risparmiare sulle tasse con il regime ordinario semplificato
Tutti coloro che non soddisfano tutti i requisiti necessari per aderire al regime forfettario, sono costretti a optare per una Partita Iva in regime ordinario semplificato. Quali sono le alternative per risparmiare sulle tasse in questo caso?
Nonostante in tale regime non sia prevista la franchigia IVA, il lavoratore autonomo potrà comunque recuperare buona parte delle somme applicate ai propri prodotti o servizi grazie ai cosiddetti oneri deducibili (o parzialmente deducibili).
Alcune delle spese interamente deducibili riguardano l’applicazione della marca da bolo o valori bollati, la frequenza di corsi di aggiornamento professionale, materiale d’ufficio (cancelleria), e le spese per l’acquisto di beni utili per lo svolgimento della propria attività.
Sono solo parzialmente deducibili, invece, le spese relative al proprio veicolo (manutenzione, pedaggi, benzina), acquisto e utilizzo dei telefoni cellulari, trasferte ed eventuale spostamento dell’ufficio presso la propria abitazione.
Sono in parte recuperabili anche le spese legate ai viaggi e alle trasferte (purché non siano superiori all’1% dei compensi percepiti), ma solo se effettuate nell’ambito dello svolgimento della propria attività.
Partita Iva per le start up: come risparmiare sulle tasse
Infine, un ultimo modo per risparmiare sulle tasse è quello di utilizzare la Partita Iva per l’apertura di una start up: in tal caso la tassazione scende dal 15% al 5% del reddito imponibile per i primi 5 anni dall’apertura dell’attività.
Per scegliere questa vantaggiosa alternativa, però, occorre possedere alcuni requisiti:
- •
essere un libero professionista;
- •
risiedere in Italia o in uno Stato membro dell’UE;
- •
conseguire un fatturato annuale non superiore a 65.000 euro;
- •
spendere non oltre 20.000 euro per personale e altre spese connesse.
Per godere della tassazione agevolata al 5% per i primi 5 anni, infine, occorre partire da zero con la propria attività e non aver svolto attività professionali, artistiche o di imprese nei tre anni precedenti l’apertura della start up.